31/05/2024 15:39
Giornata di raduno per la nazionale italiana in vista dei prossimi europei. Il CT della Nazionale, Luciano Spalletti, ha parlato in conferenza stampa dal ritiro di Coverciano. Queste le sue parole:
Cosa perde l'Italia senza Acerbi e Zaniolo? Cosa guadagna con Fagioli? Può rappresentare ciò che rappresentò Paolo Rossi nel 1982?
"Quando siamo in Nazionale si fanno ragionamenti differenti, siamo sempre convinti di poter star bene perché possiamo andare a pescare in tanti elementi, in tanti calciatori. Se ci facciamo subito il problema di ciò che ci manca si comincia male, abbiamo a disposizione tutto ciò che ci vuole per fare bene. Fagioli innanzitutto è una scelta tecnica, poi per il resto sono due storie un po' differenti rispetto a Rossi. Fagioli ha quella qualità, quell'estro... Gli manca la scocca, lo scontro fisico, ma l'ho convocato per avere a disposizione più cose che ti facciano gestire la partita, il tentativo di trovare più cose per avere la palla noi. Poi il campo valuterà se abbiamo fatto la scelta giusta o quella sbagliata, il ragazzo nell'ultima intervista rilasciata ha detto delle bellissime cose. Ho parlato con lui il giorno della finale di Coppa Italia a Roma, ho avuto fortuna che ci fosse la Juventus così da poterci parlare e mi ha fatto un'ottima impressione. Penso che meriti anche un po' di comprensione, non ha scommesso sulle sue cose ma perché in preda a un momento di difficoltà e non ce la faceva a difendersi da questa tentazione. E' stata puramente una scelta tecnica. Zaniolo è un giocatore che a me sembra forte, ma quello che vedo in Zaniolo spero di ritrovarlo in altri calciatori".
Quali criteri sui tagli e sul Capitano?
"I criteri saranno di continuare a guardare quello che ci necessita tenendo di conto di tante cose, abbiamo voluto portare 2-3 calciatori in più proprio per avere la possibilità di sostituire la sorpresa. Non è detto che siccome è andato fuori Acerbi, un giocatore con esperienza e che fa parte di un blocco squadra che può darci qualcosa, va fuori per forza un centrocampista o un attaccante. Di difensori siamo in diversi, possono uscire da qualsiasi reparto. Sarà una scelta difficilissima e dolorosissima per come sono fatto io, ma fa parte del ruolo. Per me lasciare la gente fuori mi uccide, mi dà un fastidio enorme. Io ormai ho un'età che mi porta ad emozionarmi. Il Capitano rimane Donnarumma, poi valutiamo giorno dopo giorno, si possono modificare delle cose ma per ora resta Donnarumma".
Come vorrai giocare?
"Noi prima di tutto vorremmo fare qualcosa di non rigido, abbastanza libero. Dare questa possibilità di libertà di espressione al talento dei giocatori e al contempo avere una squadra organizzata. Più imprevedibilità c'è, più sorpresa diventa per i nostri avversari. Vorremmo saper fare un po' tutte le cose, perché poi qui a Coverciano ci insegnano che i sistemi di gioco non sono più così rigidi, non lo sono mai stati. Giocheremo contro squadre che giocano 4-2-3-1 o 4-3-3, non si piò regalare un uomo a centrocampo: tenteremo di difendere a quattro, di costruire a tre. Si vede che le squadre ora più forti sanno avere questa relazione, questa imprevedibilità nell'andare a prendere le zone in campo. Siamo tutti un po' costruttori e tutti un po' difensori".
Che Scamacca ritroverà?
"Secondo me chi ci ha lavorato e ha costruito qualcosa di differente è Gasperini. Avendolo lì disponibile tutti i giorni, avendoci a che fare tutti i giorni diventa più facile. Io ho bisogno di vedere soprattutto quello che è un sacrificio, quelli che sono dei valori su cui siamo stati educati in generale. L'Italia è un popolo di gente abituato a lavorare, a sacrificarsi. Scamacca per certi versi non mi era piaciuto e per questo a marzo lo lascio fuori, se uno non dà più del massimo diventa difficile esibire un confronto contro le più forti. Poi però ha fatto vedere questa crescita, i gol, più continuità rispetto alle altre volte e anche l'Atalanta ha beneficiato molto di questa sua nuova disponibilità. Io le volte precedenti lo avevo convocato perché Scamacca ha un po' tutto. Ma è un po' pigro, bisogna perda un po' di pigrizia. Magari l'ha persa... Siamo tutti contenti di vedere ciò che ci metterà a disposizione. Io l'ho fatto giocare due volte, sono il primo ad essere felice di quelle che saranno le sue prestazioni".
Cosa hai detto alla squadra stamattina? Quali sono le differenze tra Fagioli e Ricci?
