Roma-Genoa, De Rossi: "Dovevo un saluto alla Sud. Il mio esonero? Anche per i calciatori è stato uno shock, ma Gasperini sta facendo volare la squadra"

29/12/2025 23:28

La Roma domina e batte 3-1 il Genoa grazie ad un primo tempo perfetto e impreziosito dalle reti di Soulé, Koné e Ferguson. Al termine della partita Daniele De Rossi, allenatore del Grifone, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni dei cronisti. Ecco le sue parole.

DE ROSSI A SKY SPORT

Cosa ha provato sotto la Sud?
“Ho assaporato vecchie emozioni, ma sarei voluto andarci meno arrabbiato. Era dovuto, il risultato non importava. L’ultima volta non sono riuscito a salutarli bene. Dovevo andare là sotto, quella Curva è sempre piena. Si è svuotata solo una volta quando sono stato mandato via io, quindi glielo dovevo. Rimarranno sempre nel mio cuore, dispiace esserci andato con il volto scuro. Mi conoscono, sanno che non potevo andare lì a saltellare”.

Tutti i giocatori in campo sono rimasti a guardare...
“Li ho visti. I ragazzi della Roma sono stati fantastici, anche per loro è stato uno shock quando sono andato via. C’è affetto con tutti i giocatori, che siano della Spal, della Roma o del Genoa. Ho grande amore non solo per i tifosi ma anche per i giocatori. Sono stati 8 mesi emozionati, li ho visti in grande forma, anche troppo. Apprezzo che siano rimasti a salutarmi, non c'era bisogno. Sanno quello che è il nostro rapporto, il legame con alcuni di loro e quanto hanno significato per me e io per alcuni di loro”.

Cosa ha detto invece ai ragazzi del Genoa?
“I giocatori appiccicano come approccia l'allenatore. Vuol dire che stavolta ho fatto qualcosa in meno anche io. Avevo accompagnato le altre prestazioni con i complimenti. Abbiamo commesso errori con Atalanta e Inter e quasi non mi importava. Oggi era diverso, abbiamo fatto tanti errori e questo mi dispiace. La responsabilità me la prendo io”.

Questa Roma è ancora figlia di De Rossi? Ha stravoluto Soulé e Koné...
“Mi è capitato di fare una campagna acquisti. Per il bene della Roma e mio ho provato a portare i migliori, anche in termini di futuribilità. Abbiamo fatto cose buone e altre meno buone. Vanno forte perché c'è chi li allena bene, c’è un allenatore che sta facendo volare questa squadra. Sono forti e oggi lo hanno dimostrato”.

Cosa porterai con te?
“Amarezza e voglia di dare gioia ai 30mila del Ferraris con il Pisa, è stata fatta una partita moscia e non mi piace. Bisogna migliorare tutti quanti. Non mi porto a casa niente, non ci sono punti. Mi porto l'affetto di un amore di una vita, ma sono dentro al Genoa e sono già proiettato al lavoro di domani”.

DE ROSSI A DAZN

Un brutto Genoa e tanta emozione. Cosa c’è dentro oggi?
“C’è rabbia perché non mi è piaciuta la prestazione. La scindo dal saluto finale e iniziale, dall’affetto dei miei ex tifosi e giocatori, quello sarebbe stato uguale. Con una prestazione diversa sarei stato un po’ più sereno: mi dispiace aver salutato col volto scuro, ma non ho un’altra maniera di vivere il calcio”.

Come è stato preparare questa partita?
“Io mi addormento con difficoltà per ogni partita. La sera ho sempre mille pensieri, immaginiamo tutto. Questo romanticismo della partita non ha cambiato niente nella preparazione. L’avevo detto anche ai ragazzi che non doveva scalfirci e non credo l’abbia fatto. L’abbiamo preparata in modo simile all’Atalanta, ma l’espulsione lì ci ha fatto lottare di più. Nel primo tempo eravamo troppo leggeri e con una squadra così forte non te lo puoi permettere. Gli errori capitano a tutti, ma così tanti insieme fanno chiudere la partita immediatamente”.

Qual è stato il momento più impattante in questa serata?
“Non lo so, devo riordinare le idee. Sono molto infastidito dalla prestazione. È una settimana che mi arrivano messaggi e video, che vedo sui social. Qualche dimostrazione di affetto mi ha emozionato. Forse il saluto con i giocatori, felici di rivedermi… Il saluto con la curva che mi ha trattato da re per tanti anni… li ringrazio. Sapevo che sarebbe stato così e che avrei fatto questo giro. L’avevo detto prima perché non volevo che dipendesse dal risultato. Sono contento di aver rivisto tante persone che amo, ma non sono contento di come ho fatto fare il mio lavoro alla squadra”.

