23/04/2020 01:49
Agelica Soffia, terzino dell'As Roma femminile, ha risposto alle domande dei tifosi durante una diretta Instagram andata in onda sul profilo ufficiale del club giallorosso. Queste le parole della giocatrice giallorossa che ha parlato anche del periodo di quarantena che il Paese sta affrontando:
Come stai vivendo questo periodo?
Studio e mi alleno. La Roma ci ha dato il programma da fare a casa e tra poco avrò l’esame all’università. Guardo serie tv, per ora me la vivo bene.
Siete un gruppo divertente…
Non ci annoiamo mai, mi aiutano ad essere più aperta al divertimento. Abbiamo un bel gruppo.
Prima sensazione quando sei arrivata a Roma?
La prima sensazione me l’ha data quando siamo andate a Piazza di Spagna per la presentazione, tanta emozione e quando sono stata allo stadio ho visto quando è calda la tifoseria, sia fuori che dentro il campo.
Come hai affrontato i primi giorni a Roma lontano dalla famiglia?
Sono uscita di casa quando andavo in seconda superiore, sono sempre riuscita gestire la lontananza perché vivo bene da sola. Anche le compagne di squadra mi hanno aiutato ad andare avanti, Roma ti accoglie bene. La prima domanda che mi hanno fatto quando sono entrata in classe è stata se ero della Roma o della Lazio. Roma è imparagonabile come città, mi trovo molto bene.
Com’è stato esordire in Champions?
Ho esordito in Kazakistan, avevo 16 anni non realizzavo al 100% cosa stava succedendo. Volevo fare il meglio possibile per far vincere la squadra. Tanta roba esordire in Champions League.
Dove trovi la tranquillità che dimostri in campo?
In tutto quello che faccio sono tranquilla, anche troppo. Anche in campo a volte mi dico che devo fare le cose più veloci senza pensare troppo.
Sei la terza più ammonita della Roma…
Mi è sempre stato detto che mi facevo picchiare in campo e allora mi sono detta che a 20 anni dovevo incominciare a farmi sentire.
Da che ruolo hai iniziato?
Giocavo attaccante esterno, poi centrocampista finchè per esigenze mi hanno messo a fare l’esterno ed alla fine sono arrivata terzino perché in un’annata nella Nazionale mancavano terzini, in una partita a Bari contro la Repubblica Ceca ho giocato una grandissima partita in quel ruolo. Posso fare anche altri ruoli però.
Qual e la caratteristica più importante per un gruppo?
La principale è l’umiltà perché se non c’è nessuno si sacrifica per l’altro. Il nostro gruppo ne ha tanta. Importante è anche la cattiveria agonistica, che ti fa arrivare anche dove la tecnica non arriva.