16/02/2018 16:54
LAROMA24.IT (Federico Leoni) - Un bolide di potenza inaudita. Un lampo che squarciò di gioia la fredda notte dell’Olimpico. Di fronte c’era la Juventus di Antonio Conte, che viaggiava verso il secondo Scudetto di fila. Senza aver fatto i conti, però, con un uomo chiamato Francesco Totti, che sulle spalle indossava la 10, e sui piedi “ricami di cachemire e dinamite”. La Roma si impose 1-0, proprio grazie alla magia del Capitano.
L’ERA ANDREAZZOLI – Era quella la Roma di Aurelio Andreazzoli, che solo due settimane prima prese il posto di Zeman, esonerato dopo la sciagurata sconfitta casalinga contro il Cagliari. Quella della papera di Goicoechea per intenderci. Finì così lo “Zemanlandia bis”, anche se in quei 6 mesi il gioco offensivo e spettacolare del boemo, lasciò spazio ad equivoci tattici e alla classica difesa di burro. L’esordio del nuovo tecnico fu a Genova contro la Samp, e i giallorossi persero 3-1, con l’episodio del rigore fallito da Osvaldo. Ecco perché l’appuntamento contro la Juventus divenne decisivo. La Roma non poteva più sbagliare, ed entrò in campo determinata e compatta. La Vecchia Signora, invece, stanca dalle fatiche europee di Glasgow, lasciò molto campo ai giallorossi.
LA PARTITA – E se i bianconeri si presentarono al match con l’ormai collaudato 3-5-2, Andreazzoli rivoluzionò la squadra, presentando un 3-4-2-1 mai proposto prima di allora, con Totti e Lamela alle spalle di Osvaldo. L’uomo in più del primo tempo è proprio l’italo-argentino. Al 10’ salta secco Buffon e crossa forte in mezzo, con la sfera che, deviata da Bonucci, torna docile tra le braccia del portiere bianconero. La Juventus si affida invece alle geometrie di Pirlo e agli inserimenti di Vucinic. È il metronomo ex Milan a creare l’occasione più importante per la squadra di Conte, con un calcio di punizione dal limite che Stekelemburg riesce a parare sulla linea. I sistemi di gioco quasi a specchio limitano lo spettacolo, con le due squadre che riescono a coprire bene ogni spazio. Si arriva così alla ripresa, quando la partita entra finalmente nel vivo. La Roma ci prova ancora con Osvaldo, e soprattutto con Torosidis, che messo in porta da una pennellata di Totti, cicca il controllo nel momento decisivo. Poco dopo è Pjanic, da fuori, ad impensierire Buffon. È il preludio al gol giallorosso, che arriva al 13’. Ed è una meraviglia, con Totti che riceve il pallone al limite dell’area dopo una respinta corta e buca Buffon con un destro di una potenza mai vista. Trema, e trema ancora, la rete dell’Olimpico. La Roma è in vantaggio. La Juventus, sulle gambe come non mai, prova a reagire inserendo Giovinco ed Anelka, ma il risultato non è soddisfacente, perché si espone ai contropiedi della squadra di Andreazzoli, che sfiora il raddoppio con Marquinhos. Alla fine termina così, 1-0 per la Roma.
Con questa vittoria i giallorossi tornarono a gioire dopo quasi due mesi. Il futuro, però, non sorriderà ad Andreazzoli, perché suo malgrado sarà protagonista in negativo di una delle stagioni più disgraziate della storia recente giallorossa. Quella notte dell’Olimpico però rimarrà impressa negli occhi e nella mente dei tifosi, che ancora cantano sulle note di “Totti gol”. Serate di gloria, attimi di emozioni che non torneranno più. Sempre nel segno del Capitano.