10/12/2018 17:29
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Bearsi del fatto che il Sassuolo abbia pareggiato subendo la rimonta della Fiorentina, che il Milan non si sia allontanato e che la Lazio con spirito di emulazione abbia subito il pareggio al novantacinquesimo, rende l’imbarazzante campionato della Roma ancora più imbarazzante. Molti si sono ridotti a tifare Chievo affinché non vincesse il Parma. Roba da tifosi della Reggiana. Che la Roma torni a darsi un tono in campo, non solo a parole. Nessuno credeva che sarebbe diventata Regina. Appellativo affibbiato alla Roma da Thomas DiBenedetto. Ricordate DiBenedetto? Il presidente col cognome tutto attaccato ma con la terza lettera maiuscola, quello accolto da molti come grande mediatore dei potenti del mondo e accomiatato dagli stessi come fosse un povero scemo che quando veniva a Roma la Roma perdeva.
Perché uno dei grossi problemi di questa società è sempre stato quello dell’esaltazione preventiva. Che crea irrimediabilmente aspettative. Quasi sempre tradite. E lo scaricabarile successivo. Arriva un allenatore e lo si spaccia per professore senza che abbia dimostrato nulla. Si ingaggiano seri professionisti per la preparazione e vengono descritti come quelli che ti faranno vincere lo scudetto. Poi gli stessi finiscono ai margini e vengono additati come causa principale degli infortuni. Se ne vanno e, quando gli infortuni aumentano, il nuovo staff voluto dall’allenatore viene additato a sua volta di essere il male assoluto, e allora con triplo carpiato chi prima incensava e poi quasi insultava “I preparatori che sono stati il segreto della Germania campione del mondo”, inizia a rimpiangerli. Troppe chiacchiere. Pochi fatti. Troppe ostentazioni. Troppe inversioni di marcia. Eccessivo numero di ripartenze. Troppi barili scaricati. Troppe attese. Un mare di tempo perso. Mezze dozzine di dirigenti alternatisi, consiglieri-consulenti (uno) con l’aria da ideologi dei movimenti politici, che stanno nella torre di avorio partorendo chissà quale altro pensiero strambo.
Poi però se non è Pallotta a svegliarsi storto e a intervenire sul futuro degli allenatori, nessuno prende mai una decisione netta. Decisa. Definitiva. Con Garcia si persero due mesi. Nel frattempo si tifa Chievo. Dici “ci hanno quasi battuto in rimonta hai visto mai che bloccano pure il Real Parma?”. No. La dimensione di una squadra che ha il terzo monte ingaggi non può essere questa. Il Napoli che ha comprato negli ultimi due anni Ounas, Verdi e Fabian Ruiz non può essere di colpo diventato irraggiungibile. Un allenatore che percepisce tre milioni di euro l’anno non può essere esentato da colpe. Perché è una colpa dover sperare che il Parma non batta il Chievo. È roba da Reggiana. La Reggiana non paga tre milioni l’anno al suo allenatore e circa cento milioni di stipendi ai propri calciatori. Per tacere sulle spese di consulenza degli ideologi che chissà quale altra bella pensata staranno partorendo.
In the box - @augustociardi