Vademecum per l’estate romanista: le 7 (false) profezie di un anno fa
08/06/2018 21:55
LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) – Venghino siori venghino. La giostra è ripartita, il carrozzone è in città e promette verità per l’anno venturo. Passa ogni estate, s’approfitta delle temperature che affaticano i connettori cerebrali e sputacchia qua e là quello che ha masticato tra gli avanzi delle tavole calde. Poi i fantasmi del passato semplificano il processo di divulgazione: è già successo, quindi succederà ancora. E da uno, a due, a dieci, a molti: la singola, pura e magari ingenua idiozia diventa fatidica verità.
Ne abbiamo riprese dalle tubature 7, quanti i peccati capitali, ma anche le virtù, i colli e i Re di Roma, come i mari nell’antichità, i nani o le vite dei gatti. 7 come Cristiano Ronaldo anche. 7 come i giorni messi a disposizione, in modo da poterne leggere uno ogni 24 ore da lunedì a domenica.
Avvertenze: Questo articolo è un compendio di menzogne o teorie mai provate che può risultare utile per favorire la futura regolarità nel tratto intestinale di elementi simili. Si consiglia di leggerne una al giorno senza superare la dose consigliata. Vietato da somministrare ad individui al di sotto dei 14 anni.
- - LA PREPARAZIONE DEL NAPOLI
La Roma a fare la tournée mentre il Napoli andava in clausura ad alta quota. Sacrilegio! E giù malinconici inni alla preparazione di una volta. Ora indubbiamente qualsiasi allenatore del globo preferirebbe rinchiudersi a mangiare aglio e allenamenti per settimane ma nel 2018 questo più che un vantaggio equivale ad un’assenza di appeal internazionale. Inoltre attendiamo argomentazioni scientifiche che comprovino i benefici a livello fisico di 20 giorni trascorsi in montagna a luglio sul rendimento nel maggio successivo. Mese nel quale il Napoli s’è afflosciato alle spalle della Juventus, che ha confermato scudetto e Coppa Italia, mentre la Roma sognava la grande rimonta col Liverpool, che poi avrebbe perso la finale di Champions col Real Madrid. Di queste, Roma, Juventus e Real Madrid avevano partecipato all’International Champions Cup l’estate prima, il Liverpool invece era stato ad Hong Kong. Solo il Napoli a Dimaro.
- - DI FRANCESCO INTEGRALISTA
“Moriremo di 4-3-3” è solo uno dei pensieri nefasti che ha accompagnato l’ingresso a Trigoria di Eusebio Di Francesco. E Lobont, casomai servisse, fungerà da ala destra perché giammai venga rinnegato il sacro modulo. Domandato quanto la “teorica” dislocazione dei giocatori possa influire sul modello di gioco, la Roma chiuderà l’anno dopo essersi disposta con il 4-2-4, il 4-2-3-1 e guadagnato l’accesso alla semifinale di Champions col 3-4-1-2. E mani spellate per Di Francesco.
- - DI FRANCESCO ZEMANIANO
Per carità, almeno qui, il fondo di verità c’era e pure stratificato: la foto di Zeman sul comodino è una confessione dell’attuale tecnico della Roma che mai ha negato di aver tratto profonda ispirazione dal caratteristico boemo. Così, Celta Vigo-Roma 4-1 sembrava un tremendo revival del Roma-Cagliari che segnò la fine dell’epoca zemaniana alla Roma. A fronte di una produttività offensiva si soffriranno pene disumane all’indietro, veniva detto senza dar troppo peso al fatto che fosse 13 agosto, che c’erano Skorupski, Peres, Gerson, Gonalons, Defrel e Iturbe, sì Iturbe, dal primo minuto. 10 mesi dopo se c’è qualcosa in cui EDF ha lasciato un’impronta dorata è l’organizzazione difensiva della squadra.
- - FAZIO E LA DIFESA A 4
E proprio lì, a Vigo, si cementificò un’altra teoria: Fazio può muoversi solo all’interno di una difesa 3, come aveva fatto di recente con Spalletti. Mai più a 4. Neanche se ci ha trascorso tutta la sua carriera di medio-alto livello con piacevoli picchi europei? Mai più. Federico Fazio ha raccolto 45 presenze in stagione con la Roma, una squadra che ha di frequente giocato con una linea a 4. E Federico Fazio viene ancora salutato come il Comandante.
- - UNDER? IL NUOVO ITURBE
Che colpa ne ha Under Cengiz, anni appena 20 l’estate scorsa, nato a Balikesir, paese dalla non strepitosa abitudine a sfornare fuoriclasse del calcio? Quella di aver forme e ruolo in comune a Juan Manuel Iturbe, passato all’antonomasia degli acquisti flop. Neanche fa in tempo a dire il suo "Forza Roma" in aeroporto che già è il nuovo Iturbe, soltanto perché qui non c’è trasmissione via cavo del campionato turco e quindi, più semplicemente, nessuno sa chi sia. Fortunatamente gli capita un pallone a 6 metri e poco più dalla porta del Tottenham in estate, la mette dentro e questo gli garantisce un rinvio a giudizio che scadrà comunque col girone d’andata. Nel ritorno però Under fa 7 gol e un altro lo segna in Champions League. Ora guai a chi telefona per sapere il prezzo del turco.
- - IL CERTO SZCZESNY PER L'INCERTO ALISSON?
Come si può iniziare la stagione affidando la porta ad Alisson, appena portiere di coppa l’anno precedente? Forse Szczesny aveva capito tutto con discreto anticipo e piuttosto che accomodarsi alle spalle del mostruoso brasiliano ha preferito farlo dietro all’ultimo Buffon. Oggi non c’è squadra delle più luminose del firmamento calcistico che non si sia messa in fila per Alisson Becker. Perdonali, non sapevano quello che dicevano.
- - LA SASSUOLIZZAZIONE
Arriva Di Francesco, rientra Pellegrini, s’acquista Defrel. “Stamo a diventà er Sassuolo”. Perché un allenatore viene da lì e con lui ritrova un calciatore che era da quelle parti per svezzarsi e tornar utile alla base, oltre a riprendere un attaccante che dal principio fu targato “vice Dzeko”. Di Sarri che metteva uno dietro l’altro Tonelli, Hysaj, Zielinski, prima Valdifiori e infine Mario Rui, non s’era sentito parlare del processo di “empolizzazione”. Tra l’altro, insieme, Pellegrini e Defrel hanno trascorso 217 minuti sul campo, in pratica meno di 2 partite e mezzo sulle 51 stagionali. Buona estate.
@MirkoBussi - In the Box