31/01/2018 22:21
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Da una parte Aubameyang, Sanchez, Mkhitaryan, Laporte, Emerson Palmieri (per citarne alcuni). Da un’altra parte Diego Costa e Coutinho (225 milioni complessivi: bastano?). In Italia Lisandro Lopez, Rafinha, Caceres, Jonathan Silva. 24 presenze in 4, con il neo laziale a fare la voce grossa (14 nel Verona), seguito a ruota dal neo romanista (6), e dal difensore dell’Inter (4). Nomi e numeri che non danno adito a interpretazioni. La Serie A perde punti rispetto agli altri campionati e vende giocatori agli altri campionati, nonostante si confezioni il prodotto interno con una carta regalo che oramai, però, non inganna più nessuno. Il Napoli capolista si riduce all’ultimo giorno di mercato per un esterno d’attacco di cui De Laurentiis e Sarri hanno parlato un mese fa, tra rifiuti (Verdi) e rincorse affannose (Politano). La Juventus, con la rosa più completa e forte, non muove una foglia ma nel frattempo vede alcune rivali di Champions rafforzarsi a suon di sterline, a testimonianza di quanto rischi di diventare difficile confrontarsi fino alla fine per riportare a Torino quella coppa.
La Roma ha vissuto un gennaio da dimenticare. Il suo mercato ha fatto pendant con il cammino in campionato. Difficile fare peggio. Dzeko non lo dimenticherà, per lui gennaio è stato un incubo: i bagagli della sorella scambiati per il segnale di partenza per Londra, Orsato che in un raptus di gentilezza suggerisce a Florenzi e Di Francesco di calmarlo onde evitare l’espulsione dopo mezz’ora di partita a Genova, i colloqui con l’agente quando la Roma si allenava nel milanese, le parole di Gandini che hanno suonato come scarico di responsabilità per la mancata cessione a chi sta accanto al calciatore. Emerson Palmieri intanto proverà a farsi conoscere e apprezzare da Conte (complimenti al tecnico pugliese per il tatto usato nel parlare di lui: Emerson chi?). Emerson in Italia lo conoscevamo, uno dei tre migliori terzini sinistri dello scorso campionato, ma sembra importare poco ai più, abbacinati dal luccichio della plusvalenza. Gennaio. Un mese pesante e lungo come un anno di sventure. Un mese che in modalità differente ricorda la goffaggine dell’omonimo mese del 2015, quello di Doumbia e Spolli tanto per intenderci. Viene voglia di svegliarci domani mattina direttamente nel 2019. Invece sarà febbraio. Che quantomeno significa fine del calciomercato più povero e grottesco nella storia del campionato di Serie A.
@augustociardi - In The Box