31/05/2023 13:48
CRONACHEDISPOGLIATOIO.IT - Il capitano della Roma Primavera, Giacomo Faticanti, ha rilasciato un'intervista alla testata online, soffermandosi sul suo rapporto con i colori giallorossi, ma anche sull'esperienza che sta vivendo attualmente al Mondiale Under 20 con la maglia della nazionale azzurra. Queste le sue parole:
«Da piccolo ero un po’ cicciottello e non ero il migliore, atleticamente parlando. Ho sempre riconosciuto i miei limiti e ho cercato, fin da bambino, di svilupparmi per giocare un ‘calcio intelligente’. Mi piace giocare spesso a due tocchi, preparandomi in anticipo le giocate da fare».
Sul Mondiale Under 20.
«Quello che stiamo vivendo in questi giorni ci rimarrà dentro per sempre. Siamo un gruppo affiatato e qui ci sentiamo giocatori veri. Siamo in Argentina, dove si vive per il calcio e questa passione ci viene trasmessa tutti i giorni dalle persone che incontriamo. Stadi sempre pieni, gente che ci chiede autografi e foto per strada. Sono fortunato a vivere questa esperienza e allo stesso tempo so che è frutto di un lungo percorso fatto di tanti sacrifici».
Sulla trafila nelle giovanili della Roma.
«Ho sempre sognato di giocare per la Roma. Questo è il mio terzo anno da capitano in Primavera. Ora mi sento pronto per il calcio dei grandi e non vedo l’ora di potermi mettere alla prova con le prossime sfide».
Su De Rossi.
«Per me Daniele De Rossi è importante. Spesso ci sentiamo, mi dà dei consigli e mi dice che giocatori seguire per migliorarmi sempre di più. Poter avere un confronto con un giocatore del suo calibro è il sogno di tutti ed è per me un motivo d’orgoglio. Daniele mi scrisse dopo il gol che feci l’anno scorso contro il Milan. Mi disse che avevo fatto un gol da giocatore vero e aggiunse che la maglia numero 16 era in mani sicure».
Sull'esordio in Europa League.
«È stata una cosa fantastica. Tifo la Roma da sempre ed esordire con la squadra del mio cuore, con un allenatore come Mourinho è stato qualcosa di indimenticabile. A proposito di Roma, spero che riescano a battere il Siviglia per portare a casa un altro trofeo. Vincere a Roma è qualcosa di unico».