23/10/2017 16:20
ROMA RADIO - Hector Moreno, difensore della Roma, è intervenuto questa mattina ai microfoni della radio ufficiale del club giallorosso, all'indomani del suo esordio da titolare in Serie A sul campo di Torino. Queste le sue parole:
Le tue sensazioni dopo l’esordio?
Sono molto felice della possibilità avuta, sapevo che avevo bisogno di conoscere di più il calcio italiano. Come ha detto il mister, sono stato abituato ad un calcio totalmente diverso. I miei allenatori mi dicevano “gioca sull’uomo e ammazzalo”, la mia partita finiva lì. In questo tempo ho imparato cose che mi hanno fatto crescere
Il campionato italiano resta il più difficile?
Penso di si, è un calcio molto tattico e fisico, è importante anche essere forte fisicamente
Le tue qualità in impostazione?
Ho avuto la fortuna di avere grandi allenatori come Pochettino e van Gaal, gente al quale piace giocare. Meglio giocare la palla che correre dietro all’avversario. Ognuno fa il meglio della squadra, che è la cosa più importante. Se la squadra è poi in buona condizione si lavora anche meglio.
Meglio in una difesa a 3 o a 4?
Sono abituato ad entrambe, ho giocato più a 4 ma in Nazionale a volte anche a 3 o a 5, così si ha più libertà e più spazio. Alla fine il più delle volte ti ritrovi solo con l’altro centrale, il sistema di gioco in campo di trasforma. L’importante è sapere chi gioca al tuo fianco e le sue qualità.
Ieri Kolarov ha detto che sembra di essere qui da due anni, anche te hai la stessa sensazione?
Abbiamo giocatori che ti fanno sentire a casa, lui è stato avvantaggiato avendo già giocato in Italia. Adesso ho vinto un po' di vergogna iniziale e parlo bene in italiano, va meglio e mi trovo benissimo qui dal primo giorno, sono davvero felice.
Successo importante a Torino?
Importantissimo, era una gara difficilissima, mi avevano detto che non vincevamo a Torino da 4-5 anni. Dopo la bella partita di Londra resta qualche rimpianto, volevamo continuare sulla scia di quella bella prestazione. Ora abbiamo 3 partite in casa, sarà più facile vincere le prossime 2 visto che c’è la situazione più comoda per farlo
Si prendono pochi gol fuori casa?
Fondamentale, non dipende solo dai difensori alla fine, il lavoro degli attaccanti è più difficile. E' il lavoro di tutta la squadra, siamo felici, siamo cresciuti in questi 2-3 mesi e la squadra può fare di più.
Il Messico è un paese molto cattolico e anche tu lo sei. Cosa vuol dire per un te stare a Roma?
Sono stato qui due volte, mi sarebbe sempre piaciuto vivere qui. Per me è una cosa bellissima, la settimana scorsa sono andato per la prima volta in Vaticano, un'esperienza importante per me e per la mia famiglia.
Possiamo dire di avere più tifosi in Messico grazie a te?
Si, per me già ce l'aveva, la Roma è una grande squadra. Poi siamo in pochi a giocare in Europa, solo in 13 circa in grandi club. Per fortuna sono in una grande squadra e sono felice, l'ho detto dal primo giorno che se faccio bene qui il calcio messicano più seguito, è una bella responsabilità.
In difesa parlate tante lingue diverse. Come vi capite?
Parliamo italiano. La comunicazione è importantissima.
C'è feeling con i tuoi compagni di reparto?
Si, c'è tanto rispetto tra di noi. Quando non gioco sono ben contento se ad esempio Fazio fa bene. Quando avevo vent'anni magari speravo in un errore di un compagno per poter giocare, ora no. Non importa chi gioca, basta che vinca la Roma.
Ieri hai marcato Sadiq, già lo conoscevi. Cosa ti ha detto il mister?
Il mister mi ha detto di fare quello che avevamo provato in allenamento, di giocare come so.