04/03/2011 14:11
Prima del ritorno di martedì, va ricordato che la formazione ucraina non perde in casa dal 22 ottobre 2008 (1-0 contro lo Sporting Clube de Portugal). La grande scalata dello Shakhtar, che si trova a un passo dai quarti di finale, può essere spiegata con quattro fattori chiave.
I brasiliani In una recente intervista a UEFA.com, Mircea Lucescu ha descritto la sua squadra come "la più brasiliana d'Europa". In effetti, otto giocatori dello Shakhtar provengono da lì: Luiz Adriano, Fernandinho, Willian, Jadson, Douglas Costa, Alex Teixeira, Eduardo e Marcelo Moreno, anche se gli ultimi due hanno passaporto croato e boliviano.
Quasi tutti sono giocatori votati all'attacco, che hanno definito lo stile offensivo dello Shakhtar. Per esempio, su 38 gol in 19 giornate di campionato prima della pausa invernale, 31 sono stati segnati dai brasiliani, che hanno anche realizzato 11 reti su 15 nelle sette partite europee della stagione.
Base dell'Europa dell'est Tuttavia, sarebbe un errore pensare solo ai brasiliani. Lucescu può infatti contare su due laterali che farebbero comodo a qualsiasi allenatore: sulla destra, il nazionale croato e capitano Darijo Srna. Sulla sinistra, il rumeno Răzvan Raţ, che in nazionale viene allenato da Razvan Lucescu, figlio di Mircea.
Infine, il portiere Andriy Pyatov e i centrali Dmytro Chygrynskiy e Yaroslav Rakitskiy costituiscono l'ossatura della nazionale ucraina, mentre il versatile trio formato da Vitaliy Vitsenets, Serhiy Kryvtsov e Taras Stepanenko ha permesso all'Ucraina Under 21 di qualificarsi per il Campionato Europeo Under 21 UEFA di quest'estate in Danimarca.
Grazie a questi giocatori, lo Shakhtar vanta una delle difese più solide d'Europa, come testimoniano gli appena sette gol subiti nel girone d'andata del campionato.
Convinzione Il momento più bello è arrivato nel 2008/09 quando, dopo essere arrivato terzo nel girone di UEFA Champions League, lo Shakhtar ha vinto l'ultima edizione della Coppa UEFA. Nella stessa stagione si era parlato di esonerare Lucescu; l'esperto tecnico rumeno, soprannominato 'Mister' per i suoi trascorsi in Italia, ha invece regalato il primo trionfo europeo a una squadra ucraina. La vittoria contro l'SV Werder Bremen nella finale di Istanbul ha allentato enormemente la pressione su tecnico e giocatori.
Trasferimenti e vivaio Il merito va dunque a Lucescu, che ha inseguito la perfezione e ha plasmato la squadra per renderla ancora più forte in Europa. Il tecnico, 65 anni, preferisce giocatori pronti per diventare leader alla prima opportunità e ama paragonare la sua squadra all'Arsenal FC.
Forse, il punto più comune tra le due squadre è la volontà di ingaggiare giocatori meno conosciuti piuttosto che campioni affermati. In altre parole, lo Shakhtar vuole gente affamata di successo. Oltre che a puntare sui giovani in generale, i campioni d'Ucraina hanno iniziato a dare più importanza al vivaio e agli osservatori. Il segreto dello Shakhtar è trovare e coltivare i talenti nascosti facendoli crescere, lavorare in gruppo e allenare. O forse, il più grande segreto è lo stesso Lucescu.