Quanto è più difficile fare l'allenatore rispetto al calciatore?
"Ci sono grandi responsabilità. Da calciatore sono suddivise tra te e i tuoi compagni. Nell'insieme è nettamente più impegnativo. Però a me piacciono le responsabilità, è un po' quello che mi era mancato nel periodo d'assenza dal calcio. Quando avevo 30 anni era l'ultima cosa che avrei voluto fare".
Qualche anno fa eri tornato nel calcio, nella Roma, svolgendo il ruolo di team manager.
"Era un ruolo che non sentivo mio, mi dava poco. Aldilà dell'affetto dell'ambiente, non facevo nulla dalla mattina sera. Era un po' da lavativi".
Partita con il Milan. E' una sconfitta che ti senti sulla coscienza?
"Io parto da un presupposto. Se sono 3-0 col Milan alla fine del primo tempo, non ho bisogno di ulteriori stimoli da parte dell'allenatore. Ho rimandato in campo gli stessi e in un quarto d'ora mi determinano una parità con degli errori d'applicazione. Bisogna tutti quanti migliorare, le responsabilità sono mie e anche dei miei ragazzi. E' stata una partita che mi ha fatto molto male, da tanti punti di vista. La forza dei giocatori e degli uomini sta nel risalire dopo le sconfitte, e la squadra sta dimostrando di saper reagire".
La mossa Boateng ha sconquassato il tuo Lecce?
"Quante volte ha fatto tre gol Boateng? Se fosse entrato un Ibrahimovic, forse avrei cambiato delle cosine. Ma in quella situazione se avessi cambiato e avessi preso tre gol, mi avrebbero dato dello scemo. Mi avrebbero preso a calci nel culo. Non me la sentivo di cambiare. Le disattenzioni e le casualità hanno determinato il risultato. In quel momento il giocatore che aveva in consegna Boateng è stato disattento. Abbiamo pagato profumatamente degli errori individuali e non è capitato solo una volta".
Di Michele è un giocatore importante per il Lecce, la sua assenza pesa.
"Tante volte la fortuna degli allenatori la fanno i giocatori. David è un giocatore determinante. I miei attaccanti hanno fatto zero gol. Ho bisogno al più presto che gli attaccanti si sblocchino. Muriel è un giocatore interessante ma con la Roma non giocherà per squalifica. Ho molti ragazzi giovani e paghiamo un po' sul piano dell'esperienza".
Il progetto Lecce cosa prevede? La priorità è la salvezza o la crescita dei giovani?
"Non c'è un progetto, la società è stata chiara. C'è un obiettivo, quello della salvezza. Abbiamo dieci prestiti, cerchiamo di portare avanti la Serie A senza progettazione".
Benassi ha dichiarato d'esser romanista. Di solito i romanisti, contro la Roma, sono i migliori in campo. Ce ne sono un po' tanti nel Lecce...
"Sono parecchi, vogliono fare tutti gol. E' quello il bello!"
Con che spirito venite a Roma?
"E' giusto avere questa mentalità. Sulla carta la Roma è superiore a noi, non possiamo venire a fare gli spavaldi ma vogliamo giocarci la partita. Affrontiamo una squadra più forte, dobbiamo cercare di fare punti. Totti? Se riposa, è meglio...".
Ofere come sta?
"E' in nazionale, dovrebbe tornare domani o dopodomani con noi. Sono contento di quello che ho, ma pretendo di più. Non mi accontento mai".
Cesena-Lecce è stata una partita dura, i romagnoli hanno battuto venti calci d'angolo.
"Non si può guardare solo il numero di corner. Abbiamo avuto diverse occasioni nel primo tempo, Arrigoni ha detto che sono stati fortunati a finire i primi 45' senza gol al passivo. Nella ripresa loro hanno fatto meglio, ma il calcio è fatto di episodi. Anche a Novara, se Meggiorini avesse segnato, la partita sarebbe andata diversamente".
Da allenatore, quanta differenza c'è tra Serie A e Serie B?
"C'è differenza qualitativa".
Che ne pensi del lavoro di Zeman a Pescara?
"Ottimo lavoro, sono contento per lui. E' una persona che stimo. Hanno indovinato degli acquisti di giovani interessanti. Le difficoltà societarie non aiutano".
Domenica verrai sotto la Curva?
"Mi farà molto piacere".