26/01/2016 22:46
8 novembre, pare 'na vita. Settantotto giorni dopo non c'è più nessuno dei due.
Gervinho va alla Cina. Il giocatore che più di ogni altro (Totti a parte) aveva divertito i bambini romanisti facendo ammattire le difese avversarie, costrette a triplicare le marcature per riuscire a stenderlo, ha già salutato. Quello del primo anno non c'era più da un bel pezzo, nonostante qualche apprezzabile colpo di coda in questo girone d'andata.
Gervais è andato via in quel Roma-Cagliari, il 22 settembre del 2014. Noi non lo sappiamo, ma lui ha chiesto la cessione quando tutti videro di colpo quel gran ginocchio in testa e noi ci sentimmo così sorpresi. Sorpresi e turbati. Turbati ma più giovani. Più giovani e folti. Lui perse molto più di quella fascia nera, lui perse i super poteri. E la Roma perse lui.
Narciso Gervais s'era innamorato del proprio volto. Quando 'sta cazzo fascia cadde sul campo (ricordateve, perchè mica solo io solo io: "era amico di tutti era") ci mise due minuti solo a raccoglierla, frastornato e costernato com'era. Si vide riflesso in quello specchio d'erba, mentre la gente spietata si dava di gomito trattenendo a stento le risa. E tutto finì. Che c'aveva nascosto? Ma soprattutto voleva nascondere più a noi o più a se stesso?
Di Gervinho conserveremo il ricordo di un mocassino commovente,
così come leggendario fu il tentativo de fa' montá sull'apparecchio una non meglio precisata femmina, non registrata e rinvenuta senza documenti ad Abidjan.
Sempre che sia vero, perchè se voi non ce credete io lo capirei benissimo.
Quanto poteva durare un avulso individualista come lui con uno come Spalletti? Dieci giorni sono un'enormità. Alzi la mano chi non ha pensato al primo, surreale, colloquio ravvicinato tra i due. "E te tu un mi garbi". Ma se saranno capiti almeno sul senso? Mah.
È vero che alla Roma consumiamo gli addii con una velocità spaventosa, ma solitamente, dopo due anni e mezzo, dei calciatori ci si fa un'idea compiuta. Io non ho ancora capito se 'sto 27 fosse fortissimo o improponibile. Non ho idea di come lo si ricorderà, tra qualche anno. Se fosse più giusto prendersela con Marianella o chiedergli scusa.
Nel dubbio, tenderei a ricordarlo così:
Dario Bersani
@DarioBersani