28/01/2019 21:04
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Ma, nello specifico, quando e dove si è ammalata la Roma? E di cosa? L’avevamo lasciata terza ad anni luce dalle prime due in classifica nella passata stagione, con una qualificazione alla Champions League tutto sommato comoda. Si è radunata a inizio luglio dopo essersi volutamente modificata i connotati tecnico-tattici. Volutamente. Perché al netto delle esigenze finanziarie, “alleggerirsi” a centrocampo per aumentare il tasso qualitativo era stata una volontà ponderata, condivisa, messa in pratica. Un’estate in nome degli anticorpi. Da coltivare col lavoro collettivo svolto senza ostacoli, senza neanche la montagna mordi e fuggi, direttamente in centri avveniristici statunitensi, con tutti gli effettivi a disposizione. Condizioni migliori per il sistema auto difensivo.
E poi è iniziata la stagione. Ma sin dall’inizio la Roma è sembrata un soggetto malaticcio che dorme in balcone di notte, in inverno. Da Atalanta ad Atalanta, stessi errori a tempi invertiti. In mezzo, montagne russe. Per un cervellotico girotondo spesso da conati, raramente affrontato con cognizione di causa. Da Atalanta ad Atalanta, per stare a quattordici punti dal Napoli e ancora a sei punti da un’Inter che dopo un anno e mezzo già mostra i segni del tempo che addosso a Spalletti corre come gli anni per i cani. Peccato. Mortale.
In Champions League si può entrare, le contendenti si copiano a vicenda nell’obbrobrioso passo del gambero. In Coppa Italia già dopodomani si può andare in semifinale. Il cammino europeo è tutto da scrivere. Ma fa rabbia vedere una Roma “non ancora guarita” gigioneggiare in campionato. Non ancora guarita da cosa? Virus tropicale? Puntura di insetto da importazione? Ischemia calcistica? Azzeramento temporaneo repentino delle difese immunitarie?
I medici di Trigoria constatano il perdurare della malattia. Ma i medici, luminari o della mutua che siano, di norma, sono pagati per emettere diagnosi e stabilire cure efficaci. Possiamo anche uscire dal campo medico abbracciando l’ambito automobilistico. Se si resta coinvolti un incidente ed è in dubbio la responsabilità, si chiamano i vigili urbani. Che fanno constatazioni. Poi però se l’automobile è danneggiata, per rimetterla in pista serve il meccanico. L’allenatore deve essere un meccanico. Non un vigile urbano.
In the box - @augustociardi