27/02/2018 18:27
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - In teoria non sarebbe possibile che la colpa sia sempre degli allenatori, e che in (recenti) epoche diverse abbiano sbagliato Luis Enrique, Zeman, Garcia, Spalletti e, oggi, Di Francesco.
In pratica sarebbe ora innanzitutto che ci si interrogasse su chi sceglie gli allenatori della Roma, in primis sull’ideologo del club, che intercetta a Londra il presidente giallorosso prima che questi venga, raramente, in Italia. E poi, sì, se le scelte fatte sono sbagliate, od opinabili, la conseguenza è che nei momenti di crisi della Roma gli allenatori sono quantomeno corresponsabili. Salvarli per partito preso, così come attaccarli per partito preso, è un errore gravissimo. Criticarli è lecito, a volte doveroso.
In teoria la Roma è una squadra competitiva, meno forte e meno rodata di Napoli e Juventus, sicuramente più attrezzata di Lazio e Inter, nettamente superiore a Milan e Sampdoria, e ha una rosa in grado di poter essere gestita egregiamente anche nelle coppe. Soprattutto la coppa nazionale.
In pratica la Roma è penosamente a sei partite di distanza dalle prime due in classifica. E se nella coppa europea ha compiuto un’impresa nel primo turno, il velo pietoso va steso sulla Coppa Italia, pietra dello scandalo della stagione, soprattutto per la superficialità con cui è stata mandata in campo una squadra sperimentale.
In teoria Cutrone dovrebbe prendere esempio dal giovane collega Schick, più grandicello di lui e più celebrato.
In pratica Cutrone sembra il figlio di Inzaghi e Schick il classico figlio di questa Roma, poco carico di furore, tipico esempio di calciatore che in giro per Trigoria non ha il timore di incontrare chi gli inculca l’esigenza della vittoria a ogni costo (lecita e legale, of course).
In teoria Di Francesco parlando ai tifosi, attraverso i media, espone concetti che in pratica dovrebbero essere condivisi, non dai tifosi e dai media, ma dai calciatori. Perché a meno che tu non abbia alle spalle un club forte sotto ogni punto di vista, non puoi pensare di far leva soltanto sulle tue teorie per uscire dai buchi neri che anche tu allenatore hai contribuito a scavare. In certi casi urgono i compromessi, anche tattici.
In teoria, chi non accetta mai critiche è in pratica chi non fa mai autocritica, negando ogni tipo di errore. La Roma non fa mai autocritica.
In teoria la Roma ha in squadra il capocannoniere in campionato ed in Europa League della passata stagione, il miglior centrocampista della A di un anno fa, il giovane più pagato nella storia del club, due dei migliori difensori centrali della squadra che ha fatto il record di punti. In pratica molti di questi calciatori sembrano difensori, centrocampisti e attaccanti che oggi sfigurerebbero persino nel Chievo.
In teoria Di Francesco chiede gioco verticale. In pratica di verticale da due mesi e mezzo c’è un crollo incontrollato.
In teoria la stagione può portare ancora il contentino del piazzamento Champions e un prestigioso quarto di finale europeo.
In pratica?
@augustociardi - In The Box