05/10/2015 18:32
LAROMA24.IT (F. BARANELLO) - Il 5 ottobre 1930 nasce Gaetano Anzalone. Imprenditore edile molto attivo nella capitale, molte zone sono da lui interamente edificate, è attivo in politica tanto da diventare anche consigliere comunale. Vanta esperienze come dirigente sportivo in società minori prima di entrare in pianta stabile nel consiglio direttivo della Roma nel 1965. Nel giugno del 1971 acquista la società da Marchini quando quest’ultimo decide di lasciare in seguito alla contestazione per l’esonero di Herrera. Sarà tra i più longevi presidenti del sodalizio giallorosso con i suoi 8 anni al comando, solo tre presidenti al momento possono vantare periodi più lunghi: Franco Sensi (15 anni) Renato Sacerdoti (13) e Dino Viola (12).
È, in pratica, il presidente di tutti gli anni ’70 e, sotto il suo mandato, la Roma è un alternarsi di luci (poche) ed ombre (troppe). Troppi sono i campionati all’insegna della modestia e della sfortuna. Partecipazioni anonime di mezza classifica sino alla sudatissima salvezza contro l’Atalanta nel 1979. La sua Roma sarà ricordata come “La Rometta”. Tra le “luci” lo splendido terzo posto della stagione 1974/75 con il Barone Liedholm in panchina e la conquista della Coppa Anglo-Italiana nel 1972.
Il suo primo atto da presidente è il reintegro del “Mago” Herrera in panchina, e questo fa esplodere la gioia tra i tifosi che sognano grandi imprese.
Nel Dicembre del ’72 si rende protagonista di una curiosa vicenda. Siamo al minuto ’89 di Roma – Inter sul risultato di 1-1. L’arbitro Michelotti concede un rigore ai nerazzurri per un fallo su Mazzola da parte di Morini, ma il contatto è fuori area. Boninsegna calcia e insacca: è 1 a 2. All’Olimpico comincia il caos. Un tifoso entra in campo e colpisce in pieno volto l’arbitro. Inizia poi un lancio di oggetti in campo e un centinaio di tifosi esagitati, armati di bastoni, cercano di raggiungere lo spogliatoio dell’arbitro. Il Presidente Anzalone fa da scudo con il corpo all’arbitro che è dentro lo spogliatoio, e cerca di arginare la protesta sino all’intervento della Polizia. Il Presidente dell’Inter Fraizzoli commenterà: “Devo rivolgere un grande elogio al Presidente Anzalone per la freddezza con cui ha saputo affrontare la situazione. Egli ha fatto l’impossibile per limitare le violenze. Si è comportato coraggiosamente e da perfetto gentiluomo. Non meritava questa brutta giornata” (Cit. La Stampa 18 dicembre 1972).
Il Presidente Anzalone inaugura anche una sorta di “linea verde”, in parte per necessità finanziarie in parte perché possiede esperienza nel settore giovanile, e durante il suo periodo esploderanno, tra gli altri Rocca, Di Bartolomei, Conti e Peccenini.
Sue sono anche alcune dichiarazioni molto forti come quelle riferite ad alcuni allontanamenti di giocatori come Morini e Pellegrini, ma non solo, che fecero molto discutere ma lui dichiarerà: “Cominciai a capire che qualcosa nel pallone non andava e che non tutti i personaggi erano trasparenti. Feci le mie indagini e scoprì quello che si sarebbe scoperto anni dopo da altri" (Cit. www.asroma.it, 15 ottobre 2012). L’allusione è al calcio scommesse venuto alla luce nei primi anni 80. Se la Roma non fu mai tirata in ballo in quella vicenda probabilmente lo si deve anche ad un’opera di vigilanza molto attenta verso i giocatori proprio da parte di Gaetano Anzalone.
Prima di cedere le redini del comando acquista il terreno di Trigoria, e impone un netto cambio di direzione al Merchandising. Commissiona un nuovo logo e nasce il famoso disegno del lupetto stilizzato di Gratton il quale inizialmente crea qualche “mal di pancia” ai tifosi più tradizionali (xorsi e ricorsi..).
Nasce così anche la maglia della Pouchain detta il “Ghiacciolo”, tra le maglie forse più amate e tra le più ricercate ancora oggi tra i collezionisti. Inaugura anche i Roma Shop allo stadio da vero precursore.
Cede lo scettro nel 1979 all’Ing. Dino Viola, al quale consegna una società con i conti in ordine.
Durante la conferenza stampa, in cui comunica la cessione e il cambio di gestione, Anzalone è colto da una profonda crisi di pianto a testimonianza del suo grande amore per questi colori, e con la voce rotta dall’emozione prende la parola e dice: “Ho legato a questa società 15 anni della mia esistenza. Non è vero che alla Roma non è stata fatta una programmazione. Evidentemente ci sono stati degli errori da parte mia. Ho sbagliato e pago” (Cit. La Stampa, 17 maggio 1979).
Se la Roma dopo il suo mandato è diventata “Magica”, forse un certo merito è anche del presidente Anzalone.