17/09/2018 19:34
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Dimmi cos’è il senso di appartenenza: tutto quello che non oggi non si riscontra nella Roma. Per una terribile coincidenza sembra che alcuni presunti big si siano fermati a Torino-Roma, una quarantina di ore prima della cessione di Strootman. Zero alibi ai calciatori, sia chiaro, ma il giochino della tela di Penelope va bene per la mitologia. Se smonti e rimonti in modo apparentemente compulsivo un anno sì e l’altro pure, la volta in cui trovi difficoltà nell’amalgamarla rischia di saltarti il banco, anche se metti dentro come quest’anno elementi molto forti e talenti con grandi prospettive. Principio di causa-effetto: nel calcio esiste una reazione negativa al verificarsi di determinati segnali. I calciatori, inconsciamente, possono convincersi che il senso di precarietà, oggi ci sto, fra quattro mesi chissà, non conduca da nessuna parte.
Dimmi cos’è, Direttore Monchi, il “non tratteniamo nessuno”. Esistono casi di calciatori importanti che avevano firmato scritture private per altri club, che avevano salutato i quasi ex compagni di squadra offrendo champagne, sui quali si è imposta la società, facendoli restare, e vedendoli fare la fortuna della squadra in cui sono rimasti. Dimmi cos’è, allenatore Di Francesco, la stramaledetta pratica. Se tamponi una macchina, la causa non la puoi ricercare soltanto sui libri dei quiz dell’esame di teoria. Esiste l’errore di misura, esiste l’imponderabile, esistono le altre automobili condotte da altri guidatori. Ogni volta che la Roma va male, il post match si trasforma in una litania: giocatori che non accorciano, tempi di aggressione, sviluppo della manovra, approccio sbagliato. Come dire: alla lavagna la partita è stata preparata bene, poi in campo i ragazzi non l’hanno tramutata in fatti. Niente di più sbagliato. E dimmi cos’è l’estate. Se la passi lavorando da inizio luglio col novanta percento dei calciatori che avrai a disposizione per tutto l’anno, quando parte la stagione non si possono cambiare uomini e moduli di gioco come forse non si dovrebbe fare neanche nelle partitelle di metà settimana. Dimmi cos’è, anzi cosa sono, Associazione sportiva Roma, le aspettative. Se ogni anno tutto è in vendita, e il dirigente-calciatore simbolo in piena estate fa il fiocco al campionato dicendo un’ovvietà, talmente ovvia, da non potersela permettere di dire (“la Juventus gioca un campionato a parte”), non si spoilera soltanto il film del campionato, non perché qualcuno si sia illuso di detronizzare Allegri, ma perché si tolgono ancora una volta, dannatamente, aspettative con cui calciatori strapagati dovrebbero convivere. Come dire, sotto il fiocco per gli juventini c’è un regalo, per i romanisti che vorrebbero godersi un campionato ambizioso, c’è soltanto un pacco. Da Boston a Trigoria passando per la teatrale Londra, è ora di cambiare marcia, di mettere pressione ai tesserati, di modificare i segnali che colpevolmente continuano a inviare ai calciatori e agli allenatori.
In the Box - @augustociardi