BENATIA: "Sogno almeno un titolo con la Roma. Mercato? Mi trovo benissimo qui, i tifosi sono unici" (AUDIO)

12/04/2014 07:38

SKY SPORT - Mehdi è stato ospite de "I signori del calcio", trasmissione dell'emittente satellitare. Il difensore giallorosso in questa stagione si è sicuramente contraddistinto per le sue ottime prestazioni, tanto da meritarsi l'invito a partecipare al programma che, tramite una serie di immagini, ripercorre la carriera dei più grandi giocatori della Serie A. Ecco l'intervista INTEGRALE:

ASCOLTA L'INTERVISTA A BENATIA

ROMA - "E' una à spettacolare. Lo sapevo perché quando sono venuto tutti i miei amici mi hanno detto 'dai che è bella'. Non mi aspettavo che una à così bella, con così tanti posti storici...quando sono venuto a fare le visite con mia moglie ci siamo sentiti fortunati per poter vivere da lì ogni giorno in una à così bella.

Quando giochi nella Roma hai una fortuna che non hai in tutte le squadre. Quel fervore, come si può dire...il sostegno dei tifosi perché sono sempre qua ogni giorno dopo l'allenamento, alla sbarra che ti aspettano. Quando vinci lo vedi che sono proprio contenti, ci sono tutte le età: possono essere piccoli, grandi, vecchi. Questa è una passione enorme, non mi aspettavo così tanto. Ogni giorno, sapere che ci sono così tante persone a sostenermi è un fattore molto importante".

LA MITRAGLIA - "E' stato prima di che ho parlato con il mio procuratore, che è più un amico, come un fratello, che mi ha detto: "Oggi fai un gol e fai la mitraglietta per dedicarmi questo gol" e l'ho fatto. Era la settimana dopo del gol contro la Sampdoria e gli ho detto: "Ho già segnato la scorsa partita, che segno pure oggi?" e lui: "Sì sì, segni pure oggi". Quindi aveva ragione e l'ho fatto, e da quel momento ho tenuto".

MARSIGLIA - "Io sono cresciuto a Marsiglia perché stavo lì e ho imparato tanto. Non ho avuto la fortuna di giocare con la prima squadra. Però sì, lì in Francia c'è anche tanta passione ma c'è differenza rispetto alla Roma. Marsiglia è una squadra in Europa che ha lasciato un segno. L'unica squadra di Francia ad aver vinto la , che non è poco. Adesso tocca a noi con la Roma, speriamo che avremo qualche soddisfazione a venire. Poi vorrei vedere la à come reagirà".

UDINE - "Mi manca la gente. Lì avevo tanti amici, sono stati 3 anni importanti. Ero arrivato in Italia e ho scoperto tante cose. Un paese e un calcio nuovo. A Udine non era solo il calcio, era come una vita un po' nuova e mi sono legato con tante persone. Quando ho tempo per fare un salto andiamo tutti con la famiglia perché queste persone sono molto importanti per noi. Ci hanno fatto stare bene a Udine".

GUIDOLIN E - "Guidolin è già un po' più vecchio di , quindi ha più esperienza. E' uno che, la prima volta che l'ho visto, mi è sembrato un freddo. Mi sono detto: "Questo allenatore sarà un po' difficile, perché è uno che non ride molto, è sempre concentrato sul lavoro". Dopo ho imparato a conoscerlo ed è veramente uno così: quando si lavora, si lavora. Lui non è uno che può mollare, diciamo così, anche quando abbiamo fatto delle stagioni incredibili lui era sempre tosto sempre dietro. E' un allenatore che mi ha fatto imparare molto, non solo sul calcio, anche sulla vita in generale.

già lo conoscevo perché l'avevo visto in Francia. E' uno a cui piace fare giocare bene la squadra. Lui è più giovane, poi ha sempre la battuta, qualcosa per divertirsi. E' un po' diverso, ma sono entrambe belle persone. Sono solo 6-7 mesi che lavoro con Rudi e il suo staff e mi trovo molto bene. Sono dei professionisti che fanno molto per noi e credo che i risultati arrivano anche per quello".

DI NATALE E TOTTI - "Di Natale è  più un attaccante vero, è più un bomber di . Anche se ha fatto più gol di lui, era più trequartista. Io mi ricordo quando ero piccolo che guardavo la Roma e Checco era più trequartista. Giocava pure sulla fascia, se mi ricordo bene, esterno. Sono due campioni che hanno dei colpi che non possono fare tutti quello che fanno loro. Quello che fanno con la palla tra i piedi lo fanno pochi giocatori. Sono molto giovani di testa, sono come noi. Quando parlo con parlo delle stesse cose di cui parlo con , che ha 23 anni. Non credo che senta il peso della sua età, è molto giovane e sta ancora bene fisicamente e si vede quando è disponibile con noi che è tutto diverso, perché è un giocatore molto importante. E' normale che a 38 anni abbia dei piccoli problemi e infortuni. E' stato molto difficile per noi perché lui è un giocatore che può renderti la partita facile".

