05/04/2017 18:54
RIVISTA UNDICI - Nel prossimo numero, in uscita domani nelle edicole, sarà pubblicata un'intervista a Daniele De Rossi. Questa un'anticipazione delle parole del numero 16 romanista: "Sto bene. Sono felice. È un annetto che ho ricominciato a sentirmi un calciatore fino in fondo. Un calciatore di livello alto".
De Rossi ha parlato anche di Pirlo: "Pirlo per me è un esempio da seguire anche per come agisce con l'esterno: la sua capacità di gestire la pressione, anche se in realtà lui non la gestisce perché non la sente".
Su Spalletti: “La Roma dovrebbe fare di tutto per trattenere Spalletti. È stato l’allenatore che mi ha condizionato di più. Ho cominciato a vedere il calcio con gli occhi di questo allenatore. Ed è un bel vedere. Al di là di che cosa farò io, al di là che a volte ha un carattere difficile, la Roma dovrebbe fare di tutto per trattenerlo perché sarà più forte”.
Il contratto: “È una cosa che prima o poi dovrò affrontare con la società. Ma non ci penso. Ma voglio continuare a giocare ancora per un po’”.
La vita a Roma: “Vivere senza Roma sarebbe stata una cosa che mi avrebbe fatto più male del non aver vissuto un Real Madrid-Barcellona, o di non aver calcato gli stadi inglesi più belli, di non aver vinto determinate cose”.
La stagione con Zeman: “È stata difficile, è stata la prima in cui ho giocato di meno, non mi sentivo indispensabile. Non credo che Zeman sia un disonesto. La sua carriera e la sua storia parlano per lui, ha dimostrato spesso di avere una grande rettitudine, non vedo perché con me l’avrebbe dovuta compromettere”.
Su Totti: “Io mi sono permesso in questi 16 anni un lusso che a Roma si sono permessi in pochi: viverlo non solo come un idolo. Stare tutti i giorni con lui ti porta a vivere come una cosa normale l’essere accanto a un calciatore che non è normale”.
Su Ranieri: “Quello con cui ho vissuto la stagione più esaltante”.
Su Conte: “Mi ha folgorato. Io amo le persone dirette. Amo chi dice la verità. Tatticamente è un mostro. È un animale da campo. Non è facile essere un suo giocatore, ma è bello esserlo”.
Il futuro da allenatore: “Ho avuto due tra i dieci allenatori migliori del mondo: Spalletti e Conte. Il terzo è Luis Enrique. Con un altro, Guardiola, ho giocato, e se dovessi prendere una panchina chiederei di andare a guardarlo per imparare”.