Siviglia, Suso: "Roma squadra fisica e forte tatticamente. Mourinho è abituato a giocare queste partite"

29/05/2023 16:01

ELDESMARQUE.COM - Intervistato dalla testata spagnola, l'esterno offensivo del Siviglia, Suso, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla partita che attende la squadra andalusa, la finale di Europa League contro la Roma, in programma mercoledì alle ore 21 alla Puskas Arena di Budapest. Queste le sue parole:

Hai segnato nella semifinale del 2020 e in quella del 2023. Hai qualche rapporto speciale con queste partite?
"No, credo di no, è solo una coincidenza. Sono stati due gol importanti per la tipologia di partita, in semifinale contro due big, ma credo sia un caso".

Cosa ti chiede Mendilibar?
"Quello che vuole è che gli attaccanti finalizzino. Abbiamo molte opzioni per segnare. Ha ragione, perché tutti i gol vengono da lì, da tiri, cross... se siamo dentro l'area le cose possono succedere più facilmente".

Nel gol alla hai calciato con tutto te stesso...
"Era un tiro dal limite dell'area, ho visto lo spazio da fuori ed è uscito abbastanza bene".

Come ti stai preparando alla finale?
"Abbiamo superato le prime due partite, e Betis, in cui l'infortunio era piuttosto recente. Ora mi sento perfettamente".

Che ricordi ti porta affrontare nuovamente la Roma dopo la tua lunga parentesi in Italia?
"È una squadra tosta, che ha un allenatore abituato a giocare questo tipo di partite. Sa cosa sono le finali. Ci aspetta un avversario molto fisico e forte tatticamente".

Chi porterai in finale con te?
"Mia moglie e i miei due figli, mio ​​padre, mia madre, mia sorella e tre amici".

Da Colonia senza pubblico a Budapest con alle spalle i tifosi del Siviglia. Cosa ti aspetti da loro?
"Quello del 2020 era il periodo della pandemia, non potevamo festeggiare la vittoria con le persone o goderci quel momento con i tifosi e gli amici. Ciò differenzierà questa finale".

 

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Com'è stato il tuo recupero prima del rientro contro la ?
"Ho avuto un piccolo strappo, ci sarebbero volute tre settimane e qualche giorno, alla fine ce l'abbiamo fatta in 14 giorni, abbiamo rischiato tanto. Ma era giusto farlo, per cercare di aiutare la squadra, era un'occasione che lo richiedeva ed è andata alla perfezione".

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