18/01/2017 20:10
Alla vigilia del match contro la Sampdoria valido per gli ottavi di finale di Coppa Italia, torna a parlare in conferenza Luciano Spalletti. L'allenatore della Roma risponderà alle domande dei cronisti nel tradizionale appuntamento prepartita. Questo l'intervento INTEGRALE del tecnico giallorosso:
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Ascolta Spalletti in conferenza stampa Roma-Samp 18.01.17" su Spreaker.
Ci sono alcuni dubbi che saranno sciolti oggi. Juan Jesus è stato un po' male ieri, tutto è rientrato e voleva tornare ad allenarsi ma abbiamo preferito lasciarlo a casa. Ruediger aveva un affaticamento muscolare ma ieri ha fatto un po' di allenamento, oggi si allena regolarmente ma sono situazioni da tenere sotto controllo. Poi c'è da segnalare la continuità di recupero di Florenzi. Per il resto siamo a posto.
La partita di domani può essere l'occasione per far giocare chi ha giocato meno?
Si parte subito male... Nel senso che la partita di domani... In Italia ci sono 3 titoli e quella di domani è una partita da dentro o fuori, non puoi permetterti di fare esperimenti, delle cose che non sai che risultato daranno. I giocatori che stanno fuori sono come quelli che stanno dentro. Poi questo si può legare un po' al mercato, si parte dal fatto che abbiamo una rosa ristretta proprio per avere tutti titolari e tutti coinvolti nella casa. Mi è successo di alzare un po' di 'coppettine' e nel momento che le alzi sembra che inizi una nuova vita, ti senti più forte. più sicuro... Ti senti "più". E la Roma ha necessità e bisogno di vincere, non per il gusto della vittoria ma per la sua gente, per il movimento di affetto che porta in tutte le persone. La Roma deve capitalizzare ogni momento della sua esistenza. E' difficile trovare un modo per dirlo, anche ai giocatori, ma non si deve pensare a una bacheca, ma a un movimento continuo che si autoalimenta. Un allenamento fatto bene e quello del giorno dopo fatto meglio, una vittoria che ti dà la sensazione di poter vincere anche la successiva, il contrasto o il gol che ti riesce al quale ne seguono altri. Deve essere un moto perpetuo. In Toscana ci sono ancora i mulini a vento, più acqua gli dai e più energia producono. Non siamo nelle condizioni di arrivare oggi e di dire che domani è una partita in cui si faranno giocare chi ha giocato poco. No, si fanno giocare i giocatori che vincono, quelli che portano a casa la vittoria, altrimenti restano tutti fuori. E se non ci danno questa sensazione di certezza, domani non giocano. Abbiamo bisogno di essere seri in assoluto per ogni secondo. Abbiamo questo bisogno: la Roma per crescere deve vincere. E siamo sulla buona strada, per quello che si è visto
La Samp sta bene in classifica, potrebbero concentrarsi sulla Coppa. questo la spaventa?
E' un altro tasto, il fatto che si siano 3 squadre un po' staccate permette alle altre di fare scelte differenti. Non c'è l'assillo di dover far recuperare qualcuno nelle altre squadre, ma la Samp non ha l'assillo del campionato e questo le dà un piccolo vantaggio nelle scelte. La Samp è stata apprezzata da tutti, è una delle squadre che gioca il calcio migliore del campionato. Sono legato al suo allenatore, è un grandissimo amico. Giampaolo ormai lo conoscono tutti, è una persona che si fa apprezzare ma è stato messo in dubbio sulle sue qualità. Ma è fuor di dubbio che è un allenatore da grande squadra, se gli sarà affidata una squadra di livello come è successo con Sarri farà vedere tutto il suo valore. E in campionato abbiamo visto le difficoltà che ci ha creato, le difficoltà del primo tempo e poi ci ricordiamo poi di quella tempesta a fine primo tempo che si è abbattuta sull'Olimpico. E' una partita difficile, loro metteranno intensità a centrocampo, pressione continua, pochi tempi per pensare. Non c'è spazio per rendersi conto di ciò che può avvenire, non ti danno tempo. Dovremo essere forti, disponibili alla corsa, perchè ci sarà da correre tanto e c'è la necessità di portare a casa il risultato per quello che dicevo prima.
