30/11/2019 01:57
AS ROMA MATCH PROGRAM - Ventitrè anni sono pochi, ma se ben spesi possono portare ad un maturità tale che quando ti capita una grande occasione, sei pronto per sfruttarla al massimo. Gianluca Mancini, classe ’96, riesce a fondere l’entusiamo e l’energia di un poco più che ventenne, con la maturità che ha solo chi ne ha già viste tante. È arrivato in sordina lo scorso luglio, ma le parole del DS Petrachi hanno fatto subito capire che non sarebbe stato un acquisto qualunque: “L’arrivo di Gianluca ci permette di aggiungere al nostro reparto difensivo un giocatore giovane e tecnicamente molto valido… sono contento di poter mettere a disposizione di mister Fonseca un ragazzo così dedito al lavoro e che ha grande voglia di migliorarsi”.
Le sue prestazioni stanno crescendo domenica dopo domenica e poi contro il Brescia è arrivato il primo gol, sotto la Sud, lo aspettava tanto. A mente fredda cosa prova?
“La gioia del primo gol è una emozione indescrivibile. Per noi difensori segnare è una cosa in più, andare a segno la domenica è super emozionante. Come ho già detto lo aspettavo da tanto, e segnarlo all’Olimpico, con la maglia della Roma, è stata una bella emozione. A freddo rivivo le stesse emozioni vissute a caldo. Sono un ragazzo così…”.
Una Roma che continua a crescere e dimostrare solidità, soprattutto in difesa ma in generale state acquisendo sempre più equilibrio e un’identità precisa.
“La solidità arriva grazie all’apporto di tutti. Sia nel reparto offensivo sia in quello difensivo dove cerchiamo di mettere in pratica quello che ci dice il mister. È importante raggiungere l’equilibrio, dobbiamo continuare ad allenarci sempre al massimo per fare sempre meglio”.
Inoltre, cominciano ad avere un certo peso anche i gol segnati da palla inattiva…
“Sicuramente i gol su palla inattiva fanno la differenza. Sono poche le giornate di campionato passate, ma alla fine i gol su palla inattiva porteranno punti. Soprattutto quando incontriamo squadre che si chiudono particolarmente bene, diventano un’arma in più. Ci lavoriamo molto prima delle partite, ma in più siamo aiutati anche dalla struttura fisica, quando andiamo a saltare siamo quasi tutti sopra l’1,90, quindi il fisico ci facilita. Dietro c’è lavoro e organizzazione, non è una palla buttata così a caso”.
Parliamo di mister Fonseca, di lei evidenzia la grande maturità, sia dentro sia fuori dal campo…
“Quello che dice il mister mi fa piacere, sono giovane, mi hanno sempre etichettato come “giovane vecchio”. Io non lo ho mai considerato un difetto ma un pregio, così lo sento. Mi piace prendermi delle responsabilità, magari anche sbagliando e sentendo qualche critica. Fa parte del mio gioco. In squadra bisogna essere in tanti che non hanno paura di esporosi, e siamo fortunati perché la Roma ha davvero tante di figure in grado di prendersi responsabilità. In squadra prendo spunto dai giocatori più esperti, dai vari Florenzi, Kolarov, Dzeko e Fazio. Se il mister pensa questo di me è perché me lo sono conquistato ed è un piacere”.
In una delle prime interviste confessò di vivere per il calcio, qual è il segreto per gestire le pressioni?
“Sì è vero, vivo per il calcio, è la cosa che faccio ogni giorno ed è ciò che amo più di tutto. Ci ho messo un po’ per capirlo, ma quando sei ad alti livelli, lo devi fare, il calcio deve essere la cosa più importante della tua vita. La pressione fa parte della vita, ogni mattina ti alzi con un po’ di pressione, vale per tutti i mestieri e ad ognuno il suo. Bisogna viverla bene, ci deve essere un po’ di pressione, che non ti fa mai rilassare, ma la devi vivere serenamente e bene per fare risultati”.
Anche gli errori in qualche modo aiutano a crescere… è vero che rivede la partita quando torna a casa?
