08/10/2017 18:43
LAROMA24.IT (Elisabetta Graziani) - Valdemarsvik è una cittadina della Svezia meridionale affacciata sul mar Baltico che come principale attrazione ha un museo sull'ottone ospitato in quella che fu la prima fabbrica svedese di cerniere lampo. Un piccolo punto sulla grande mappa del freddo Nord Europa, che però verrà soprattutto ricordato per aver dato i natali l'8 ottobre del 1922 a Nils Liedholm, il calciatore più importante della storia svedese e l'allenatore che guidò la Roma allo scudetto nella stagione 1982-'83.
"Tranquillo, papà: un anno, massimo due, e poi torno". E' il 1949 ed è così, quasi per gioco, che ha inizio la storia in Italia di Liedholm, centrocampista elegante e preciso, che aveva militato nelle squadre svedesi IK Sleipner e IFK Norrköping e che nel 1948 aveva vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra con la sua Svezia. Il "Barone", così soprannominato dai tifosi e dalla stampa italiana per la sua eleganza e il suo stile nel gioco e fuori dal campo, totalizzerà invece in Serie A 359 presenze, 81 goal e 4 scudetti con il Milan, squadra con la quale concluse la sua brillante carriera da calciatore dopo 12 stagioni e con cui iniziò quella da allenatore nel 1961.
Dopo le panchine di Verona, Monza, Varese e Fiorentina, il Barone approda una prima volta a Roma nella stagione '73-'74, per poi ritornarvi nel 1979 dopo aver vinto uno scudetto con il Milan nella stagione precedente. Il 1979 è un anno importante, di rifondazione. Dino Viola è il nuovo presidente dei giallorossi e per far tornare grande la Roma decide di affidare un gruppo dalle buone potenzialità proprio a Liedholm, che firma un triennale.
Lo svedese ha da poco introdotto in Italia una nuova parola sinonimo di equilibrio e razionalità nella sua visione calcistica: "zona". Difensori che presidiano una zona del rettangolo di gioco e non un uomo e doppio libero dai piedi buoni in campo, sul modello del Brasile del '58 e della sua esperienza al Milan al fianco di Cesare Maldini. Una rivoluzione in una Serie A ancora abituata ai vecchi schemi. "E' la palla che deve correre, non noi, lei non suda"- è solito dire il "Barone" - ed è proprio a partire da questa idea e dalla "zona" che ha inizio il ciclo alla Roma.
La prima stagione di Liedholm a Roma culmina con la vittoria della Coppa Italia ai danni del Torino. Turone e Santarini al centro della difesa, Di Bartolomei e Ancelotti a centrocampo, Bruno Conti e Pruzzo in attacco sono le stelle di questa Roma dalle buone qualità, ma non ancora grande.
Nella calda estate italiana del 1980, la Roma è vicina all'acquisto di Zico, ma Liedholm fa virare il presidente Viola verso un altro colpo. A Roma arriva infatti un altro centrocampista, un brasiliano già noto in patria, ma non ancora consacrato all'estero: Paulo Roberto Falcão. E' la svolta. Nella stagione '80-'81 la Roma, con la sua "zona" e un calcio che avvolge, non arriva allo scudetto solo perché a Torino il goal di Turone viene annullato. La Juventus è campione d'Italia, ma la Roma vince ancora la Coppa Italia.
L'anno successivo i giallorossi arrivano terzi, ma la musica cambia nella stagione '82-'83.
Vierchowod, Iorio, Maldera, Valigi, Nappi e Prohaska si aggiungono a una rosa che l'anno precedente aveva acquisito anche Sebastiano Nela. Dopo un iniziale scetticismo, la Roma ingrana e la piazza si entusiasma. Nonostante la sconfitta a Torino con la Juventus, i giallorossi giocano bene e collezionano una serie di vittorie casalinghe e di pareggi esterni, sia nel girone di andata che di ritorno, mentre le squadre che seguono cadono sui campi delle provinciali. Ancelotti, Pruzzo, Di Bartolomei, Conti e Falcão fanno la differenza, ma anche gregari come Iorio e Chierico risultano decisivi grazie a un'impostazione tattica capace di dare razionalità e di far risaltare in campo l'intera squadra.
L'8 maggio del 1983 l'1-1 contro il Genoa consegna matematicamente alla Roma il suo secondo scudetto. L'entusiasmo esplode tra le strade della Capitale. "Con il Milan ho vinto quattro scudetti da giocatore e uno da allenatore: pensavo restassero i ricordi più belli della mia vita calcistica. Questo titolo con la Roma è di gran lunga il più sofferto quindi il più importante", dichiarò il "Barone" al termine di una stagione esaltante. Durante la quale sembra che abbia usato ogni tipo di scaramanzia: le sue tasche, hanno detto in molti, traboccavano di corni, zampe di gallina e polveri magiche.
Il secondo scudetto rappresenta il culmine della carriera da allenatore di Liedholm, carriera che avrebbe potuto annoverare la conquista della Coppa Campioni 1983-1984 con la Roma, se i giallorossi avessero vinto la lotteria dei rigori contro il Liverpool all'Olimpico nella notte del 30 maggio 1984. Dopo l'84 il Barone allenerà di nuovo il Milan, poi di nuovo la Roma nella stagione 1987-89, il Verona e infine un ultimo ritorno in giallorosso nella stagione 1996-97,quando verrà chiamato a sostituire Carlos Bianchi. Il "Barone" si è spento all'età di 85 anni il 5 novembre 2007 a Cuccaro, nel Monferrato, dove possedeva dal 1973 un'azienda agricola e viveva con la moglie e suo figlio.