La Roma ha bisogno di alzare una coppa, come dice lei. Salah ha detto che è ossessionato dalla vittoria, si rispecchia in questa definizione?
Non ho detto che bisogna alzare una coppa, ho detto che c'è bisogno di vincere ma anche di capitalizzare al massimo le situazioni. Non bisogna pensare alla bacheca, quello viene di conseguenza al fatto che realizzi tutto dal lavoro quotidiano. E per far questo bisogna vincere la partita di domani. Le parole di Salah? Si, mi ci riconosco, siamo tutti ossessionati dalla Roma e dalla voglia di dare tutto alla Roma. Perché è così, la nostra gente lo merita e si aspettano questo, per essere professionali fino in fondo deve essere questa la ricerca, anche nei particolari spiccioli, per fare passi avanti passettino dopo passettino, poi vedremo dove ci porteranno.
Se dovesse scrivere un libro sulla stagione della Roma finora, che titolo darebbe?
Mi sembra di averlo detto adesso, senza farmi pensare molto: "Ossessione". E' la nostra ricerca quotidiana, il nostro obiettivo giornaliero. "Gli ossessi" o "gli ossessionati" (come si dice? Aiutatemi a correggere, poi se sbaglio mi ridete dietro) siamo noi. Perché si è detto, è tutto racchiuso lì intorno. Ce l'hanno creata, questa ossessione, ce la siamo cercata, dobbiamo saper assorbirla... Dobbiamo per forza evidenziare che diamo il massimo in ogni momento, a tutti e a noi stessi.
Schierare Mario Rui in questo momento sarebbe un azzardo troppo grande? In futuro potrà giocare nella posizione di Emerson? Alisson giocherà?
Alisson gioca, perché lo merita e può assicurarci il livello di Szczesny. Mario Rui si sta allenando a buoni livelli da un po' di tempo, c'è solo da valutare la sua condizione fisica nei 90 minuti. Poi qualche sostituzione la voglio fare, ma non voglio creare dubbi e far giocare un giocaotre più di quello che il momento consento. Se riesco, anche in base a quello che vedro oggi in allenamento dato che negli ultimi giorni ci siamo allenati più singolarmente che con la squadra per la fatica fatta in queste due trasferte, se vedo risultati positivi penso ai 90 minuti. Ma ho bisongo di parlarne con lui e valuterò oggi. Mario Rui sa fare benissimo il ruolo di Emerson, è a casa sua.
Dzeko, gli errori di Udine oltre che dagli aspetti caratteriali possono essere dati da un po’ di stanchezza, visto che in campionato ha saltato solo 100 minuti?
