29/07/2016 16:18
LAROMA24.IT (Federico Baranello) - Sin da piccolo Francesco Sensi è già catapultato nel mondo giallorosso. Il padre, Silvio, è uno dei fondatori del sodalizio giallorosso, “Silvio conosceva bene le esigenze dello sport per il suo passato di grande atleta e dirigente; fu proprio lui che scovò il terreno di Testaccio per costruire il primo campo su cui si edificò il mito della prima Roma” (Cit. La Roma, Novembre 1993). Con un padre così il tuo destino è già segnato.
Sensi, dopo essersi laureato in Scienze Matematiche, si diletta a svolgere la sua attività imprenditoriale in vari campi: alimentare, immobiliare, editoriale, finanziario e petrolifero. Nel 1954 entra nel CdA della Roma diventandone Vice Presidente nel 1961. Nel 1962 abbandona gli incarichi nella società giallorossa ma continua a seguirla sperando, in cuor suo, di avere un’occasione per il ritorno.
L’occasione si presenta nel 1993 quando l’era Ciarrapico giunge al capolinea. Dapprima in condivisione con Mezzaroma e poi in autonomia il suo sogno diventa realtà. In questo momento ha sessantasette anni ma la sua tempra gli consente di iniziare questa avventura quando i suoi pari età di solito portano i nipotini a scuola. È ora il Presidente dell’A.S. Roma e la carta stampata usa toni ironici per l’occasione: “L’impero dei Sensi”, “Sensi acquista l’altra Mezza…Roma”, “Non sarà una Roma priva…di Sensi”. Nei primi anni si dedica al risanamento dei conti pur con risultati sul campo abbastanza scarsi. In panchina si alternano Mazzone, dal ’94 al ‘96, Carlos Bianchi, che verrà cacciato nel ’97 sostituito dal duo Liedholm-Sella e poi Zeman. Con il Boemo si rivede il gioco dopo anni di buio, ma i risultati sono sempre deludenti. Nel 1999 si affida a Capello e inizia anche a combattere una guerra feroce contro chi monopolizza il gioco del calcio con battaglie leggendarie contro Galliani, Carraro e la classe arbitrale.
Nel Maggio del 2000 porta la Roma verso la quotazione a Piazza Affari e poco dopo inizia una campagna acquisti faraonica. Porta sotto il sole della capitale Gabriel Batistuta per settanta miliardi del vecchio conio. La Roma si presenta quindi ai nastri di partenza con giocatori del calibro di Cafu, Emerson, Samuel, Tommasi, Candela, Totti, Montella, Delvecchio e Batistuta appunto. I giallorossi giungono in porto con il vessillo tricolore. La prima dedica del Presidente è per i suoi genitori: “Per quello che mi hanno dato, mio padre mi ha insegnato a giocare al calcio, mi ha insegnato cos’è la vita…Per arrivare a questo traguardo ci ho messo tanta fatica, tanta angoscia, tanti dolori, ma questo scudetto mi ripaga di tutto. Abbiamo lottato contro i potenti al di sopra delle nostre forze, anche nelle ultime ore” (Cit. Corriere dello Sport, 18 giugno 2001). Nell’Agosto del 2001 ha la soddisfazione di portare a casa la Supercoppa Italiana. Continua le sue battaglie in Lega ma anche grazie a qualche tradimento non riesce ad imporre la propria linea. La sua Roma, con Spalletti, vince ancora una Supercoppa e due Coppe Italia.
Dopo tante battaglie per la causa giallorossa Franco Sensi è stanco e nella notte tra il 17 e il 18 agosto del 2008 viene a mancare.
In trentamila si recano alla camera ardente in Campidoglio per rendere omaggio al Presidente che è stato in carica più a lungo di tutti. Durante i funerali, sfidando la canicola estiva, il popolo giallorosso gli dedica l’inno “Roma, Roma, Roma”, cantato a squarciagola da oltre tremila presenti. “Romanista con il cuore e con la mente, riposa in pace, glorioso presidente”.