Serie A, Spadafora: "Difficile pensare a gare a porte aperte già il 3 maggio. Taglio agli stipendi dei calciatori? D'accordo con Gravina, non è un tabù"

18/03/2020 18:53

RAI - Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha parlato al "TG1" annunciando l'ipotesi di un campionato di Serie A che "dovrebbe ripartire a inizio maggio". Inoltre, il ministro ha aggiunto: "Stiamo prendendo in considerazione il divieto assoluto per qualsiasi attività sportiva all’aperto, visto che molte persone stanno ignorando il consiglio di restare a casa".


Il Ministro ha in serata rilasciato alcune dichiarazioni anche per lo speciale dal titolo 'Ce la faremo' a cura del notiziario. Queste le sue parole sulle possibilità e le modalità di una ripresa del campionato per la data del 3 maggio, e sull'ipotesi di un taglio agli stipendi dei calciatori, paventata dal numero 1 della FIGC Gabriele Gravina:

"La ripresa della Serie A il 3 maggio è la data che noi auspichiamo, però non diamolo per certo, perché le decisioni si assumono nei momenti di grande responsabilità. La situazione medico-sanitaria cambia e si evolve continuamente: a oggi il 3 maggio è la data possibile, ma non lo darei per certo ed è difficile pensare già per il 3 maggio le partite a porte aperte. Lo vedremo nelle prossime settimane. Sarei molto cauto nell'affermare che il 3 maggio si partirà in maniera 'normale' e con gli stadi completamente pieni: a un mese e mezzo di distanza credo sia ancora un auspicio, non una certezza. Del resto il mondo del calcio ha capito molto in ritardo che doveva fermarsi e abbiamo visto le conseguenze. Riprenderemo quando siamo certi che non ci saranno più pericoli negli stadi dove si incontrano decine di migliaia di persone. Eviterei di ripetere quella noncuranza che la Lega di Serie A ha già abbondantemente manifestato e dimostrato".

"Un taglio agli stipendi dei calciatori? Sono perfettamente d’accordo con Gravina. Non solo non deve essere un tabù, ma credo che quando supereremo, speriamo il prima possibile, questa emergenza sanitaria, le priorità di questo paese saranno tante e tali per cui dovremo mettere in discussione tante cose, che riguardano l’occupazione, l’industria italiana, i lavoratori autonomi e quindi direi che il tema dei calciatori e degli stipendi d’oro non solo non deve essere un tabù ma non sarà proprio un problema. Non lo metterei neanche nella lista dei problemi. Abbiamo visto quanto il mondo del calcio si importante per gli italiani, per il tifo, per stare insieme, ma deve essere solo questo e non visto solo come il business vero come di fatto per molti che aspetti è. Non ci dimentichiamo che la maggior parte delle squadre hanno delle esposizioni di debito molto elevate, per cui inviterei veramente tutti ad avere contezza del periodo difficile che stiamo vivendo a cominciare proprio dalle società di calcio e dalle società di Serie A".

(tg3)