26/07/2018 18:57
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Una volta le amichevoli estive servivano per scoprire le nuove maglie, e per vedere che effetto facevano addosso ai calciatori appena acquistati. Succedeva che durante lo storico torneo di Saint Vincent, la nr, sponsor tecnico della Roma, proponeva la maglia coi numeri gialli e non più bianchi. Modifica epocale per gli anni ottanta. Oramai le maglie nuove le vedi in coda alla stagione vecchia, questione di marketing. E business. Parole che ti portano a fine luglio in giro per il mondo. Ogni anno la stessa storia, per tutti i club di tutto il mondo. Le amichevoli sono quella cosa che serve a pochi ma di cui parlano tutti. Le amichevoli servono agli allenatori. Chiaro. Per verificare a cadenza bi-trisettimanale il lavoro pre stagionale. Tutti ne parlano. Senza motivo. Vinci ed esalti Tachtsidis, un gol da lontano e lo fai diventare un mix fra Pirlo, De Rossi e Gerrard. Inutile esaltazione. Perdi e chiedi la testa del tecnico. Un anno fa dopo quattro gol presi ad agosto dal Celta Vigo, si parlava di resa dei conti a Trigoria, anche gli innamorati della prima ora di Di Francesco si chiedevano se valesse la pena iniziare il campionato col tecnico abruzzese. Follia. Follia pura. Delirio di massa. Da qualche anno i mass media sostengono, spingono, impongono un torneo estivo che si gioca fra le grandi d’Europa. ICC, International Champions Cup, o qualcosa del genere. Il monumento al superfluo. La noia imbellettata e spacciata per adrenalina, moneta falsa con cui provare ad appagare la fame di big match dei telespettatori che puntano la sveglia alle quattro del mattino per vedere Roma B contro Tottenham D. Giusto il tempo di innamorarsi del ragazzino della Primavera che “di sicuro toglierà il posto a Dzeko”, salvo poi vederlo andare in prestito in Serie C. Meglio andare a pesca a quell’ora, alle quattro del mattino. Prima domanda: chi ha vinto l’ultima edizione di questa ICC? Non spremete le meningi, a stento se lo ricorda chi l’ha vinta. “Perdere, anche in amichevole, è fastidioso, peggio ancora perdere subendo tanti gol”. La replica a questo orgoglioso adagio è ancora più noiosa dello stesso “nel 1982 abbiamo perso tre a zero col Trento, poi abbiamo vinto lo scudetto”. Le amichevoli provocano allucinazioni, partoriscono stucchevoli luoghi comuni. C’è l’esubero che magicamente torna utile: Borriello che dopo un gol al Sud Tirol fa pensare “e se fosse lui l’esterno che serve a Luis Enrique?”. C’è la notizia fake sul clamoroso cambio modulo: estate 2009, ultimi rantoli del primo Spalletti, qualcuno intravede in montagna un inesistente 4-2-4 ed è subito tormentone, “anvedi, un asino che vola!”, secondo questa fantasmagorica novità Taddei sul rinvio del portiere avversario (ossia quando si legge il modulo) sarebbe stato sulla stessa linea del centravanti. Scirocco. Appiccicoso. Ingannatore. Destabilizzatore. Che però in poche settimane spazza via sconforto, esaltazione, idee geniali, promozioni o bocciature. Immotivati stati d’animo e ingiustificati interventi figli del nulla in quanto figli delle amichevoli estive. Utili agli allenatori, e per i calciatori. Perdita di tempo per chiunque altro. Seconda domanda: che ha fatto la Roma col Tottenham? Ha perso? Via tutti! Peccato, perché dopo i 177 gol al Latina eravamo più forti della Francia campione del mondo.
In The Box - @augustociardi