“Sì, mi aiuta a migliorare. Con lo staff facciamo sedute video e tattiche, ma ogni volta mi piace rivedere la mia partita, vedere come mi sono comportato. Gli errori fanno parte delle partite, ci stanno. Da quando vedo con attenzione le partite di calcio, e ne vedo tante, non ho mai visto una partita intera in cui un difensore non fa almeno un errore. C’è sempre un errore almeno a partita, giocando ad alti livelli ci può stare. L’importante è, appena fatto l’errore, pensare di recuperare, bisogna abbassare la testa e continuare, anche se hai preso gol. Unica cosa è capire l’errore fatto e la volta dopo non farlo più, se accadesse parecchie altre volte potrebbe essere un problema. È vero che gli errori ti aiutano a migliorare, non si possono guardare solo le buone partite. Quando giochi bene sai che è andata bene, capire l’errore ti aiuta a migliorare sicuramente”.
Il suo inserimento nella Roma è stato infatti molto veloce e la dimostrazione è che non serve essere giocatori di grande esperienza per farsi sentire e meritarsi il rispetto in campo.
“Il mio inserimento da luglio è stato facilissimo grazie ai miei compagni, a me non sembrava di aver cambiato squadra. È stata una cosa fantastica. Mi hanno aiutato e consigliato. Devo ringraziare tutto lo staff del mister che lavorano al 110%, come noi, per aiutarci a migliorare. Avrei potuto avere più difficoltà se fossi capitato in un ambiante diverso.
Fuori parlo poco, ma in campo non c’è età. In partita siamo tutti uguali, non guardo l’età e se c’è bisogno di strillare e magari anche mandarci a quel paese ci sta. È giusto, e in questa squadra ci sono tanti giocatori che fanno alzare il livello e si fanno sentire in campo”.
La città di Roma: come passa il tempo libero, c’è una zona che preferisce?
“È bellissima… Roma è magia. Qualcuno ha scritto che Roma è l’unica città in cui ti perdi e sei contento, anche io la penso così, scopri sempre cose nuove. Quando posso, almeno un paio di volte alla settimana, quando non si gioca ogni tre giorni, vado in centro. Mi piace girare… io sono un curioso, con mia moglie cerchiamo di capire quello che c’è dietro, la storia che racconta…”.
Riparte il campionato, si va a Verona, che partita sarà?
“Ci aspetta un sfida importante a Verona. Loro stanno andando forte, ho visto un po’ di partite, corrono molto e hanno grande aggressività. Noi dobbiamo continuare sul livello che abbiamo da un po’, migliorando sempre. Ogni domenica c’è un nuovo gradino da superare. Il campionato italiano sta diventando sempre più competitivo, non c’è più un grande divario tra le big e le cosiddette piccole almeno sulla carta. Ti fanno tutte sudare e dovremo essere concentrati per finire il ciclo di partite prima di Natale nel migliore dei modi”.
Anche in Nazionale c’è tanta competizione. Mancini ha creato un buon gruppo, qual è il punto di forza degli azzurri?
“Il gruppo che si è formato in Nazionale è grandissimo. Il mister è stato bravo all’inizio a ricostruire la squadra aggiungendo dei giovani, sarebbe anche potuta essere una scelta sbagliata. Ha creato un bel mix di giocatori esperti e giovani che mettono entusiasmo. Essere convocati in Nazionale non è cosa da poco; vent’anni fa per vestire la maglia azzurra dovevi avere alle spalle tante gare di Serie A, oggi per fortuna le cose sono cambiate, e noi portiamo entusiasmo. I “vecchi” ci aiutano capire l’importanza di vestire quella maglia. Il gruppo che andrà agli Europei lo farà il mister e vedremo cosa farò io”.
Quali sono gli obiettivi di Gianluca Mancini per questa stagione?
“Voglio migliorare settimana dopo settimana e mi sento già molto cambiato da inizio stagione ad oggi. Voglio raggiungere gli obiettivi con la Roma e se gioco bene con questa maglia posso dimostrare a mister Mancini di meritare la convocazione. Insomma, il primo obiettivo è fare bene con la maglia giallorossa”.