13/11/2014 20:33
Pierpaolo Marino, direttore generale dell'Atalanta, ha parlato della prossimo incorcio di campionato tra i bergamaschi e la Roma. "I risultati in campionato? Vorrei però sottolineare l'Atalanta operaia delle ultime uscite, come con il Napoli con cui abbiamo strappato un punto. Ci approcciamo con umiltà e rispetto alla sfida con gli uomini di Garcia, ma con la consapevolezza di avere una squadra che in queste occasioni lotta con il cuore e riesce anche a sorprendere", ha dichiarato Marino.
"Questa Atalanta ha espresso meno delle sue potenzialità - continua il dg bergamasco. - Se mi aspetto una Roma distratta dalla Champions dopo la sosta? Ascolto con attenzione le interviste di Garcia, che ritengo un grandissimo comunicatore, forse dai tempi di Mourinho non abbiamo un allenatore che sa comunicare come lui. Sento sempre dire da Garcia che dovranno ragionare partita per partita. Siccome mi aspetto questo (e loro lo eseguiranno alla lettera), penso che verranno a Bergamo a giocare come fosse una partita di Champions. Non sarà semplice, non dobbiamo contare sui fattori di distrazione degli altri. Poi se ci prenderanno sotto gamba tanto di guadagnato, ma dobbiamo arroccarci in difesa nel nostro fortino, un po' come succedeva nel Medioevo, per respingere questa Roma che è una corazzata".
(sky sport)
In serata Marino è tornato a parlare dell'imminente sfida con i giallorossi ai microfoni dell'emittente radiofonica romana:
Atalanta-Roma: che si aspetta?
La verità è sotto gli occhi di tutti: la Roma è l'avversario più scomodo che ci poteva capitare, stiamo cercando ancora un'identità per i tanti infortuni e le problematiche. La stiamo ottenendo attraverso un equilibrio tattico fatto da un'Atalanta operaia: per la situazione nostra di organico, con le defezioni delle nazionali, avere un avversario così non è proprio comodissimo. Con il Napoli stavamo quasi vincendo, se Cigarini non avesse fatto quella stupidaggine del fallo di mano forse staremmo parlando di un'altra partita.
Contro la Juventus vi siete ben comportati. Giocate meglio con le big?
Abbiamo vinto anche a Cagliari, un avversario da prendere con le molle. Quando siamo a pieno organico, soprattutto sul nostro campo, siamo una squadra ostica da affrontare. Non è da sottovalutare l'aspetto ambientale: l'Atleti Azzurri d'Italia è sempre scomodo per tutti. La partita ci vede sfavoriti col pronostico ma si giocherà undici contro undici e cercheremo di guadagnare qualcosa con la Roma. Giocheremo per questo.
La vostra tattica?
Quest'anno siamo partiti con un classico 4-4-2 che il mister ha sempre fatto. O 4-4-1-1. Poi Estigarribia ha subito un gravissimo infortunio, era il nostro esterno titolare. Abbiamo sostituito Bonaventura con Gomez che ancora non ha potuto giocare una partita a tempo pieno: qualche accorgimento tattico del classico schema di Colantuono è arrivato, con qualche modifica più guardinga. Sarà così almeno fino a quando non potremo recuperare Gomez.
State soffrendo in attacco?
Se vogliamo leggere i numeri è così, abbiamo fatto un gol e ne abbiamo subito uno solo nelle ultime tre partite. L'anno scorso avevamo 13 punti, tre in più di quest'anno e Denis aveva già realizzato 5 gol. Voi sapete che la fase offensiva dipende dal lavoro di squadra: non è così semplice se è solo la crisi di Denis o la mancanza di Bonaventura o Estigarribia. In questo momento è stato bravissimo Colantuono dalla partita con il Napoli: ha visto le difficoltà dell'Atalanta e ha applicato accorgimenti tattici diversi che ci hanno permesso un equilibrio da squadra da metà-alta classifica.
La Juventus e il confronto con la Roma?
La Juve quest'anno è Tevez-dipendente, a differenza della passata stagione. Non so se Denis avesse trasformato quel rigore cosa sarebbe successo... Quest'anno mi ha impressionato il Napoli, hanno fatto una buonissima partita e siamo stati molto forti a tenergli testa fino a 5' dalla fine. Venivano dal 6-2 col Verona e sono in un periodo di forma clamoroso. Per assurdo ho visto meglio il Napoli che la Juventus.
Cosa è accaduto nel periodo nero della Roma secondo lei?
Mah, ci sono dei momenti in cui le squadre raggiungono il top dell'autostima e dei risultati. E ci possono essere momenti di regressione, altrimenti il top non finirebbe mai. La Roma ha avuto la sfortuna che sia capitato contro il Bayern, e una partita come quella non passa indolore. I giallorossi erano nel pieno dell'autostima, è chiaro che hai una ferita che ti porta ad accusare contraccolpi successivi. Specialmente se trovi avversari stratosferici come Bayern e Napoli.
Ricordi della piazza di Roma sotto Viola? Questa presidenza può portare lunghi successi con Garcia?
Il mio calcio è un calcio antico, anche quello con Dino Viola. C'erano parametri diversi ma ho un ricordo straordinario della città. Dal Presidente ho imparato tantissime cose, avevo 33-34 anni. Ho degli ottimi ricordi, Bruno Conti è stato uno dei calciatori più completi che ho avuto nella mia carriera.
Totti?
Mi ricordò che era un ragazzino e io già direttore. Gli chiesi una maglia, lui mi rispose: "Aspetto ancora un autografo da tuo padre". E' una figura che appartiene ancora al calcio antico, delle bandiere, dei giocatori che non si spostano dal proprio nucleo di appartenenza come Maldini e Rivera. Vorrei giocasse fino a 50 anni.
Juve-Roma: che posizione ha preso?
Penso molto alla casualità. Da dirigente, se dovessi pensare che è un calcio con arbitri che si lasciano condizionare, smetterei immediatamente. Sfortunata la Roma ma ci può stare: Viola parlava sempre dei centimetri di Turone, le cose nel calcio sono un po' cicliche. La Roma non si deve attaccare a questo, non crescerebbe in quel percorso di crescita che invece sta facendo bene in questi anni.
La sua idea della società giallorossa?
Li vedo sempre in Lega, ho un'ottima opinione già dai tempi in cui difesero con grande coraggio i manager della Roma che non funzionavano. Lì hanno dimostrato di essere una dirigenza seria e coerente: esserlo in un periodo in cui la Roma vince come adesso sembra tutto rosa e fiori. Ma ricordiamo il periodo di Luis Enrique, con momenti di grande turbamento: io non ho mai sentito da parte del presidente o dei suoi soci una mezza parola o una messa in discussione dei manager. Questo vale molto di più di quello che di buono si può dire oggi: sono impressionato positivamente dei proprietari della Roma.
(trs)