04/03/2024 15:31
ULTIMOUOMO.COM - Emilie Haavi, calciatrice della Roma Femminile, ha rilasciato un'intervista al sito e tra i vari temi trattati si è soffermata sulla sua avventura nel club giallorosso. Ecco le sue dichiarazioni.
Quando hai rinnovato il contratto hai detto che a Roma hai trovato una seconda famiglia.
"Quando sei sola in un Paese molto diverso dal tuo le persone sono importanti perché dopo gli allenamenti e le partite sono quelle con cui passi la maggior parte del tempo. Mi trovo bene con tutti e non è scontato, la cosa per me più bella è sentire che le persone qui sono vere e ci tengono davvero a sapere come stai. Stare bene con loro è importante perché mi aiuta a stare bene in campo".
Che rapporto hai con i tifosi giallorossi?
"Il calcio in Italia è molto diverso rispetto alla Norvegia. Qui è una cosa importante che interessa a tutti ed è stato strano per me vedere che, andando in centro a Roma, una città grandissima, qualcuno mi chiedesse una foto. I tifosi sono speciali e ci sono sempre nei giorni e negli orari più diversi. Se giochiamo il martedì alle 14 loro ci sono e questo è bellissimo".
Ora sei a Roma da due stagioni e mezzo e in questo tempo avete completato un percorso che vi ha portato anche a vincere lo scudetto, in che modo la squadra è cambiata in questi anni?
"Sono cambiate tante cose, la prima che mi viene in mente è il livello generale. Ora abbiamo tante giocatrici forti anche in panchina e non solo in campo. Un’altra cosa che si avverte è la forte volontà della società di far crescere la squadra e in generale il calcio femminile a Roma. La cosa forse più importante è che in questi anni si è creata una cultura della vittoria all’interno del nostro gruppo. Stare insieme tanto e creare un certo tipo di intesa ha aiutato molto a sviluppare questa mentalità. Ora tutte pensiamo solo a come vincere. Per me sapere che ora abbiamo tutte questa mentalità è importante perché io non penso ad altro prima delle partite: vincere".
Secondo il tuo punto di vista cosa vi distingue in Italia da tutte le altre squadre?
"Secondo me siamo la squadra che gioca meglio di tutte. Abbiamo un gioco che quando lo vedi dici: questa è la Roma. Abbiamo un’identità forte. Le cose che facciamo e il modo in cui facciamo gol non è mai casuale. Un’altra cosa che secondo me fa di noi una squadra forte è che abbiamo tante giocatrici che possono fare la differenza. Sapere che se oggi in campo non riesci a dare il meglio ma può entrare una compagna che invece può farlo aiuta molto".
Quest’anno stai facendo più assist e meno gol, mentre l’anno scorso gol e assist andavano di pari passo, è cambiato il tuo modo di metterti al servizio della squadra o, più banalmente, i gol non stanno arrivando?
"Ho parlato con lo staff tecnico perché credo di poter fare anche più gol, però quest’anno ho più in testa di fare cross che andare in porta. In realtà mi piace di più fare quello che sto facendo, sento che andare in uno contro uno e servire le compagne sia il modo di giocare che più si addice a me".
Cosa manca alla Roma per fare il salto in Europa?
"È difficile da dire però credo che ci serva maggior esperienza e giocare più volte contro squadre di un certo livello, cosa che di solito in un anno non ti capita spesso. Secondo me quest’anno abbiamo fatto meglio dell’anno scorso nonostante le partite fossero più difficili, contro squadre come PSG o Bayern siamo comunque riuscite a farci valere. Loro sono abituate a giocare da anni partite importanti, noi no, quindi in questo la differenza un po’ si è vista. C’è da dire che comunque noi in due-tre stagioni siamo cresciute molto velocemente, abbiamo fatto tanto in poco tempo".
In Champions il girone alla fine sembrava essere alla vostra portata, forse in alcuni casi avete avuto delle reazioni un po’ tardive.
"Sì, è vero, anche in campionato è successo, magari è capitato di trovarci in svantaggio alla fine del primo tempo però poi siamo tornate in campo e siamo riuscite a ribaltarla, è come se in alcuni casi dovesse accadere qualcosa per farci avere una reazione".
Cosa ti chiede di solito Alessandro Spugna prima di entrare in campo?
"Di solito quando giochiamo partite importanti contro squadre forti mi dice solo: «Queste sono le tue partite», perché sa che sono i momenti in cui mi esalto di più".