Ora avete partite non facilissime...
“Squadre facilissime non ci sono. Il Pisa lo abbiamo visto con la Juve. Anche i giocatori della Roma erano in allerta avendo visto la nostra partita con l’Atalanta. Mi ha infastidito la leggerezza nei duelli perché questa è una squadra che se gioca come le prime 6-7 partite può vincere contro chiunque. Se gioca al 99% farà fatica con le squadre più deboli e con le squadre forti come la Roma prenderà le imbarcate. Devo essere soddisfatto delle prime 6 partite per quello che hanno dato i giocatori”.

DE ROSSI IN CONFERENZA STAMPA

Il primo tempo?
"Talmente brutto che neanche mi ricordavo l'approccio iniziale positivo. Gli errori si fanno, li abbiamo fatti contro Atalanta, Inter e Cagliari ma poi dipende come reagisci ed è quello che fa la differenza. Noi siamo stati poco dentro la partita, nel secondo tempo siamo rientrati ma era abbastanza direzionata. Dopo Inter e Atalanta ho avuto un approccio diverso in conferenza stampa ed era legato alla prestazione. Oggi non abbiamo reagito molto, ci siamo ammosciati e contro una squadra come la Roma non ti è permesso perché vengono forti nei duelli. Non siamo riusciti ad andargli alle spalle come avevamo provato. Poi è uscita fuori la differenza tecnica. Se noi giochiamo tutte le partite al 100% la differenza tecnica può esserci ma la colmiamo, se giochiamo al 99% contro squadre inferiori te la cavi e contro big come la Roma prendi le imbarcate. Se siamo tutti al 100% e giochiamo come contro l'Atalanta vinceremo tante partite, ma se giochiamo come oggi...".

Al Genoa ha tanti giovani: è il momento della sua carriera in cui si rivede di più in suo padre?
"Non pensavo finisse così questa domanda (ride, ndr). Mio padre mi ha tramandato questo modo di essere e il pizzico di pazienza in più che ci vuole quando hai tanti giovani. I nostri giovani sono meravigliosi, sono ragazzi seri. Di solito i giovani sono quelli che ti danno meno problemi di tutti. I giovani forti sono allenabili. Otoa ha fatto una prestazione che mi rincuora, l'età conta fino a un certo punto. Con i giovani ci puoi lavorare in maniera diversa, hanno l'età di mia figlia e ci perdo un po' di tempo in più ma chi va forte gioca e lo farà anche in un futuro".

Che bilancio fa del suo percorso al Genoa? L'interesse per Pisilli?
"Il bilancio varia in base alle partite. Fino a stasera ero molto soddisfatto delle prestazioni e della crescita, il direttore Lopez mi ha detto che con i punti fatti saremmo ottavi. Ero abbastanza soddisfatto e dentro lo spogliatoio, dopo il match contro l'Atalanta, ho detto che questa squadra si sarebbe salvata. Considerando le sette partite, cinque gare e mezzo contano più di una e mezza fatta male. Ma sono segnali e devo prestare attenzione, ci sto male perché vuol dire che ho fatto male il mio lavoro e avrei dovuto farlo meglio. Questo mi fa inca***re tantissimo e il fatto che sia capitato dentro questo stadio mi dà ancora più fastidio, avrei voluto viverlo diversamente. Ho fatto il giro di campo con il muso e il volto scuro ma loro sanno come sono fatto e come vivo il calcio, non cambierò mai e non se la prenderanno. Il mercato? Nulla da dire, quando aprirà faremo le nostre valutazioni. Sappiamo cosa vogliamo fare. Ma con l'atteggiamento dell'ultima partita e con questa squadra mi salvo. Poi si può migliorare la squadra, ma con l'atteggiamento di Genoa-Atalanta ci salviamo".

Che risposta ti aspetti contro il Pisa? Questa sconfitta vi può far arrivare ancora più arrabbiati?
"Perché devo fare una partita brutta per arrivare arrabbiati contro il Pisa? Dovremmo essere indemoniati. Sono venuto qui e mi sono preso i complimenti per la partita contro l'Atalanta. Le squadre assomigliano agli allenatori, se oggi i calciatori sono stati al di sotto dei loro standard vuol dire che anche io lo sono stato. Devono lavorare meglio, è ovvio che ci sono dei problemi altrimenti non mi avrebbero chiamato. I problemi non spariscono, ma dobbiamo riprendere la direzione. Su sette partite sei ci hanno visto abbastanza sodisfatti, dobbiamo ripartire da lì".

C'è un altro modo per affrontare la Roma?
"Io non l'ho trovato, ma ad oggi l'hanno trovato in pochi. Sicuramente non l'avevamo preparata così, facendoci aggredire alle spalle. Non siamo riusciti ad andare nello spazio, ci vuole equilibrio tra la profondità e la personalità di tenere palla. Volevamo essere altrettanto aggressivi come contro Inter e Atalanta, se non sei perfetto e commetti delle sbavature rischi di giocare così. Gasperini ti fa giocare così da anni, nella prima Atalanta perdeva più partite perché non aveva la qualità di ora. Difficile giocarci contro, ha gente pronto ai duelli, che ha coraggio di giocare con campo alle spalle e qualità davanti. A me non sembra che la Roma sia scarsa davanti, c'è tanta qualità ed è molto forte nell'aggressione e nella pressione. Difficile trovare un'altra maniera, dovresti avere una squadra nettamente più forte e superiore nei duelli per battere Gasperini. L'Atalanta mise in difficoltà PSG e Real Madrid, Gasperini fa questa cosa da anni ed è riuscito a trasmetterla anche qui".

