16/11/2019 04:02
ESPN - Aveva bisogno di fiducia e Paulo Fonseca gliel'ha data. Javier Pastore, arrivato dal Psg due anni fa, è riuscito finalmente a ritrovare la giusta condizione fisica e mentale che gli ha permesso di mettere in mostra prestazioni ottimali, tanto da essere schierato sempre titolare nelle ultime uscite della Roma. El Flaco, intervenuto ai microfoni dell'emittente televisiva, ha rilasciato una lunga intervista dove ha parlato del suo futuro, della possibilità ancora viva di vestire la maglia della Nazionale argentina, dell'approdo di De Rossi al Boca e di Ibrahimovic, suo ex compagno di squadra ai tempi del Psg accostato a parecchi club italiani, tra cui la Roma. Queste le sue parole:
Lasciare la Roma?
"Mi hanno chiamato in tanti chiedendomi di questa cosa, ma la verità è che non c’è niente di concreto e di serio, non vedo possibilità di andare via adesso dalla Roma, sto molto bene“.
Se fossi costretto a lasciare, dove andresti?
"(Interviene la moglie in collegamento, ndr). È chiaro che il club sarebbe il Talleres (la formazione dove è cresciuto, ndr). Se tornerà, e questo succederà perché quasi tutti sognano di chiudere la carriera in Argentina, gli piacerebbe tornare al Talleres".
Ibrahimovic alla Roma?
"È un grande, sarebbe grandioso se tornasse in Italia. Un giocatore così muove tutto, la stampa e non solo. E perché no alla Roma? Sarebbe bello riaverlo come compagno. Abbiamo un bel rapporto con lui e la famiglia, in privato è un personaggio diverso rispetto a come si mostra in pubblico. Calcisticamente mi piace moltissimo e lo ammiro anche come persona".
De Rossi al Boca Juniors?
"Ne parlava molto già prima di andare, chiedeva molte cose a Fazio, Perotti e a me. E noi eravamo impazziti, perché è un giocatore che è rispettato in tutto il mondo, quando sono arrivato alla Roma è stato il primo che mi ha scritto e mi ha chiamato. È una persona bellissima, semplice, gli auguro il meglio. Come si vive il calcio in Argentina non si vive da nessun’altra parte, ha ragione".
Tornare a vestire la maglia dell'Argentina?
"Ovviamente, il sogno è sempre presente. L’importante è stare bene nel club, fare una buona stagione, dimostrare di star bene e poi se c’è la possibilità… Ricambio generazionale? Non fa affatto male, sono contento che ci siano giovani così e ce ne sono ancora tanti altri che meritano una possibilità. Poi è normale che il livello di livello di Messi e Di Maria sia incredibile, ma un po’ di ricambio non fa male e non sarebbe una cosa cattiva non vedere in campo ogni tanto questi top player. Di Maria è il giocatore più utilizzato quest’anno al PSG, pur giocando con Cavani, Neymar e Mbappé. La decisione la prende sempre il tecnico, lui deve decidere chi convocare e chi no".
Miglior periodo con la Seleccion?
"Il mio periodo migliore nella Seleccion è stato nel 2015, con il Tata Martino. Ho avuto più continuità e ho giocato di più. Anche nel PSG avevo giocato tutto l’anno ed ero stato molto bene fisicamente. È stato uno dei miei migliori anni. Nel 2016 invece ho giocato meno, c’è stato il cambio allenatore al PSG. Sabella? Ogni tecnico ha il suo stile di gioco e di giocatori. Sabella aveva giocatori che già conosceva e ha convocato loro perché si fidava di più. Scaloni (l’attuale CT, ndr) non l’ho mai sentito ad ora. Però credo che il rendimento sia la prima cosa, poi ovviamente è una decisione del tecnico. Di certo non potevo pretendere di andare in nazionale in questi ultimi due anni, perché non mi sentivo bene e all’altezza. Oggi mi sento molto meglio, ma devo continuare così per pensare di avere una possibilità".