23/05/2020 03:25
Il ritorno sui campi di allenamento nei centri sportivi, dopo tanto tempo in cui si è stati costretti a rimanere a casa per la quarantena, ha suscitato nella maggior parte dei giocatori di Serie A una sensazione di stranezza e di contentezza allo stesso tempo. Non ha fatto eccezione l'attaccante del Verona Fabio Borini il quale, in una diretta Instagram sul profilo ufficiale del club, ha ammesso che la prima cosa che gli è venuta in mente quando ha varcato i cancelli del centro sportivo di Peschiera del Garda è stata "strano. Stare chiusi in casa non è come fare un mese di vacanza – ha spiegato il giocatore - Rivedere gli altri, pur non potendoli riabbracciare, è stato bello. Ti fa rendere conto di dove sei e di cosa fai parte. Dopo molto tempo senza interagire con i compagni rischiano di sbiadirsi i rapporti, ma credo ci sia l'entusiasmo giusto". Alla domanda di quale fosse lo spogliatoio più tosto in cui è stato, il classe 1991 ex Milan ha risposto: "Forse quello del Chelsea. Era uno spogliatoio 'pesantino' dal punto di vista caratteriale: c'erano Lampard, Terry, Cech, Ballack... Ovunque ti girassi c'era da imparare, era una lezione continua. Anche a Roma, con Totti, De Rossi e Burdisso, c'era molto carattere. Quello di Verona potrebbe sembrare uno spogliatoio 'leggero', ma dipende dai risultati che stiamo ottenendo. Giochi per divertirti, e questo sta aiutando". Non ha avuto dubbi Borini quando gli è stato chiesto, invece, quale fosse la tifoseria che lo ha più sorpreso, quella della "Roma: la curva all'epoca era molto compatta, nei derby non ti lasciava indifferente". Curva Sud che si è potuto godere durante la sua esperienza in giallorosso nella stagione 2011/12 dove ha collezionato 26 presenze e segnato 10 gol.