06/01/2018 17:55
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Poco più di un mese fa, la Roma batteva il Qarabag. L’apice della stagione. Il 5 dicembre la conquista del primo posto nel girone di Champions League consacrava la Roma al ruolo di rivelazione del primo turno della massima competizione continentale per club. Prima nel girone mettendo alle spalle Chelsea e Atletico Madrid, costretta a ripartire dall’Europa League, dopo aver fatto due finali Champions nelle ultime quattro edizioni. La Roma aveva appena liquidato la Spal, ultima partita in cui la squadra di Di Francesco avrebbe fatto più di un gol. Il tifoso della Roma, a ragion veduta, viaggiava con la testa. Il rocambolesco pareggio col Genoa era alle spalle, alle viste c’era il Chievo, poi il Cagliari, quindi il doppio confronto con le torinesi, in Coppa Italia e in campionato, la madre di tutte le partite. Da quel momento la Roma ha vinto solo con il Cagliari, soffrendo le pene dell’inferno per trovare quel gol sospirato oltre il novantesimo. Pareggio col Chievo, sconfitta col Torino, sconfitta a Torino. E poi tanto per mandare di traverso la fine dell’anno, pareggio col Sassuolo. Il crollo della libido. Stimoli sotto le suole delle scarpe.
Un buco nero. L’ennesimo. E mo? E adesso? C’è da rimettere in piedi un campionato che ti fa aggrappare a un asterisco, quello che ci si porta dietro da inizio settembre, quando non si giocò Sampdoria-Roma, da recuperare fra quasi tre settimane. Nel frattempo urgono vittorie, per dare un senso alla partita dell’asterisco. Perché nell’aria c’è la sensazione che il maledetto dicembre abbia compromesso la stagione. I calciatori della Roma devono riattizzare gli stimoli dei tifosi. Sviliti dal rischio di passare quattro mesi a difendere un quarto posto con vista terzo e col rischio quinto. Siccome la Roma ammirata fino a un mese fa non è stata un abbaglio collettivo, è doveroso riportare in auge l’eccitazione da novanta minuti. Il rischio torpore è dietro l’angolo. La voglia di processare Trigoria incalza. Il brutto vizio di “buttare via tutto” può fare danni. Come frenare l’incombente autolesionismo? Reagendo. Facile a dirsi. Neanche troppo complicato da farsi. Necessario per evitare che il tifoso a forza di saliscendi di umore finisca in terapia di gruppo. I mezzi ci sono. Si usino. Servono i fatti. Non le parole.
@augustociardi - In The Box