02/04/2016 21:15
LAROMA24.IT (Federico Baranello) - Il 2 aprile del 1991 la Roma riceve all’Olimpico il Milan per la gara di ritorno delle semifinali di Coppa Italia. All’andata fu 0 a 0. Il Milan non sta attraversando un grandissimo momento ma è pur sempre il Campione d’Europa in carica, ha vinto la Supercoppa Uefa e la Coppa Intercontinentale, entrambe per la seconda volta consecutiva. Ha in squadra giocatori del calibro di Van Basten, Gullit, Baresi, Maldini e Ancelotti tanto per citarne alcuni. E’ una squadra che incute timore e rispetto. Alle 20.30 tutto è pronto e la Curva Sud si presenta così: “Romolo, Giulio Cesare.., noi conosciamo le nostre origini… voi neanche vostro padre”.
La Roma scende in campo con una maglia ormai d’altri tempi: muta rossa della “Enne Erre” bordata di un giallo acceso, sponsor Barilla e il lupetto stilizzato sul petto a sinistra, dalla parte del Cuore. Il Milan parte subito alla carica alternando pressing, gioco di prima e fuorigioco. Il tutto eseguito in maniera perfetta, alla Sacchi maniera. Un gioco che in questi anni le consente di salire sui gradini più alti del calcio mondiale. La Roma risponde schierandosi molto bassa, quasi rintanata, ma pronta a colpire con le falcate in ripartenza di Voeller. Il “Tedesco che vola” è in splendida serata. Al 6’ la prima occasione per gli ospiti con tiro da lontano di Donadoni. Gerolin sostituisce Pellegrini costretto all’uscita per infortunio. Qualche minuto più tardi Cervone inizia la sua splendida gara respingendo di pugno un tiro di Gullit. Al 18’ Massaro scarta tutti, anche Cervone, ma tira fuori e Nela quasi si stampa sul palo nel tentativo di chiudere lo specchio all’attaccante milanista. Al 24’ la Roma ottiene una punizione “battuta da Desideri, la difesa rossonera respinge, arriva Carboni che da fuori area scarica il sinistro, deviato nella sua rete da Van Basten”(Cit. L’Unità, 3 aprile 1991). Proprio lui, Marco Van Basten, il giocatore più elegante, la perfetta macchina da gol, insacca nella propria rete. Sino alla fine del primo tempo la Roma riesce a controllare il gioco.
La ripresa invece inizia con grande aggressività da parte del Milan ma Cervone è nella sua serata di grazia. Il numero Uno giallorosso respinge prima, con uno splendido scatto di reni, una conclusione di testa di Agostini, poi si ripete ancora su una conclusione di Massaro. Il Milan sembra l’unica squadra in campo. Al 67’ ancora Massaro punta l’incrocio ma Cervone si oppone ancora da grande campione. Poi ancora una punizione per il Milan con Rijkaard e l’estremo difensore giallorosso respinge ancora in tuffo. All’81’ Donadoni colpisce la traversa ma la Roma resiste sino al termine della gara.
Alla fine le statistiche dell’incontro sono impietose: il Milan conta 17 tiri in porta e la Roma solo uno. Cervone esegue 10 parate e una, solo una, Sebastiano Rossi. E anche il gol è un autogol. Insomma per una volta, una soltanto, la “Dea bendata” guarda verso di noi. E questo è davvero qualcosa di molto diverso rispetto a quanto solitamente ci accade. Mai usufruiamo di qualcosa che non ci spetta. Semmai è vero il contrario. E fu così che nonostante un periodo costellato più da avvenimenti negativi come il caso Lipopill, o addirittura tragici come la scomparsa del Presidente Dino Viola e la conseguente vicenda societaria, la “Dea bendata” si ricorda della compagine giallorossa. La Roma è in Finale.