Calcioscommesse, Ilievski: "A Bettarini diedi 60 mila euro. Agiva per il presidente Mezzaroma"

09/05/2015 04:38

Il macedone Hristyian Ilievski approfondisce ed è una miniera di dettagli inediti sul sistema del calcioscommesse che lo ha visto come assoluto protagonista. Ruolo che non minimizza tanto che, nel suo secondo interrogatorio davanti al procuratore di Cremona Roberto di Martino, si dilunga sul suo rapporto con Tan Seet Eng, detto Dan, l'uomo d'affari di Singapore che reggeva il gioco planetario delle scommesse illecite, e che conobbe dopo che il macedone aveva cominciato a scommettere da tredici anni.

Dan, all'inizio, lo avrebbe incaricato di un recupero crediti che evidentemente il macedone deve aver svolto con solerzia perchè poi gli indicò il suo referente in Italia, l'ex calciatore Almir Gegic, un altro del gruppo degli scommettitori degli 'zingarì. Nel suo voler precisare, Ilievski aggiunge anche una circostanza destinata a pesare sulla situazione di Stefano Bettarini: racconta di avergli dato 60mila euro in relazione a una partita del Siena e aggiunge che, per quanto ne sapeva, l'ex calciatore, ora agente immobiliare a Miami, agiva per conto del presidente della squadra toscana, Massimo Mezzaroma, anch'egli raggiunto nelle settimane scorse dall'avviso di chiusura delle indagini, che di norma prelude alla richiesta di processo. Del resto, colui che è ritenuto il capo degli 'zingarì l'aveva premesso davanti al gip Guido Salvini: «Sono venuto in Italia dopo averci pensato a lungo perchè ho intenzione di dire la verità su tutti i fatti che mi sono stati contestati e spero che l' Autorità Giudiziaria ne tenga conto».

Ilievski si era riservato «ogni approfondimento più dettagliato negli interrogatori che verranno», e così sta facendo. A Bettarini aveva riservato «un ruolo importante nel cercare, tra i giocatori delle varie squadre, coloro che fossero disposti a farsi corrompere». Ora aggiunge una circostanza precisa: quei 60mila euro. Bettarini nella versione di Ilievski «si era incaricato di pagare con i nostri soldi i giocatori e facendo questo si era trovato anche in una situazione di vantaggio potendo giocare subito, anche prima di noi, quando la quota era più alta». Ilievski si è anche dilungato sull'attività di Cristian Bertani, coinvolto nelle combine quando era al Novara. Le dichiarazioni del macedone, che avranno un seguito lunedì prossimo, potrebbero far cambiare idea a di Martino sulla posizione di alcuni calciatori e dirigenti rimasti nel limbo in quanto non avevano ricevuto l'avviso di chiusura delle indagini e confidavano in una richiesta si archiviazione.

Così come potrebbe frapporsi qualche ostacolo a una richiesta di patteggiamento di Gegic, perchè il suo racconto 'stridè con quello di Ilievski. Per Gegic, il capo degli 'zingarì era il macedone, mentre Ilievski dice che proprio il montenegrino era già il referente di Ten Set Eng quando lui aveva solo cominciato a muovere i primi passi in Italia per corrompere i calciatori.

(ansa)