La recherche du foot perdu

03/07/2017 23:32

Luglio 2008, una lampadina calpestata per errore, la caviglia che inizia a sanguinare.
Un po' di cotone idrofilo e dell'acqua ossigenata, tanto era solo un taglio. Il flusso si interrompe, la ferita inizia a rimarginarsi. La pelle copre lentamente un male oscuro che si mostra in tutta la sua potenza nel giro di qualche giorno.
L'ospedale, l'attesa e l'esito: staffilococco aureo.
Dieci giorni sul letto aspettando un responso, il dolore sale fino al pube, i medici perplessi, dubbiosi, speranze di salvare quella gamba poche.
Restano le preghiere, a chi non so, ognuno hai i suoi Santi da qualche parte.

Lenti miglioramenti, tre mesi con la speranza di tornare in campo, medicine su medicine, pasticche dopo pasticche, antibiotico dopo antibiotico.
E ancora sei mesi fianco a fianco con Guillaume Tora, il della squadra riserve del Lione.
Il sudore misto allo sconforto, l'acido lattico alla voglia di risentire quel piede destro calciare con la forza di prima.
Spesso i tifosi invocano i famosi "attributi", questo signore non sarà il calciatore più determinante del continente, ma di certo non è uno che si abbatte di fronte ad una difficoltà.

 

Gianvittorio De Gennaro - 'In The Box' per LR24