29/07/2017 18:46
ROMA TV - Il capitano della Roma, Daniele De Rossi, ha rilasciato un'intervista dalla tournée che i giallorossi stanno affrontando negli Stati Uniti all'emittente radiofonica ufficiale del club. Queste le parole del numero 16 giallorosso:
Che numero di precampionato è per te?
Il primo ritiro è stato nell'estate del 2001, c'era un entusiasmo contagioso per lo Scudetto. Questo è il 16°, è un orgoglio per me. Le motivazioni per andare avanti? Me le dà l'amore per questa squadra
Ripensi mai al tuo percorso?
Sì, ci ripenso spesso, quando si è vecchietti, calcisticamente parlando, si tende ad avere fretta, una carriera non è eterna, bisogna conviverci. Riguardo il mio percorso e dico ai giovani di godersi ogni cosa, anche la lontananza dalla famiglia, dagli amici, fare il calciatore è qualcosa di unico
Hai potuto studiare da Capitano, quest’anno ti tocca. Come la vivi?
Siamo tutti un po’ vedovi del nostro capitano storico, tra virgolette ho fatto il capitano l’anno scorso, era normale che Francesco avrebbe giocato un po di meno. Dal punto di vista tecnico non cambia molto, ma manca il simbolo, colui che portava la gente allo stadio, è una responsabilità in più per noi, per me in particolare. Prima o poi doveva succedere, non siamo eterni, nonostante Francesco lo sembrasse
Come vivi il fatto che le persone ti vedono come un simbolo, il tuo amore viscerale per la Roma?
La vivo bene, è un onore, ho sempre lavorato per diventare qualcosa di importante per i tifosi della Roma, la pressione non l’ho mai sofferta troppo. Essere un simbolo per i romanisti è una responsabilità, a 34 anni devo dare un equilibrio a questa mia focosità in campo, ma la fascia mi aiuterà
Ti ha fatto strano lavorare con Di Francesco, tu che l’hai vissuto in maniera differente?
Sì, è strano, ma se fosse arrivato qualcun altro sarebbe stato uguale, il fatto che lo conosco è un vantaggio minimo, sono un giocatore come tutti gli altri. Di Francesco vuole il bene della Roma proprio come me. Dovrò sudare e rispettarlo come qualsiasi altro tecnico
Quando leggi che il 4-3-3 è lo schema, non ti preoccupa?
No, anzi forse è stato uno dei moduli più usati dagli allenatori che ho avuto, da Spalletti a Garcia. Stiamo lavorando per assimilare i concetti del mister, che sono simili anche a quelli dello stesso Zeman. Dal punto di vista offensivo è ottimo per noi.
Qual è il tuo ruolo secondo te?
Dal punto di vista tattico mi sento quasi unico. Fino a quando il fisico ha retto sono stato una mezzala universale, segnavo e difendevo, poi sono diventato centrocampista centrale, il pensare di saper fare più ruoli è un qualcosa di positivo. Ci si mette a disposizione, le caratteristiche sono quelle
Alla fine della partita con il Tottenham sei andato a coccolarti Ünder
Sono protettivo con i più giovani, deve essere difficile cambiare città cosi giovane, se avessi cambiato squadra a quell’età avrei voluto che qualcuno si comportasse così, facendolo sentire tranquillo e parte del gruppo, è un giocatore importante. Le amichevoli contano il giusto, ma lui si è subito fatto trovare pronto, siamo felici quando segna un giovane, sono andato ad abbracciare anche Tumminello, lo ha allenato anche mio padre e ci tengo particolarmente.
Ünder è uno dei nuovi che ti ha fatto dire 'ah però'?
Tutti i nuovi mi hanno lasciato ottime impressioni, alcuni già li conoscevo, Ünder non l’avevo mai sentito nominare, ci sta facendo vedere in allenamento il motivo per cui è stato fatto un investimento importante. Abbiamo perso giocatori importanti, anche a livello di leadership nello spogliatoio, ma ora sono stati rimpiazzati con gente brava e di personalità sia a livello umano che come giocatori
Sul calendario come ti approcci?
Mi interessa perchè voglio iniziare, le amichevoli hanno una valenza minore. L’inizio non poteva essere migliore o peggiore a seconda dei punti di vista, è bello iniziare con partite così impegnative, dovremo sudarci i primi punti. Alla seconda incontriamo il nostro ex mister, sarà una partita che porterà anche molti tifosi allo stadio.
Questa Juventus è veramente inarrivabile?
La speranza c’è sempre, sui 4 punti dello scorso anno ci si può lavorare, ma bisogna analizzarli, loro hanno un po’ tirato il freno, ma non ci deve interessare. Quest’anno sarà ancora più difficile, ma bisogna lavorare per colmare il gap con la Juventus e provare a costruire qualcosa per i tifosi, poi a campionato in corso vedremo dove saremo.