20/04/2018 04:51
EL ECONOMISTA - Dopo lo straordinario percorso della Roma in Champions League e la 'remuntada' sul Barça all'Olimpico che ha permesso ai giallorossi di raggiungere la semifinale, in cui affronterà il Liverpool di Klopp, anche in Spagna tessono le lodi del direttore sportivo giallorosso, Monchi. Al quotidiano spagnolo, il ds romanista ha raccontato le sensazioni dopo l'impresa con i blaugrana e l'esperienza alla Roma: "Anche oggi continuo a rispondere ai messaggi della gente che si congratula per martedì. E' stata un'autentica alluvione di dimostrazioni di affetto in meno di 5 minuti. Durante la settimana precedente sapevamo che avevamo le nostre possibilità. Una delle chiavi della vittoria è stata la fisicità, siamo stati primi su tutti i palloni contesi. Quello che abbiamo vissuto allo stadio è indescrivibile, e anche l'attaccamento dei giocatori con lo stadio in una felicità assoluta non sono capace di descriverlo". Sui festeggiamenti di Pallotta con il tuffo nella fontana a Piazza del Popolo e come ha invece Monchi vissuto la vittoria afferma: "Non mi sono trattenuto nelle celebrazioni, ricordo di essere arrivato molto felice a casa e di essere andato a dormire con calma. Dopo la vittoria sul Barça ho dormito molto bene, ora tocca al Siviglia (Siviglia-Barcellona in finale della Coppa del Re il 21 aprile, ndr)".
Un passaggio sul suo lavoro, sul 'metodo Monchi': "Mi piace molto il mio lavoro. Ognuno ha il proprio modo di fare le cose ed è rispettabile. A me piace dare importanza al talento e alla formazione. Noto che sono migliorato ma ho bisogno di continuare ad apprendere giorno dopo giorno, specialmente dalla mia famiglia. Quando le cose vanno bene sei obbligato a mantenere i piedi per terra. Da bambino mi dicevano che bisogna avere pazienza per ottenere i risultati e la vittoria contro il Barcellona è una prova che non mi dicevano bugie". Quando si addita un nuovo direttore sportivo come il 'nuovo Monchi' "non mi considero tanto importante, non è neanche qualcosa che mi disturba, ma se si usa è perché la gente mi rispetta, ed è qualcosa per cui si ringrazia sempre, ma si esagera...". Prosegue: "Economicamente parlando, prima di fare una mossa devi conoscere il club. Quando ho conosciuto bene la squadra ho iniziato a muovere i primi passi per soppesare le prime operazioni. Al Siviglia siamo partiti quasi da zero, alla Roma non è così, questa tappa era già stata fatta. Non significa che non bisogna continuare a fare plusvalenze per continuare a crescere. Dopo 30 anni nel mondo del calcio ti rendi conto che ci sono momenti difficili, ma bisogna superarli. Se hai la coscienza pulita, alla fine il tempo dà ragione. Spero che si smetta di parlare della vittoria contro il Barcellona e che si dica, invece, che la Roma è arrivata in finale". Poi un ulteriore e doveroso passaggio sul Siviglia: "Mi ha dato tutto come giocatore e come direttore sportivo e per questo gli sarò eternamente grato. Mi avrebbe fatto piacere se avesse eliminato il Bayern nei quarti di Champions".