GERVINHO - "E' arrivato all'inizio che non stava benissimo perché aveva perso un po' di fiducia all', dove non aveva giocato tanto. Qua con si è trovato molto bene perché ci aveva già lavorato insieme. Ha avuto la massima fiducia del mister e ha fatto benissimo. Subito ha portato una cosa un po' nuova nel calcio italiano. Non ci sono tanti giocatori dalle sue caratteristiche. E' un giocatore di velocità che salta l'avversario. Poi come dicono tutti, sì, poteva fare qualche gol in più ma è veramente fenomenale perché ha una qualità superiore di velocità e di corsa perché non è mai stanco, quindi è una forza in più per noi".

STAGIONE - "Secondo me si può sempre fare qualcosa in più. Quello che stiamo facendo è una cosa grande perché lo sappiamo, giochiamo bene e abbiamo vinto tante partite. Abbiamo perso anche qualche punto che potevamo non perdere, quindi sì, si poteva fare di più. Penso che l'atteggiamento è sempre stato buono, non abbiamo mai mollato, poi c'è l'avversario che ti mette sempre in difficoltà e quindi non puoi vincere ogni domenica.

Bisogna fare i complimenti alla che sta facendo un campionato enorme. Anche quando non giocano bene, fanno sempre questo gol che fa vincere la squadra. Quindi hanno sempre l'atteggiamento giusto e bisogna fare i complimenti anche alla ".

CURVE - "Non mi piace giocare senza tifosi, perché il calcio senza tifosi non è il calcio. E' stato bruttissimo giocare senza le curve. Poi non è neanche giusto quello che possiamo sentire negli stadi, ma posso assicurare che non è solo la Roma. Dappertutto ci sono le canzoni, non so come si possano chiamare, sulla Roma che non fanno molto piacere, ma non ho visto tante curve chiuse. Quindi il discorso, secondo me, è che le curve non dovrebbero essere chiuse, però se è così sarebbe bene fare uguale per tutti. Poi io mi auguro che i tifosi abbiano capito che noi abbiamo bisogno di loro, e non che 'se ci sono bene, se non ci sono uguale'. Perché io e tutti gli altri giocatori contro l'Inter abbiamo veramente la sensazione che era una partita che potevamo vincere, ma senza i tifosi è stato difficile fare lo sforzo di fare quel gol che ci avrebbe permesso di fare quei 2 punti in più".

RAZZISMO - "Siamo nel 2014 e ci sta ancora gente che ha idee un po' strane. Mi dispiace molto ma non posso dirti che se ci sta un coro contro di me mi fermo e non voglio più giocare. Sono due o tre persone stupide e preferisco far finta di non aver sentito, perché alla fine quelli che vanno allo stadio per dire queste cose sono persone che non meritano neanche rispetto. Già parlare di loro è fin troppo".

MAROCCO - "In Francia ho avuto tante difficoltà con gli infortuni. Sono passato per la seconda divisione per 3 anni e il Marocco è venuto a chiamarmi in quel momento, che era un momento molto difficile da vivere e quindi per me è stato veramente una grande cosa la possibilità di giocare in Nazionale A in Marocco,  e ho detto veramente che mi vogliono. Quindi non ho mai pensato se dovessi andare o meno.

Ci sono tante cose che non vanno, non è una situazione facile. Abbiamo cambiato sempre gli allenatori, non lasciano il tempo a uno di fare le sue cose. Perdiamo tre partite e lo mandano a casa. Per questo mi sono arrabbiato. Abbiamo la Coppa D'Africa in casa, con gli stadi nuovi e la gente che aspetta di vedere un marocco di qualità e noi non abbiamo ancora un allenatore, un presidente. L'altra volta c'era una data Fifa, quindi una partita tra nazionali, dove noi non siamo andati perché non c'era un allenatore e quindi non c'era partita. Questo non mi sembra normale. Sono il capitano della nazionale e mi è sembrato giusto dire: "O facciamo qualcosa di concreto, un progetto importante per andare a vincere quella Coppa d'Africa in Marocco, o preferisco lasciare il posto a un altro". Ho parlato con i responsabili della Federazione, vedremo quello che sarà fatto. Spero che facciano qualcosa di importante, perché il Marocco è un paese per cui il calcio è veramente una cosa troppo importante. C'è solo il calcio che da' un po' di sollievo. Quindi non possiamo andare lì e uscire al primo giro. Se vogliamo dare un po' di felicità ai nostri tifosi dobbiamo prepararla bene".