Che spiegazioni hai avuto dall'arbitro sull'episodio Ostigard-Svilar?
"Non ripeto la spiegazione dell'arbitro perché non farebbe una bella figura. Non è colpa sua perché c'era qualcuno che aveva l'opportunità di vederlo su uno schermo... Non abbiamo perso per quell'episodio, probabilmente non sarebbe cambiato niente. Dalla panchina non ho visto niente, ho visto soltanto Ostigard uscire con il sangue e l'occhio gonfio. Poi l'ho rivisto e c'è poco spazio alle interpretazioni. Il problema sono le spiegazioni, è la linea che danno e basta guardare le altre partite. Episodi simili vengono gestiti in maniera diversa e vengono fornite spiegazioni fantasiose. Sono il primo a essere contento del VAR, è uno strumento importantissimo. Ma se diventa uno strumento per dire che non si sbaglia mai perde credibilità: un cazzotto in faccia è un cazzotto in faccia, al di là se la mano è aperta o chiusa. Sono supercazzole. Fino ad oggi non mi posso lamentare degli episodi capitati a noi. La linea è che sembra che abbiano sempre ragione loro. Basta pensare all'episodio della Lazio che è stato spiegato in maniera diversa rispetto altri episodi. Non penso che l'arbitro potesse vedere quell'episodio, ma se c'è il VAR dovrebbe esserci una linea diretta. Sono molto più arrabbiato per la prestazione, ma gli episodi cambiano l'inerzia e vanno visti per quello che sono".

La salvezza passa dal Marassi?
"Sarebbe un problema, abbiamo tante partite in trasferta. Non può essere così. A Cagliari e a Udine abbiamo fatto una buona partita. Dobbiamo diventare autonomi e indipendenti, non possiamo aspettare che i tifosi ci spingano. Oggi sono amareggiato per la prestazione, ma la squadra con me ha fatto cose più positive che negative. Ripartiremo senza attaccarci ai nostri tifosi. Ovviamente giocare in casa ci dà un'altra spinta e condiziona gli avversari, ma pensiamo a fare il nostro lavoro fatto meglio. Abbiamo fatto pochi punti negli scontri diretti, avremo parecchi scontri diretti fuori casa e tante partite contro le big in casa. Dobbiamo fare prestazioni in casa e fuori, poi i punti arriveranno di conseguenza".

Cosa hai dato ai tifosi della Roma per avere questa ovazione?
"Ho dato qualcosa di molto simile a loro: imperfezione, amore e impegno. Ho detto poche bugie e quando l'ho fatto era per proteggere la sacralità dello spogliatoio e i miei compagni, ma per me stesso sono stato sempre diretto. Loro potrebbero rispondere meglio. Sono 100 anni che esiste la Roma e questa Curva si è svuotata solo per protesta al mio addio anticipato. Io sento questo e non devo tornare qui e fare il giro di campo per saperlo. Vado orgoglioso e fiero della mia storia: questa domanda deve essere girata ai tifosi. Io ero un buon giocatore, abbiamo vinto tante partite e per nove anni siamo arrivati secondi. Abbiamo vinto pochissimo per la squadra che avevamo. Spero che si possa arrivare a quel livello alto, la società alle spalle c'è e potrebbe mantenere quel livello per tanti anni come sta facendo il Napoli. Manca solo un pezzetto. Io penso di essere stato un buon giocatore che ogni giorno si svegliava e che ha scelto di giocare qui perché aveva tutto per essere felice. In tutto questo ci sono state tantissime partite e derby persi, imperfezioni ed errori. Si tratta di qualcosa di speciale. Mi rode il c**o per essere nervoso così: avrei voluto parlare di questo amore più serenamente, sono abbastanza avvelenato".

Quale ritorno è stato più difficile a livello di sentimenti: il tuo addio da calciatore o stasera?
"Questa è la prima di una lunga serie di volte che tornerò qui. Era la prima volta che li risalutavo. Si è parlato molto di questo ritorno, ma io l'ho vissuto in modo molto tranquillo anche durante la partita. Ho preparato questa gara come tutte le altre, ci sono stati messaggi e momenti in settimana che mi hanno toccato. Ho letto che qualcuno ha scritto che si ricorderà per sempre di quando non potrò proteggerli: questa frase mi ha toccato. Ma per il resto l'ho vissuta serenamente. Mi ha fatto piacere rivedere tanta gente che mi ha visto vivere qui dentro. Spero che le prossime volte che tornerò qui se ne parlerà di meno e, non vi arrabbiate, ma con un risultato finale diverso".