GARCIA: "Partecipo sempre per vincere. Sono latino e testardo. Il progetto della Roma è quello di competere con i più grandi club d'Europa"

21/02/2014 11:54

In occasione dell’uscita della sua autobiografia "Tutte le strade portano a Roma", che coincide con il suo 50 ° compleanno, il portale francese riporta dei passi del pensiero di , raccolti a margine della presentazione del libro:

"Non mi piace mettermi in avanti, mi nascondo dietro il collettivo che è più importante per me. Questo è quello che ho sempre detto ai miei giocatori ed è una mia profonda convinzione. Lo scopo di questo libro non è quello di promuovere me o la mia carriera, è solo per fare un punto: è stato gratificante vedere il mio viaggio da uomo, giocatore e allenatore. Da Digione a Roma, dove sono oggi, passando per un'avventura in Coupe de France straordinaria; Le Mans, dove partivamo per salvarci e abbiamo finito noni, o Lille, con il double, la . Il riconoscimento passa attraverso il piacere che posso vivere con gli altri. E anche dai risultati, perché gli allenatori vengono giudicati su di essi. 

Ho sempre lavorato nel mio club come se dovessi rimanere lì tutta la mia carriera. Ho sempre lavorato così, io non cambierò. A Roma lavoro come se dovessi finire qui la mia carriera. Poi, non so cosa riserverà il futuro. Ma per ora il progetto della Roma, che è quello di competere con i più grandi club in Europa, mi si addice. Si inizia con la vittoria in Italia e poi, si spera, essere competitivi in Europa.

Non pianifico la mia carriera. Non ho mai usato i club in cui sono stato come un trampolino di lancio. Non ho mai detto che stavo "passando lì per andare qui". Poi successivamente può succedere di tutto, ma se sono il linea con il club, come è stato il caso di Digione e Lille, non ho motivo di cambiare.

Ogni volta che partecipo ad una competizione, io gioco sempre per vincere e finire davanti. Alcuni possono pensare che questo è un difetto. Per me, è una qualità. E questo rimane il modo migliore per ottenere risultati migliori. Proviene da casa mia, viene dall'esempio di mio padre che è sempre stato combattivo. Sono latino, mediterraneo, amo la competizione. Penso di essere testardo, è una qualità. Perché ci vuole per rimanere con i piedi a terra. Anche se sei un grande giocatore (intendo i miei giocatori), deve esserci sempre il lavoro di squadra, la tenacia che può permettere di ottenere risultati contro squadre migliori della tua. Quindi, di nuovo, mi piace che la mia squadra sia a mia immagine e che esprima un collettivo al di sopra della media.

Il Consiglio dei Saggi è una gestione partecipativa. Mira a responsabilizzare i giocatori, ascoltarli ed avere conferme nella preparazione delle partite. Ma poi c'è una persona che decide, una guida, e sono io. Bisogna quindi desacralizzare questo consiglio dei saggi: non è così importante, è solo un elemento come altri che concorre alla riuscita di una stagione. Ad esempio a Roma non è stato ancora del tutto adottato, eppure stiamo andando bene.

Su . "Nell'incontrare Francesco non c'era apprensione. Io non sono il tipo che fa calcoli. Sono trasparente, dico quello che penso. Ha apprezzato il mio essere leale con lui e c'è un buon feeling che passa tra noi. I grandi giocatori sono anche semplici, umili al di fuori del campo. Ho trovato l'uomo all'altezza del talento del giocatore. Lui è uno dei più grandi giocatori della storia del calcio, con un passaggio di prima intenzione eccezionale. E l'uomo è semplice. Vuole essere trattato come qualsiasi altro, con il semplice rispetto che si deve a qualsiasi giocatore. Non ha mai chiesto un trattamento speciale. A volte ci dimentichiamo che lui però deve gestirsi, perché a 37 anni è logico che non funziona come un giocatore di 18 anni."

Sulla stagione dell Roma. "E 'sempre possibile fare meglio, anche se è vero che siamo partiti alla grande con dieci vittorie in dieci partite. Ma non abbiamo ancora vinto nulla. Siamo ripartiti con buone basi dopo la nostra sconfitta a Torino, dobbiamo continuare ad essere affamati. Tutto può succedere. Ma noi non abbiamo il nostro destino nei nostri piedi. La è davanti e se non rallenta concluderà il campionato con più di 100 punti. Ma l'obiettivo è quello di essere lì nel caso perdesse punti.Vogliamo entrare in Europa, se possibile in , e questo richiede una continuità nei risultati." 

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(football.fr)