'No alla Tessera del Tifoso', il 5 settembre gli ultras in piazza

16/08/2009 17:42

A sentire gli investigatori e gli analisti che da tempo seguono il mondo che gravita attorno alle curve degli stadi, sarà questo uno dei principali «terreni di scontro» per la stagione che si aprirà il 22 agosto. Il perchè è presto detto: lo strumento ideato dal Viminale punta a fidelizzare i tifosi con i club, responsabilizzando gli uni e gli altri. Ma soprattutto prevede che le società calcistiche non possano vendere biglietti a chiunque sia stato condannato, anche in via non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazione sportive. Un provvedimento che colpisce direttamente una larga fetta di ultrà.

Di qui la risposta dura, per il momento solo a parole, delle tifoserie organizzate. «La tessera del tifoso è un reale e incombente pericolo - hanno sottolineato nel corso di una riunione a Latina i rappresentanti di una settantina di gruppi ultrà - tra cui quelli di Roma, Lazio, , Udinese, Milan, , Siena, Reggina, Udinese, Bari - e per questo è necessario batterci per i nostri diritti, per la nostra libertà e per la nostra passione». Come prima mossa i tifosi hanno organizzato una manifestazione a Roma il 5 settembre (il campionato si ferma per la partita della Nazionale) nei pressi dello stadio Olimpico: nella capitale arriveranno da diverse à italiane con l'obiettivo di trovare una linea comune su cui muoversi nel prosieguo del campionato. E si sta studiando l'ipotesi di uno sciopero delle curve. «Dobbiamo restare tutti univocamente fuori dallo stadio - è stato detto a Latina - con un unico striscione, accanto ai nostri fratelli diffidati che, con la Tessera del tifoso, non potranno mai più accedere ad un impianto sportivo».

Ma non è soltanto la reazione alla Tessera a preoccupare gli investigatori: secondo le più recenti analisi del Viminale sono ancora 450 i gruppi ultras violenti di cui 234 politicizzati e, tra questi, 61 (nel 2008 erano 58) hanno forti legami con movimenti di estrema destra e 28 sono vicini a formazioni radicali di sinistra.

Si tratta dei «soliti noti»: i 'Bisl' (Basta infami solo lame) e 'Tradizione e distinzione' della Roma, i 'Mastiff' del , la 'Banda noantrì della Lazio, le 'Brigate autonome livornesì, i 'Korps' della , gli 'Irriducibilì dell'Inter, i 'Drunks' del Catania. Anche in questo campionato dunque, confermano gli analisti, le tifoserie che saranno seguite con maggiore attenzione sono quelle di Roma, Lazio e , oltre al alcuni gruppi isolati tra gli ultrà di Milan, Inter, e Atalanta. E non è un caso che la prima decisione del Comitato di analisi sulla sicurezza delle manifestazioni sportive del Viminale, sia stata quella di vietare in occasione della prima di campionato la trasferta dei tifosi romanisti a Genova e di quelli bergamaschi a Roma. Restano poi i problemi storici: la «saldatura» tra le tifoserie di Roma e Lazio con i gruppi di estrema destra, la vicinanza di alcuni gruppi ultra del e del Catania con la criminalità organizzata, l'estremismo razzista di diverse tifoserie del nord, Inter e Verona su tutte. E, ovviamente, la battaglia a tutto campo contro le forze di polizia, da anni ormai i veri nemici di tutti i gruppi organizzati (che ha raggiunto l'apice in occasione dell'omicidio di Gabriele Sandri) tanto che i servizi segreti, nell'ultimo rapporto consegnato al Parlamento, hanno ribadito che la «contiguità» tra «frange di tifo organizzato ed estremismo politicò»' è caratterizzata da una «forte avversione nei confronti delle forze dell'ordine» che lascia «ipotizzare, in qualche caso, anche disegni preordinati».