Darboe: «Devo tutto alla Roma. Mourinho un duro ma ti fa crescere»

21/06/2022 21:13

FIFA.COM - La storia di Ebrima Darboe diventa un mini-documentario.  "Rome’s adopted son”, il figlio adottivo di Roma, è il titolo dello speciale dedicato al centrocampista della Roma realizzato per FIFA+, la piattaforma gratuita recentemente lanciata dalla federazione calcistica internazionale. Il giovane centrocampista giallorosso racconta la sua esperienza, spiegando com’è arrivato in Italia, in particolare nella Roma, dopo aver attraversato l’Africa, il Mediterraneo e infine l’Italia. Di seguito uno stralcio delle sue parole

La Roma per me è come una famiglia, mi ha aiutato tanto - le sue parole - . Mi hanno fatto capire quanto credevano in me. Perché quando sono arrivato volevo continuare la scuola e loro mi hanno aiutato a proseguirla. Di recente ho creato una fondazione, un’accademia con cui posso aiutare i ragazzi del mio Paese per aiutarli ad avere un futuro migliore.”

Darboe racconta il suo viaggio verso l'Italia e come è sbocciata la passione per il calcio
“In Gambia era diverso, andavo con amici in campi senza scarpini, scalzi… Giocavamo quasi tutto il giorno e ci divertivamo un sacco, veramente bello. Ma i ragazzi lì in Africa rischiano la vita, perché vai a scuola, finisci la scuola e non hai un lavoro. Giochi a calcio, o fai qualcos’altro, dopo un po’ smetti, perché non vai avanti. Io sono partito per l’Italia senza avvisare i miei genitori, perché se lo avessero saputo non mi avrebbero lasciato andare, ero molto giovane. Ma ho deciso di partire per cercare una vita migliore. Ero partito col pallone perché mi piaceva sempre avere il pallone, di giocare, ma nel viaggio è durato poco. Io nemmeno al mio nemico peggiore consiglierei di intraprendere questo viaggio. In Gambia sentivo dire ‘Vedi questo è partito, ora è in Italia, quest’altro è in Spagna’. Ma non pensavo che fosse così pericoloso. Poi una volta che parti, sei dentro, tornare è impossibile. A Catania mi hanno portato subito in una casa-famiglia. Dietro c’era lo stadio di Catania. Io stando in camera, dalla finestra vedevo il campo lì accanto. Stavo lì e pensavo ‘Oh, chissà, magari un giorno giocherò lì in prima squadra.”

Darboe ha parlato anche dei suoi allenatori in giallorosso, da Alberto in Primavera per passare a Fonseca e Mourinho in prima squadra: " è stato come un padre. Mi ha aiutato tanto nella crescita. Sono arrivato trequartista e poi con lui ho giocato mezz'ala e mediano. Fonseca mi ha regalato un sogno facendomi esordire. Grazie alla Primavera ho capito cosa significava il derby. Prima di quello in prima squadra il mister mi ha consigliato di giocare semplice ed è andata bene. Mister Mourinho è un grande e ti dà molte motivazioni, anche fuori dal campo. A noi giovani serve uno così, è duro ma ti fa crescere"

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