Ora sei alla Roma: com’è lavorare con Mister Fonseca?
È un grandissimo allenatore, un po’ simile a Sarri, vuole sempre uscire palla al piede sfruttando il gioco dei centrocampisti, questo mi piace tantissimo. Questa nuova avventura è un nuovo step della mia carriera, devo superarlo. Questa estate, dopo la Coppa d’Africa, sono tornato prima dalle vacanze per conoscere prima il Mister e i compagni, non vedevo l’ora di partire con la stagione.
Che emozione è stata partecipare alla Coppa d’Africa?
Giocare per la Guinea per me è un’emozione inspiegabile. Quando i tifosi cantano l’inno mi vengono le lacrime. Questa per me è stata la prima Coppa d’Africa e non vedevo l’ora di giocarla, è stata un’esperienza incredibile.
Da bambino chi era il tuo idolo?
Yaya Touré, lo guardavo in tv a casa, giocava nel Barcellona in quel periodo. Lo seguivo con la nazionale della Costa d’Avorio. Per noi la Coppa d’Africa è molto importante, tutti ci riuniamo davanti a una tv a guardare le partite. Lui era il mio idolo quindi guardavo le partite della Guinea e tifavo per la mia Nazionale, ma tifavo anche per lui. Aveva una grande visione di gioco, giocava nel mio stesso ruolo, sognavo di diventare come lui. Del calcio italiano mi piaceva tantissimo De Rossi e guardavo tante partite della Roma perché volevo vederlo giocare, mi faceva impazzire come giocava. Mi piaceva come utilizzava il campo, la visione di gioco, le giocate di prima, mi piaceva tantissimo.
Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto per la tua carriera?
Il consiglio migliore che ho ricevuto nella vita è di mia mamma Nagnouma, che non c’è più. Mi ha detto che lei era l’unica persona che avrebbe potuto darmi ogni cosa che le avessi chiesto e che senza di lei avrei dovuto imparare a lottare ancora di più per raggiungere i miei obiettivi. Questo mi ha dato tanta carica, anche per la mia carriera. In ogni momento sapevo che avrei dovuto dare il doppio rispetto a tutti gli altri.
Come stai vivendo le tue giornate in questo periodo?
Sicuramente non è un periodo buono per nessuno. Sto cercando in tutti i modi di stare sereno restando a casa, anche allenandomi con il programma che la Società ci fornisce. Sto cercando di viverla con serenità. Guardo tanti film e gioco alla Playstation, a FIFA, online con i miei amici e con i compagni della Nazionale.
Cosa ti manca di più della vita normale?
Mi manca in primis il campo, allenarmi con la squadra, mi manca le partite. Lo stop è arrivato proprio nel momento in cui stavo per rientrare, è stato frustrante. Dopo l’infortunio che mi ha fermato per un po’ di tempo ero felice di tornare con i miei compagni, di tornare ad essere a disposizione della squadra, ero pronto a dare il massimo. Poi è stato bloccato tutto così, è stato brutto.
La scelta è stata quella di evitare l’operazione per proseguire con un lavoro individuale. Come sono andate le settimane che ti hanno portato ad essere pronto per il rientro in campo?
Non c’è stato alcun dubbio sulla scelta di non operarmi. Ho subito un’operazione ad ottobre, il ginocchio allora era bloccato e si doveva intervenire per forza. Questa volta si poteva recuperare diversamente, senza operazione. Non ho voluto operarmi perché eravamo in un momento importante del campionato, non volevo lasciare i miei compagni. Potevo non operarmi, provare a recuperare e rientrare in campo in tempi ragionevoli e ho preferito così. Volevo dare il mio contributo a fine stagione, arrivare ai nostri obiettivi.
Ora come stai fisicamente?
Sto bene, mi sto allenando tutti i giorni. Mandano ogni settimana il programma di lavoro da fare a casa e lo sto seguendo perfettamente, sto bene.
Da calciatore che effetto ti fa sapere che tutto il calcio mondiale è fermo?
Buh, si è fermato tutto in generale. Pensare al calcio mi fa un effetto brutto, ma bisogna pensare anche ad altre persone, alla salute, alla vita della gente. Fermando il campionato, fermando tutto, facendo le cose come si deve, restando a casa si possono salvare vite, si può rallentare il virus. È importante seguire questa linea.
Sei in contatto con la tua famiglia?
Sì, e tutti sono nella nostra stessa situazione. Ovviamente in Italia i numeri del contagio sono più gravi. Comunque tutti i miei familiari, da mia sorella in Svezia agli altri in Guinea sono chiusi a casa facendo tutto il necessario per evitare il virus. Tutti speriamo che la situazione si possa risolvere al più presto.
(asroma.com)
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