21/05/2018 20:27
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Il calciomercato è una cosa seria. Per questo va affrontato con sobrietà. Il calciomercato può nuocere alla salute. Per questo bisogna prendere le dovute precauzioni. Diffidare dalle seguenti definizioni, per salvaguardare fegato e sanità mentale: trapela ottimismo, manca solo la firma, summit, domani il blitz (il blitz, se annunciato, non è un blitz), diffidare da “ci fa sapere l’entourage”, dal siamo ai dettagli, dalle fumate grigie e dagli ultimatum. Definizioni che fanno oramai parte di quel vocabolario tipico di giorni che possono segnare la vita del tifoso che va in ansia più per le voci incontrollate che per le partite dai ritmi concitati.
Partire dalle (probabili) certezze può fungere da gastroprotettore. Quali sono le certezze della Roma? Una raggiunta serenità economica. Le dolorose cessioni degli anni passati, gli introiti e l’indotto creati da una stagione strabiliante in Champions League, il piazzamento raggiunto nel campionato appena concluso. La Roma va verso il 2018-19 nel segno della continuità. Non sottovalutiamo questo termine. Un anno fa di questi tempi stavamo per vivere il trauma dell’addio di Totti, ma anche la necessità di dover ripartire quasi da capo. Nuovo allenatore, nuovi calciatori che avrebbero sostituito almeno due titolari (Salah e Rüdiger). Se la Roma venderà, lo farà per scelta tecnica. Opinabile, ma scelta tecnica. Non per impellenza di bilancio. Il club è stato fin troppo ligio al dovere presentandosi a scadenze fissate a Nyon per mostrare i conti, in ottemperanza all’Unfair Play Finanziario voluto da quel gran signore di Platini, sì, quello che ha ammesso persino i sorteggi combinati per il mondiale giocato nella sua Francia.
Nessun calciatore di livello finirà all’Inter. Nonostante a distanza di un anno si continui ad annunciare una diaspora, come se non fossero bastate le previsioni errate di dodici mesi fa quando per molti, ma per fortuna non per tutti, avrebbero dovuto raggiungere Spalletti i vari Nainggolan, Strootman, Rüdiger, Perotti, Dzeko e Florenzi. Se la memoria non è il vostro forte, sforzatevi. Fatelo per voi. La Roma per molti continuerà a essere terra di conquista mercantile. Che poi, attenzione, la Roma ha venduto, la Serie A ha venduto, è la legge che porta a essere preda o predatori. Ma che la Roma debba essere bottega in cui farà la spesa, per esempio, un club in difficoltà come il Milan somiglia a un paradosso, per non voler dire una cazzata. Ne diremo tante, ne ascolteremo di più. Vedremo fumate grigie da spegnere con docce gelate annunciate da blitz che sanno di ultimatum per limare e/o definire i dettagli svelati dagli entourage in esclusiva per accorciare le distanze fra le parti e abbattere il muro per poter finalmente far trapelare ottimismo e poter finalmente annunciare: manca solo la firma! Che poi n’ariva mai. A differenza della gastrite.
@augustociardi - In The Box