09/05/2017 20:12
LAROMA24.IT (Francesco De Sio) - Il 9 maggio del 2007 arrivano a sfidarsi all'Olimpico per l'andata della 60esima finale della storia della Coppa Italia le due migliori squadre italiane. Da una parte la spettacolare Roma di Luciano Spalletti, padrona di casa in quella che sarà l'ultima finale disputata in gara doppia dal 1980, è caccia del riscatto dopo aver condotto un campionato a distanza siderale dai nerazzurri ed aver subito, appena un mese prima, lo scioccante 7-1 di Manchester in Champions League; dall'altra la straripante prima Inter post Calciopoli di Roberto Mancini si appresta invece a chiudere una stagione che la vedrà protagonista del record storico di punti in Serie A (97) e del record di distacco dalla seconda in classifica (proprio la Roma, a -22). I giallorossi sono però l'unica squadra ad aver piegato in campionato l'armata nerazzurra, grazie all'1-3 maturato a San Siro solo tre settimane prima che ha posticipato di un turno proprio la festa scudetto dei meneghini.
Il mondo calcistico dello Stivale è stato scosso da poco più di tre mesi dalla morte del Ispettore capo Filippo Raciti in occasione degli sconti del derby siciliano fra Catania e Palermo e, per questioni ordine pubblico, negli ambienti vicini all'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive si è anche paventata l'idea di non far disputare la finale di coppa nazionale assegnandola ex aequo ad entrambe le compagini. Anche a causa delle rigidissime misure di sicurezza adottate per l'evento, all'Olimpico la cornice di pubblico, malgrado l'importanza dell'evento, tocca a malapena le 40mila unità.
Gli uomini di Spalletti, schierati con il consueto 4-2-3-1 per conquistare l'ultimo trofeo stagionale, fanno capire all'avversario quello che sarà l'andazzo della gara già dopo 52 secondi di gioco: l'azione romanista si sviluppa con una densa trama di passaggi direttamente da calcio d'inizio, Panucci innesca Taddei insolitamente libero di mettere un pallone arretrato al centro dal lato corto dell'area di rigore, Totti riceve e scarica il destro alle spalle di Toldo, è l'1-0. Il gol regala la convinzione giusta ai giallorossi, che fiutano l'odore del sangue e appena 180 secondi dopo piazzano il secondo gancio all'avversario all'angolo: corner lungo di Pizarro, Mexes calcia incrociando dal vertice dell'area, la difesa nerazzurra è praticamente ferma e De Rossi devia in rete a due passi dalla linea per il più semplice dei tap in. Il cronometro non segna nemmeno i 5 minuti di gioco e la Roma conduce già per 2-0. L'Inter è tramortita, mai realmente scesa in campo, per la prima volta in stagione gli uomini di Mancini si trovano in completa balia di un avversario che appare padroni di ogni aspetto del gioco e, inevitabilmente, capitolano per la terza volta al minuto 15: Chivu scende incontrastato sulla fascia sinistra e mette a giro un pallone rasoterra dalla trequarti fra difesa e portiere, Perrotta brucia Materazzi e in scivolata apre il piattone che vale il 3-0.
I nerazzurri, che fino ad allora non avevano subito gol in Coppa Italia, si ritrovano con un pesante tris sul groppone quando il cronometro del signor Saccani di Mantova scandisce il quarto d'ora di gioco: "Sembra Roma-Manchester, ma con i giallorossi che recitano il ruolo dei Red Devils", chioserà il giorno dopo 'La Gazzetta dello Sport' per rimarcare il dominio indiscusso e schiacciante dei padroni di casa sulla gara nel primo quarto d'ora.
Appena 4 minuti più tardi, però, avviene l'episodio che riporta la Roma con i piedi ben saldi per terra: Pizarro, pressato da Maicon, effettua il più sciagurato dei retropassaggi mettendo Crespo a tu per tu per Doni. Il centravanti non ha problemi ad avere la meglio sul portiere nel derby sudamericano e porta l'Inter sull'1-3. "Viene da ripensare alla rimonta interista in Supercoppa: da 0-3 a 4-3, roba da sballo o da non dormirci la notte, a seconda della prospettiva da cui la si guarda" ('La Gazzetta dello Sport', 10 maggio 2007). Crollo emotivo dei giallorossi? Nemmeno per sogno. L'errore del Pek ha l'effetto di risvegliare l'aggressività famelica di Totti e compagni e al 29esimo di nuovo un superbo Taddei mette al centro una palla a mezza altezza che Toldo smanaccia in malo modo, Mancini è il più lesto di tutti a ribadire dentro per il 4-1. Figo poco dopo centra un palo, e si va così a riposo con una delle prestazioni più convincenti nella recente storia della Roma in una finale.
E la ripresa inizia come era iniziato il primo tempo: angolo di Pizarro tagliato, Panucci offre un saggio di quella che è da sempre la specialità della casa e, rubando il tempo a tutti nel cuore dell'area, mette la palla all'incrocio opposto. Toldo non può nulla, al minuto 53 si va sul 5-1. Ancora una volta, però, i giallorossi su cullano sugli allori e nemmeno due minuti dopo si fanno sorprendere ancora da Crespo, lasciato solo in area piccola, per il 5-2. Il settimo gol dell'incontro pone un freno emozionale e tattico sulla gara: gli uomini di Mancini ritrovano ordine e, seppur senza creare occasioni nitide, iniziano a reggere l'urto offensivo della banda Spalletti avanzando il proprio baricentro.
Si arriva al 90esimo quando, in attesa della segnalazione del recupero, Totti si incarica di battere un calcio di punizione dai 30 metri. Il poderoso destro del Capitano ha l'effetto di rendere comunque minaccioso un calcio da fermo da distanza di per sé siderale, e infatti l'estremo difensore interista deve impegnarsi per arrivare ad una comunque goffa respinta corta che premia ancora una volta la caparbietà e la prontezza di Panucci, che spinge in fondo al sacco la palla del 'game, set and match'. 6-2 e campioni d'Italia affossati.
Spalletti, consapevole dell'importanza di aver messo 4 gol fra la propria squadra e gli avversari in vista del ritorno, esulta in panchina all'ultimo gol come se trattasse del primo e, 29 giorni dopo, si rifà della disfatta dell'Old Trafford: "La Roma in qualche modo ha fatto dimenticare ai propri tifosi la serataccia di Manchester: sei a due all'Inter campione nella finale di andata di coppa Italia. Il ritorno si giocherà il 17 maggio a San Siro. Un risultato imprevedibile che ha messo in risalto lo stato di grazia dei giallorossi, padroni del campo per almeno un'ora, e l'appagamento dei nerazzurri che, dopo aver conquistato il titolo, sono sembrati già in vacanza" ('La Repubblica', 10 maggio 2007).