A noi

26/05/2019 05:08

LR24 (DARIO BERSANI) - Il crepuscolo. L’angustia. L’Ammirazione. Il malincuore. L’attesa della festa, la festa del cassiere. La vergogna moscia stringe mani con tremulo sudaticcio tipico di chi ti ha messo alla porta. Con un tweet. L’ultima mignottata. A te. La maglia coi fulmini, che dio ve furmini. La domenica dell’angustia. Della Mutilazione. Ma anche dell’Orgoglio. “La domenica della buona gente” e tu fai Renato Salvatori, ti va.
Menomale che piove, così confondemo un po’...Come no. Io al fischio mi alzo e me ne vado, te lo dico. Vedrai. L’ultimo allenamento. La lettera che ti piega. Ti sei firmato per esteso. No vabbè. L’Arrivederci e poi quella frase che riecheggerà in eterno. Quella del coro più bello dopo quello coi ragli e coi muli. Quel nome e cognome scritto così mi ha piegato. “Non vi ho mai visti così uniti”. Era Lettera e Testamento. Te sei fatto pavone con la tua gente, finalmente. Con pudore hai usato il pronome. Personale. Per una volta eravamo uguali a come eravamo. Andare sopra l’attico della perfezione. Ce la rimanni in circolo. Maledetto. Quando il condottiero muove, i romanisti tornano a riconoscersi. Lo assecondano. Scalpitano. Si mobilitano. Si schierano. Ameremo e perderemo con la stessa intensitá con cui lo hai fatto tu. Come hai detto tu. Come ha detto la persona più rappresentativa che sia mai esistita. La domenica dell’Olimpico. Uno sparuto drappello di 60.000 opliti, radunati e compatti al fianco dell’ultimo dei romantici. Io vorrei che la Roma fosse sempre questa. Che fosse branco e corteccia. Solo questa. ASRoma 1927, non 2011. Con i valori di sempre e le paure de mai. Ah ma lo sai, Daniele, che alcuni sciatti si sono sforzati a spiegarci che la Roma andrà avanti lo stesso senza di te. A noi che pensavamo si sciogliesse, a noi empi ormai convinti a ripartire da Alba, Fortitudo e Roman. Ma pure la stamo a fa enorme, che avemo salutato papi e imperatori e non se potemo disperà per un 16. Che il calcio è cambiato, che tutto passa. Non ce passerà un cazzo. Ecco cosa. Zero. Ma hai fatto bene a sorvolare, una volta tanto. È il giorno di soprassedere. Oppure, più semplicemente, di sopravvivere.
Grazie per aver portato Radu per il naso con due dita come un rennino a primavera. Per tutte quelle che non si sono viste e sapute, ma tu hai fatto e vissuto. Grazie per aver chiuso da Uomo. Grazie che è stato il tuo ultimo mister.

Tu ora giura che sará bellissimo. E noi che non avremo fretta, come sempre. E magari saremo ancora qui.

Abbi cura di noi .

Disappunti di viaggio - Dario Bersani