Si, il minutaggio è un’analisi corretta. Il fatto che io l’abbia stuzzicato qualche volta è altrettanto vero. Criticato mai, però. Lui è rimasto un po’ sorpreso, mi ha detto: "Mister, non capisco perché quando dice che sono magnifico e fortissimo non mi fanno mai un titolo, quando dice che sono molle invece me lo ritrovo da tutte le parti. C'è qualcosa che non funziona". Ma c’è chi fa il tifo per noi, chi per quegli altri e poi viene fuori il titolo di giornale… E' tutto più chiaro. Per quanto mi riguarda, Dzeko lo conosco molto bene, abbiamo un contatto bellissimo con tutta la squadra. Si parla sempre per concetti da realizzare in generale. Qui la chiave d’accesso è "non accontentarsi". Dzeko un paio di volte ha giocato partite splendide e se si va ad analizzare ha fatto una buonissima partita anche ad Udine. Purtroppo si dà forza a quelle 2 occasioni sbagliate, si guardano quelle due situazioni che possono determinare il risultato ma il mio tentativo è quello di richiamare la squadra a non accontentarsi, a ricapitalizzare il possibile di quello che possiamo portare a casa. In una partita gli erano capitate 3-4 occasioni da gol, in una di queste ne aveva fatti 2. Gli dico: "Edin, quando ti capitano 4 occasioni da gol, se ne fai 5 in fondo te li segnano, dato che ti ho visto tranqulli". Lui mi ha risposto "Mister, sono tranquillo, ha fatto due gol". Ed è partito tutto da lì. Penso di poter raccontare questo, senza far torti a nessuno. Nello spogliatoio ho diviso la lavagna in verticale, da una parte ho scritto la classifica attuale, dall’altra quella con la Roma che aveva pareggiato. Per chi si accontenta fa lo stesso pareggiare, siamo secondi uguale, ma ci sono 50 differenze che le posso elencare. E' tutto un altro mondo. E’ lì che fa la differenza il giocatore che ha carattere, che vuole portare a casa tutto quello che gli passa davanti. E lì che il contrasto vinto in più, la palla non persa che permette di fare il 51% di possesso palla... E' un modo di parlare allo squadra, non è una critica diretta a Dzeko. Dzeko è un giocatore magnifico, spendido, divino. E voglio vedere se domani qualcuno gli fa un titolo, a caratteri cubitali... Non è difficile, eh... Vediamo.
Il mercato, pensa che con l’innesto giusto la Roma fa un passetto in più?
Ha detto qualcosa di giusto ma è meglio fare chiarezza, altrimenti a volte sembra che sono lo scemo del villaggio. Ripartiamo dall'inizio e cerchiamo di fare ulteriore chiarezza, la confusione non fa bene a nessuna. Si critica questa rosa, si dice che è corta o sufficiente per qualcosa. Ci sono capitate delle cose ed è successo di arrivare un po' "stiracchiati", ma quando si ha una possibilità di gestirla settimana per settimana, dico che questa rosa è forte e mi bastano 15 giocatori. Come è successo poi nell'ultima partita, sono stati bravissimi i giocatori ad essere duttili e sempre disponibili. Per cui mi va bene questa rosa e sto sempre con la società. Dico che se ha bisogno di fare qualcosa sul mercato, perchè effettivamente ci sono regole a cui attenersi, va bene. Se c’è la possibilità di mandare qualcuno a giocare, va bene. Ma se va via qualcuno va sostituito. Siamo andati a giocare trasferte fondamentali senza avere 2 giocatori nel reparto offensivo. Poi se si riesce a recuperare Totti ed El Shaarawy e Dzeko fa gli straordinari allora va bene. Ma se capitava una situazione di difficoltà maggiore, come quando De Rossi ha giocato al centro della difesa... Ci va via un giocatore, quello va sostituito. Ora siamo stati bravi a sopperire, in funzione di quel periodo in cui ci saranno tantissime partite. Anche qui, il messaggio non è "A. A. A. cercasi apprendista", non abbiamo tempo per lavorare sull'apprendista. Se ne avremo bisogno giocherà 10 minuti, un tempo. E serve un giocatore che danno subito il rendimento, che è dentro l'esasperazione del nostro calcio e la mentalità della squadra. Questo fa la differenza, per questo dico se possibile si va a cercare quel giocatore lì. Musonda, si dice che l'ho bocciato... Io non ho bocciato nessuno, sarà uno dei più forti