Calcioscommesse, Abodi: "Chiediamo durezza delle pene"

20/05/2015 23:10

«In tutte le famiglie ci possono essere anche delle pecorelle smarrite, quello che chiediamo è durezza e certezza delle pene». Così il presidente della Lega Calcio di serie B, Andrea Abodi,a margine dell'assemblea in via Rosellini, commenta le ultime vicende legate al calcioscommesse che hanno portato ieri all'arresto di una cinquantina di persone e che vede il coinvolgimento di alcune squadre della Lega Pro e Dilettanti.

«Ho raccolto positivamente la dichiarazione del procuratore Antonio Lombardo -ha spiegato Abodi- che ha detto che c'è stato un tentativo di infiltrazione ma che non ci sono prove che sia andato a buon fine. Questo non vuol dir niente perché per la legge dei grandi numeri tutto può succedere -ha aggiunto- ma io credo che la cosa importante su questo tema, oltre al concetto della valutazione selettiva e non del giudizio sommario e collettivo, è il lavoro che stiamo facendo». «Abbiamo appena chiuso un tour di 22 giornate e 100 ore di lavoro dedicate alla formazione e all'informazione dei calciatori, dei dirigenti e dei tecnici della prima squadra e dei settori giovanili sui rischi del match fixing. In tutte le famiglie -ha concluso- ci possono essere delle pecorelle smarrite, ma quello che chiediamo è durezza e certezza delle pene. I ogni caso chi sbaglia non deve più lavorare e giocare. Non sarà mai abbastanza ma noi ci stiamo lavorando».

«Abbiamo ripreso ieri i contatti con il Ministero dell'Interno -ha proseguito Abodi- perché abbiamo da tempo cercato di far entrare nella Legge sulle frodi sportive anche il sequestro preventivo e la confisca dei beni per i soggetti colpevoli di frode sportiva. Lavoreremo anche con il Ministero della Giustizia in questo senso, mi auguro che anche la Federazione e le altre leghe partecipino perché è giusto dare deterrenti per prevenire. Non ci rassegniamo al fatto -ha aggiunto- che da noi entri chiunque e sono convinto che ci debba essere più selezione e attenzione nella scelta delle persone che lavorano nel calcio. Sui diritti siamo bravissimi, ma sui doveri dobbiamo imparare ancora molte cose e abbiamo il dovere di rispettare la gente e consegnare una competizione che tengano alla credibilità e alla reputazione».

(adnkronos)