NASRI - "Nasri è come un fratello. Io stavo in seconda divisione, ero appena tornato dall'infortunio al . Finita la stagione in Serie B mi disse: "Guarda, posso parlare di te a Wenger. Cerchiamo un difensore, così vieni a fare una prova di 5-6 giorni". Io gli ho detto: "Samir, mi fa piacere quello che dici, però io sono in seconda divisione. Se tu vai da Wenger per parlare di , c'è qualcosa che non va. Quindi ti ringrazio ma è meglio di no". Lui è andato comunque a parlargli di me. La vità ha voluto comunque che tre anni dopo ho giocato i preliminari di contro l' e alla fine ho parlato con il mister Wenger, perché Nasri gli aveva parlato di me. Mi ha detto: "Dovevo ascoltarlo". E' stato un momento bello perché ho capito che è veramente un amico, perché andare a parlare di un giocatore di seconda divisione all', voleva dire che si era veramente fidato di me. Mi ha fatto piacere però non so se ha parlato di me al , ma al momento non ci penso neanche, al momento sto alla Roma e, come ho detto, sto benissimo. Cerchiamo di finire la stagione come abbiamo iniziato, alla fine ci sarà un momento per parlare di tutto".

CALCIOMERCATO - "In Italia ho la sensazione che se ne parli di più rispetto agli altri paesi. A volte, quando non c'è niente da dire c'è sempre mercato, mercato, mercato...a me dispiace molto che ogni giorno quando apri un giornale ci sta il nome di una squadra diversa. A me dispiace e non capisco perchè, non siamo neanche nel mercato e quindi non mi fa neanche piacere. Io sto qua e sto benissimo. Ripeto: prima di tutto dobbiamo andare in , poi la decisione è della società, vediamo cosa vogliono fare. Io se devo rimanere a Roma sono contento. Se c'è qualcosa di enorme che la società mi dice: "Guarda bisogna venderti", è il calcio: è fatto così. Però io a Roma mi trovo bene e non penso di andare via".

IDOLI - "Idoli? Un giocatore che mi è sempre piaciuto più di tutti è Zidane. In Francia era il numero 1, non ce n'è uno che ha fatto come lui. Era uno elegante, forte e che ha vinto tutto. Come difensore mi piaceva molto Maldini. Era un difensore enorme, ha giocato da 17 a 40 anni nel Milan, vincendo tutto anche lui. Non mi ricordo una partita sbagliata che ha fatto lui: era una macchina da guerra, sempre forte e in forma. Ho grande rispetto per questi giocatori".

TEMPO LIBERO - "Mi piace stare nella famiglia. Cose semplici perché siamo sempre in ritiro o allenamento. Quando abbiamo la possibilità di stare due giorni a casa o per le vacanze mi piace stare con loro, divertirmi con i miei figli. Mi piace troppo perché sono particolari, non si fermano mai. Anche questa è un'attività difficile (ride). Però sì, mi piace stare con loro in famiglia".

RELIGIONE - "Leggo parte dei giornali di calcio e poi leggo poco. C'è solo il mio libro, il Corano, quello della mia religione. E' grande e quindi lo devo leggere piano piano. Mi piace quando ho un po' di tempo leggere il Corano perché ci sono cose fondamentali per la mia vita. Fa parte della vita, ogni giorno abbiamo un rituale da rispettare. Faccio di tutto per rispettarlo al 100%. Poi ovvio, vivendo in Europa non è così facile da rispettare come in Marocco. Per il lavoro sto qua e quindi faccio quello che posso fare, poi come dico sempre la religione è una cosa privata. A parte un mio amico di stanza che è , gli altri neanche lo sanno, non è una cosa che vado a dire in giro".

- "Siamo sempre insieme, abbiamo la casa vicino. Quindi anche la sera andiamo sempre a mangiare insieme. Ho un bel rapporto con lui, è uno più giovane di me ma è molto maturo e intelligente, oltre che un grande giocatore. E' una persona semplice e siamo tranquilli di fare un grande lavoro e di essere fortunati. Non ha l'atteggiamento dei giovani di oggi, è semplice e per questo mi piace molto".

IL PROPRIO SOGNO - "Il sogno, come dico sempre a mia moglie, spero di fare tutto per lasciare un bel ricordo ai miei figli, che per tutti gli uomini è una cosa importante. Quando vedo mio figlio o mia figlia che vedono un mio video, sono troppo contento. Adesso hanno capito che gioco a calcio e che sono un po' particolare perché quando vado al parco mi fermano tutti e mi chiedono le foto e quindi hanno capito. Purtroppo non abbiamo la stessa vita di tutti, devo essere un po' più riservato e quindi a volte non posso andare. A volte voglio andare con loro ma se andassi, per dire un venerdì o un sabato al parco, ci sta tanta gente e quindi non vado. Anche perché non ne potrei apprifittare, perché c'è tanta gente che ti viene addosso e a volte non posso essere vicino a loro come vorrei farlo. Spero che comunque riuscirò a lasciare un bel ricordo ai miei figli. Il sogno calcistico è vincere un titolo, almeno uno con la Roma, perché c'è un gruppo di ragazzi fantastico, c'è una bella società e tutto per far bene. Se possiamo vincere qualcosa, sarebbe qualcosa di enorme per me".