ma in questo momento non gioca. Lo porti via da una nazione all'altra, non c'è il tempo materiale per lavorarci... Ma diventerà fortissimo. Io, dicendo che Musonda non è buono, direi anche che Conte la pensa così, tra allenatori ci si sente, come voi vi telefonate dopo cena. Conte parla in maniera stratosferica di Musonda, dice che è eccezionale, che sarà uno dei più forti e che già ora e forte. Però lo si prende e lo si porta a Roma per un tempo, perchè poi non gli si può permettere di più. La società sta cercando questo profilo qui, dal centrocampo in su, e questo ci permette di spaziare tra più profili ma ci vuole un giocatore pronto, uno a cui puoi far fare un tempo determinante. E noi non possiamo perdere un secondo in più, per niente. Eccola la differenza ad avere 2 punti in più e 2 in meno. Se perdi 2 punti, la Juve va a +6 e per riguadagnare quei 2 punti poi... Dopo Torino si diceva che abbiamo perso un'occasione e forse anche un po' di fiducia, ma perdi veramente quando smetti di provarci. E noi non smetteremo di provarci. Da quella partita per riprendere loro 3 punti ci abbiamo messo 4 partite. Per riprenderne 6 invece, ce ne vorrebbero 8, che tu devi vincere tutte mentre loro possono fare anche il cammino dell'anno scorso. Quei punti recuperati ci hanno permesso di restare dentro la situazione, ma con 2 punti in più... E poi quando una partita ti va male e loro ti stanno avanti di 3... Lo sa quanti treni partono da qui? E dove finiscono non si sa mai. Ogni risultato diventa fondamentale e in previsione di quel periodo lì, ho parlato con la società e ho chiesto un solo giocatore, perchè è andato via uno. Come avevo detto alla squadra: io non voglio nessuno e non mando via nessuno. L'ho detto da quando sono iniziati i primi discorsi del mercato e ho mostrato coerenza.
Cerca un rinforzo sul mercato italiano?
Non è detto, se viene dall'Italia è un valore in più, gli puoi insegnare qualcosa di teoria ma la pratica la sa da solo. Il calciatore così è già fatto. E' uno che sa prendersi delle responsabilità, non si cerca un'apprendista ma un professionista che se c'è bisogno di fare qualcosa deve saperla fare bene. Se ha 18 anni meglio, è di prospettiva per la società e per il futuro della Roma. Se ha esperienza meglio, ma se è giovane e forte si guadagna di più in tutto.
Può essere Defrel?
Mi sembra che abbia già risposto il direttore del Sassuolo (Carnevali, ndr), è un giocatore forte ma non ci aiuta fare nomi. C'è un gruppo di lavoro, c'è Massara dentro le situazioni assieme al presidente, che è lui che decide. Se mi chiedete chi cerchiamo, cerchiamo un calciatore, punto. Centrocampista offensivo o attaccante esterno, spaziamo tra quelle situazioni lì. E che sia in grado di sostituire anche Edin, l'alternativa serve sempre a disposizione. I nomi fateli con Massara, è giusto che li faccia lui.
Vincere la Coppa Italia basterebbe a farla restare alla Roma?
Del mio contratto non se ne parla più fino a fine anno. Se ne riparlerà a fine anno. Conta avere calciatori in grado di portare a casa il massimo.
Come intende gestire le forze con i cambi in vista del periodo con maggiori partite?
Si cerca di giocare sempre con i migliori, ma di migliori ne abbiamo diversi. Se avessi la possibilità di assistere alla divisione del gruppo, vedresti che ci sono problemi di vario genere. Dipende da ciò che si sviluppa. Si pensa sempre di far giocare chi ha dato più risultati, so quello che i miei giocatori possono dare. Quando fai recuperare qualcuno e fai giocare chi ha giocato poco, gli dai un fardello di responsabilità non corretto. Poi magari riesce a portare a casa il risultato, ma se non lo fa può diventare determinante. Non c’è più tempo per sbagliare nulla. Conta tutto e siamo attrezzati per fare bene su tutto, specie in questo momento qui. Abbiamo recuperato dei calciatori, c’è la possibilità di far entrare prima Mario Rui, bisogna valutare i tempi ma bisogna vincere. Bisogna vincere, punto. Se non si mira sempre alla vittoria, è segno che siamo dei mediocri. E i mediocri, nella Roma, non ci possono stare.