29/10/2018 16:51
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - La notizia: la Roma è rimasta sul pezzo per novanta minuti più recupero. A Napoli. Contro il Napoli. Che aveva imposto se stesso al Paris Saint-Germain e recentemente aveva legnato il Liverpool, oggi capilista in Inghilterra. Non è un inedito. Era accaduto, a parte Roma-Barcellona, proprio a Napoli, otto mesi fa. Parlando di partite contro avversari di livello. Oppure in casa con l’Atletico Madrid, un anno fa, o a Londra col Chelsea. Laddove per stare sul pezzo si intende non staccare la spina durante il match anche se l’avversario ti schiaccia, pure se sei in apnea. Tutt’altra storia se si chiede alla Roma di menare il gioco, come vorrebbe il suo allenatore, seguendo una strada che forse questa squadra non può seguire. Non per pigrizia ma per caratteristiche. O perché, non è da escludere, ciò che Di Francesco propone non è la strada giusta.
La Roma negli ultimi quindici mesi ha fatto meglio quando si è scelta la strada del compromesso, voluto, o imposto dall’avversario. Raramente è riuscita a imboccare la strada che indica il suo tecnico. Quando la Roma si concede agli avversari, tipo la Spal (dopo quattro sconfitte e l’illogico miracolo romano lo squadrone di Semplici ha fatto entrare il Frosinone di ieri nella storia…del Frosinone), raramente riesce a fare ciò che prova durante la settimana. Quando le si chiede sostanza, sofferenza, capacità di ripartire anche con il démodé contropiede (chiamatele pure ripartenze se vi sentite giovani) dopo aver fatto persino (inorridite pure) il tanto bistrattato catenaccio, sa rispondere presente con quella naturalezza che le permette di pensare meno a quello che deve fare. Perché se per caratteristiche o strade sbagliate sei costretto a pensare a quello che devi fare, perdendo frazioni di secondo vitali, perdi naturalezza, quindi sicurezza.
Dopo quindici mesi ci si deve interrogare, guardando una classifica bruttissima che non è compromessa ma grida vendetta: quale strada è meglio seguire? E non si sta parlando di cambio di allenatore. È ora di smetterla di invocare Conte a ogni sconfitta, avete visto? Mentre c’era chi pregava la Madonna dopo i gol di Petagna e Bonifazi affinché il salentino sostituisse Di Francesco, l’ex cittí negoziava col Chelsea la buonuscita. Non per venire a Roma. Tantomeno per aspettare il Milan. Restiamo coi piedi per terra. La strada da scegliere come via definitiva riguarda la natura di questa squadra. La struttura della rosa, le caratteristiche dei singoli. Un aiuto può darlo la rivisitazione degli ultimi quindici mesi con le domande che ne conseguono: qual è stata la versione migliore della Roma? Perché a fine partita sono sempre di più le volte in cui l’allenatore recrimina per la mancata traduzione in campo delle sue idee? Possibile che se si perde è sempre colpa della scarsa applicazione? Può essere che la mancata applicazione sia figlia dell’impossibilità di applicare determinati schemi tattici su determinati calciatori? Nel rispondere, una considerazione finale banale: il pareggio di Napoli deve essere seguito da una vittoria a Firenze. Perché la classifica attuale è un pianto.
@augustociardi - In The Box