"Ci sono cose che sono molto simili, a me Ricci mi sembra molto cresciuto nel modo di giocare grazie al Torino, ha quella vampata di andare addosso all'avversario, cerca il contatto fisico e la spallata per contendere la gestione di un pallone. Ultimamente nella sua squadra è stato usato per andare addosso al mediano avversario, mentre Fagioli è più classico. E' talmente delizioso quando ha la palla tra i piedi, vede cose che non vedono gli altri. Tutti e due sono due giocatori forti. Alla squadra stamattina ho detto che una cosa dovevamo averla chiara, dobbiamo rendere chiaro a tutti il nostro orgoglio di vestire la maglia azzurra perché è la maglia in cui si riconosce un paese intero. Dobbiamo far vedere che sì, facciamo un mestiere dove ci sono molti privilegi, ma dobbiamo far vedere che si lotta tutti insieme per la stessa causa. Vestire la maglia dell'Italia è una meravigliosa possibilità che abbiamo per moltiplicare le attese e le emozioni di chi ci segue. Ciò che diventa fondamentale è che dobbiamo fare la promessa a tutti gli italiani che saremo degni della fortuna che ci è toccata, questo noi lo dobbiamo far vedere bene. Dobbiamo mostrare di essere degni di vestire questa maglia. Poi da ultimo ha chiuso il campione che abbiamo qui, ovvero Buffon, e quello che vi ha detto ve lo dirà lui dopo. Ha fatto un discorso molto bello raccontando un episodio che l'ha riguardato".
Folorunsho, Orsolini, Frattesi... giocheranno loro a destra? Chiesa giocherà a sinistra?
"Folorunsho è già in quella zona di campo a destra. Frattesi è uno che ci arriva lì, ma anche lui ha finalizzazione e gol. Folorunsho ha anche la botta da fuori, la scocca, lui è più trequartista, un giocatore per questi mezzi spazi, mentre Frattesi è più centrocampista. Orsolini? In questi giocatori non siamo stati molto fortunati su questi esterni alti, ci sono stati diversi infortuni, in qualche caso è mancato l'apporto. Chiesa sa giocare da tutte le parti, è quello che ha la vampata e la botta della fucilata nella notte, quando non sai da dove è arrivata. Può giocare anche a destra, può stare dentro anche se lui preferisce stare più esterno. Per quanto mi riguarda Chiesa va isolato, non gli va portato troppo traffico intorno perché è negli spazi dell'uno contro uno che lui ha davvero la qualità cattiva con le sue vampate".
Difficile convincere Frattesi a non essere un titolare?
"Merita assolutamente una maglia più di Barella, Pellegrini o Cristante? Lui in campionato ha beneficiato della forza della sua squadra, oltre a tanti meriti deve migliorarsi dal punto di vista tecnico e di pulizia di gioco. Poi è giocatore da sbattimento forte, di grande disponibilità. Lui fa parte di questo gruppo, ma poi non è detto che io gli debba dare per forza la maglia perché ha fatto sei gol con l'Inter".
Come si è passati da Bonaventura è il nostro Bellingham alla sua mancata convocazione? La stanza dei giochi comuni ci sarà già qui a Coverciano?
"Bonaventura è un altro di quelli che mi piange il cuore averlo lasciato fuori, ha una qualità e una squisitezza incredibile. Però poi debbo stare attento anche ai momenti che stanno attraversando alcuni calciatori, a ciò che mi manca in questa squadra in modo complessivo. Secondo me Bonaventura ha più cose di Bellingham da un punto di vista di qualità, da un punto di vista tecnico. Io sto con lui, sono sempre con i miei. Però poi Bellingham l'abbiamo visto, per la sua forza e per la sua forza mentale. Bonaventura le qualità tecniche le ha ma in questo momento l'ho visto un po' col fiato tirato e ho visto che da un punto di vista di composizione di squadra e di rosa potevo aver bisogno di altre cose. Però rimane un giocatore nella nostra cerchia. La stanza dei giochi? La stiamo allestendo, è quasi finita. Noi dobbiamo toglierci la noia di essere benestanti, di avere tutto sistemato e tutto apposto. A volte bisogna dirle le cose ai figli, altrimenti prendono dei vizi che sono sbagliati. Questo può essere un modo di andare a impiegare del tempo. Dobbiamo essere preparati al meglio, fare il nostro massimo perché poi anche se le cose non vanno bene sono esente da colpe, c'è solo quello più bravo di noi. Non debbo per forza essere sacrificato se perdo una partita, difendermi, perché ho fatto tutto in maniera corretta. In questi giorni si diceva della differenza tra vincere e perdere, è sempre la stessa cosa: non c'è vincente o perdente, fallito o vincente. Se uno fa le cose in maniera corretta ti viene poi riconosciuto di esserti battuto al meglio, in maniera leale. Vittoria e sconfitta è sempre lo stesso personaggio che ti porta via dalla realtà, non ci sono solo queste due cose qui ma il tentativo di far sentire tutti importanti, di essere tutti protagonisti di una cosa bellissima, di una festa sportiva che andremo a vivere. A me già batte il cuore per ciò che andremo a vivere ed è bene reclutare quante più persone è possibile per essere più forti. A me basta vedere la gente felice, la gente che organizza la propria vita in base all'amore per la propria squadra. Noi vogliamo che, al nostro ritorno, la gente possa essere soddisfatta di noi e l'Italia vuole far toccare con mano questa situazione".
Qual è l'aspetto che ti intriga di più in vista dell'Europeo?
"Sono tutte queste emozioni che saremo costretti a subire, tutte queste belle cose, bei pensieri, che la gente ha su di noi. Vedere se siamo in grado di meritare tutto ciò che ci attribuiscono le persone. Questa è la cosa che mi emozionerà di più, oltre al giocare una competizione dove ci si va a confrontare col meglio del calcio continentale".