07/02/2019 18:26
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Si ripete la storia, si ripropongono come tic i luoghi comuni, che diventano tormentoni, quindi fastidiosi, in quanto inutili e non meritevoli di grosso seguito di discussioni. Roma, in questo caso, è specialista. Nel dare importanza a temi che non la meriterebbero. Con tutto il rispetto per protagonisti inconsapevoli che si ritrovano al centro di forum mediatici più o meno credibili. Già detto e scritto delle guerre tra le fazioni dei direttori sportivi e delle proprietà presenti e passati, ricordiamo con sgomento come per anni al nome di Andreazzoli partiva il coro “è lui il vero segreto di Spalletti”. Mica lo schema innovativo o i gol di Totti. No, era grazie ad Andreazzoli che la Roma provava a contrastare l’Inter di Moratti. Dopo una giocata da capogiro di Taddei che lo nominò alla fine della partita, c’erano petizioni per intitolargli quantomeno una piazza. Poco tempo dopo perse da capotecnico la finale maledetta e da allora, tuttora, fu trattato e viene trattato come un reietto.
Più o meno il destino di Norman e Lippie. Accolti come eroi (“se la Germania trionfa nel mondo il merito è loro”), sembrava dovessero essere i due preparatori a fare venti gol a stagione o a mantenere la porta inviolata. Loro due l’arma da contrapporre alla Juventus. Si organizzarono poi feste di quartiere quando furono prima ridimensionati nei compiti e poi salutati definitivamente. Salvo da qualche tempo assistere alla riabilitazione a seguito della serie di infortuni muscolari occorsi ai calciatori della Roma. Tipo riabilitazione der Patata.
Zamblera e Bianda? Operazioni come se ne registrano a centinaia, forse migliaia, a ogni angolo del mondo, in ogni sessione di mercato. Marginali, più o meno dispendiose, ma se altrove tifosi e media neanche sanno che il club di riferimento tessera ragazzi forse con un buon futuro, a Roma diventano casi letterari, figure mitologiche, pietre dello scandalo, oggetto di improbabile presunto sarcasmo, dileggio.
“Come fai a spendere tot soldi per Bianda?”
“E allora Zamblera?”
“Sabatini Bianda non lo avrebbe mai comprato!”
“E allora Berisha?”.
E poco importa se Zamblera rischiò di far parte numericamente di una squadra che stava per diventare campione d’Italia. E poco importa se poco prima di Bianda la Roma ha tesserato un pari età che di cognome fa Zaniolo che oggi è considerato il talento italiano più fulgido dell’ultima generazione. Non se ne esce. Vicolo cieco. Noia. Cavalcata infinita delle proprie convinzioni. Voyeurismo distorto del superfluo, morboso. Fuorviante. Questa proprietà può essere criticata sotto molti aspetti, come quella precedente? Meglio fossilizzarsi sul nulla. Una voce, due voci, mille voci, simposi, fotomontaggi, gif. Perdere tempo in inutili chiacchiere è uno degli sport nazionali più in voga. In questa disciplina, Roma è da Triplete.
In the box - @augustociardi