15/07/2014 12:40
Il centrocampista bosniaco della Roma, Miralem Pjanic, ha rilasciato un'intervista alla rivista Calcio 2000, questo mese in edicola. Questo uno stralcio dell'intervista:
Sai che i tifosi della Roma ti chiamano Giotto?
"Sì, lo so ed è un soprannome di cui vado orgoglioso, perché io gioco per divertirmi e far divertire i tifosi. Cerco sempre di fare giocate belle, ma che devono sempre essere funzionali all'interesse della squadra, se no è tutto inutile...".
Per parafrasare Garcia, si può dire che il mister ha rimesso Pjanic al centro della Roma?
"Diciamo che il gioco di Garcia dà grande importanza al centrocampo e, giocando io a centrocampo, possiamo anche dire così (ride, ndr)".
È vero che il tuo idolo da ragazzino era Zidane?
“Sì, è vero, perché era un grandissimo giocatore, apprezzavo la sua tecnica, la sua eleganza, la sua semplicità dentro e fuori dal campo. Un giocatore che apprezzo ora? Chiunque ami il calcio non può non amare Xavi, che ne è l’essenza. È bello da vedere, ma gioca semplice, per me il calcio è semplicità”
Quando hai realmente capito che saresti riuscito a coronare il tuo sogno?
"Quando sono arrivato in Francia ho capito che si faceva sul serio. Mi dicevo:"Perché lui dovrebbe farcela e io no?" e ho dato tutto me stesso perché ciò accedesse".
L'emozione che vorresti ancora provare?
"Vincere titoli, vedere la gente esplodere di gioia. Questo è il mio prossimo obiettivo, lavoro ogni giorno per questo".
Come ha fatto la Roma a convincerti, se ha dovuto convincerti, a trasferirti in Italia?
"Ero in ritiro con la Nazionale e non pensavo di lasciare il Lione, ma la Roma mi ha contattato, Luis Enrique è venuto più volte a farmi visita, mi hanno dimostrato in tutti i modi quanto mi volessero davvero. Mi sono detto che se tutti mi volevano così tanto, era giusto venire qui".
Conoscevi già il calore del pubblico della Roma?
“No, perché non conoscevo nulla, a momenti non sapevo dove fosse Roma, non sapevo neanche che ci fosse il mare (ride, ndr). È stata una piacevole sorpresa, una sorpresa ogni giorno più bella. Non mi sono mai pentito della scelta fatta, perché qui sto benissimo e adesso voglio vincere con questa maglia”.
Dopo stagioni difficili, la Roma di quest’anno ha disputato un campionato eccezionale: qual è stato il segreto, la scintilla?
“Devo dire che il mister ci ha messo molto: il gruppo si è unito, rispetto a prima è molto più coeso, Garcia ha lavorato molto sulla fiducia e ha fatto sentire importanti tutti i giocatori. La Juve ha fatto un campionato da record, ma noi abbiamo tenuto il passo e sono convinto che questa squadra può dare ancora più fastidio a tutti in futuro”.
In cosa in particolare ti ha sorpreso mister Garcia?
“Ha trasmesso le sue idee in maniera chiara e noi l’abbiamo seguito. Ha fatto sentire importante il gruppo e non i singoli giocatori. Le prime vittorie, poi, sono state fondamentali per acquisire ulteriore fiducia”.
Come si colma il gap con la Juve?
“Loro hanno fatto cose incredibili e secondo me la differenza l’ha fatta l’esperienza, il fatto che fossero da tre anni insieme, che il tecnico conoscesse bene i suoi giocatori, mentre il nostro è un progetto tutto nuovo, ma con questa mentalità credo che andremo lontano”.
Come ti immagini la Roma in Champions?
“Sarà dura, ma non andiamo in Champions per non passare almeno il primo turno. Con i giocatori che abbiamo superare il girone è un obbligo”.
(calcio2000)