17/06/2015 17:50
LAROMA24.IT - Sembra ieri, tutti ricordano dove e con chi erano, ma sono già passati 14 anni dall'ultimo scudetto giallorosso. Chi c'era ricorda a memoria formazione, giocatori e partite, soprattutto quel Roma Parma 3a1 che ha sancito la vittoria del tricolore da parte dei ragazzi allenati allora da Capello. Antonioli, Zago, Samuel, Zebina, Cafù, Tommasi, Emerson, Candela, Batistuta, Montella, Totti, e uno stadio completamente giallorosso, inondato di bandiere sventolanti, riempito di voci, di gioia, di voglia di festeggiare dopo 18 anni, l'invasione di campo, la panchina della Roma che cercava di far uscire i tifosi dal campo per finire la partita, chi c'era lo ricorda bene, chi non c'era se lo fa raccontare e aspetta di vivere il suo scudetto.
Rimane il fatto che questo non è e non sarà mai un giorno come gli altri per i cuori dei tifosi romanisti, una giornata in cui ci si sente tutti uniti come quel 17 Giugno, pensando a come sarà la prossima festa scudetto. Intanto però la mente ritorna su quella cavalcata magica, iniziata idealmente con l'acquisto di Batistuta, strappato alla Lazio, proseguita con gli arrivi di Samuel e Emerson, passando per la contestazione dopo l'eliminazione in coppa Italia contro l'Atalanta, fino all'apoteosi finale. Ma di quella cavalcata ci si ricorda tutto, le storie di ogni giocatore, Candela sempre presente fino alla trentaduesima in casa con il Milan, poi un espulsione, due giornate di squalifica, poi ridotte a una sola che gli permisero di esserci col Parma. Vincenzo Montella, l'eroe del girone di ritorno che chiude l'anno a 13 gol ma tutti pesantissimi come il 2a2 allo scadere a Torino con la Juventus, stessa partita da cui uscì fuori il risolutore che non ti aspetti, Nakata, entrato al posto di Totti e decisivo nella rimonta della partita dell'anno.
Emozioni che restano indelebili, e ogni partita che ripassa dentro come un film, e anche solo a riportare alla mente quel 17 Giugno 2001, chiunque c'era sentirà sulla pelle quel brivido, quel calore, un pizzico di malinconia, ma anche tanto orgoglio da vero tifoso romanista.
RR