08/04/2019 20:03
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - In pieno inverno immaginavamo un mercato allenatori da mille e una notte. Che avrebbe rubato la scena agli acquisti da centinaia di milioni di euro dei top player del pianeta. Manchester United, Real Madrid, Atletico Madrid, PSG, Juventus, Bayern Monaco, Chelsea. E poi, più in piccolo, Roma, Inter, forse Tottenham, forse Milan. Roba da giochi di incastri, per richiamare la più classica delle reazioni a catena. Catena d’oro. Tempestata di diamanti.
Poi succede che lo United dopo aver liquidato (in tutti i sensi) Mourinho, scopra nell’amato figlio Solskjaer l’uomo giusto per tornare in corsa per la Champions League e che proprio in Champions League ha saputo eliminare persino i parigini. Quarti di finale, rinnovo triennale, e tanti saluti alle voci su Conte e Allegri. Si attendeva la mossa in grande stile di Florentino Perez al termine della stagione madridista più tribolata dell’ultimo ventennio, ed è arrivata, ma nel modo più sorprendente. Riecco Zidane, sedici milioni a stagione. E anche in questo caso tanti saluti alle ipotesi più suggestive. Quando le strade di Simeone e dell’Atletico sembravano prossime alla separazione, ecco il prolungamento a cifre spudorate. Ciao Inter, semmai se ne riparlerà fra qualche stagione. Tuchel sembra avere una nuova chance con tanto di rinnovo a Parigi. Kovac prova a convincere lo Stato Maggiore del Bayern demolendo il Borussia Dortmund.
Quindi? Stai a vedere che finito l’inverno ci saranno più top coach liberi che top club in cerca di un grande tecnico? Detto, fatto. Vuoi tornare in panchina? Accetta la sfida. Ancelotti docet, ma lui ha una carta di identità che gli permette di fare valutazioni che in teoria Conte e Mourinho, ma anche Allegri e Pochettino, potrebbero non volere ancora fare. L’alternativa? Il famigerato anno sabbatico. Che per esempio nel caso di Conte si trasformerebbe in un anno di tormenti, anche perché sarebbe il secondo consecutivo. In cosa consiste la sfida? Ascoltare prospettive fin qui mai prese in considerazione. Non ti possiamo tirare giù la luna, non ti possiamo garantire un mercato da trecento milioni, ma ti diamo un trono. Di un club che intende rilanciarsi, solido, con calciatori che fungano da stimolo che a questo punto della tua carriera strepitosa potrebbero anche intrigarti. Ti garantiamo che i nostri (non troppi) top player non partiranno, ti diamo la possibilità di essere il tecnico con cui si consacreranno Zaniolo, Lautaro Martinez e Piatek. Saranno loro la base della tua sfida. Pensaci, non possiamo darti l’ingaggio che percepivi al Chelsea o al Real Madrid, ma a questo punto del nostro percorso societario abbiamo la necessità di intraprendere un nuovo percorso. E di soldi, per cartellini e ingaggi, ne abbiamo già sperperati abbastanza.
Dobbiamo puntare sul top coach. Che si prenda la squadra, che funga da riferimento. Che accenda speranze ed entusiasmi fra i tifosi. Hai già vinto tutto, sei fra I migliori al mondo. Ti manca qualcosa? Sì, la gloria eterna che ti propone una piazza comunque di livello, che ha bisogno di un re. Ci stai? Provarci è già qualcosa. Riuscirci è un’impresa. E se non dovesse essere compiuta, le persone intelligenti capiranno che la colpa non sarà di chi siederà in panchina al tuo posto. Giampaolo, Montella, Sarri non dovranno scontare il tuo mancato arrivo. Gli altri, quelli che sono pronti a criticare a prescindere, troverebbero un motivo per criticarci anche se ingaggiassimo te, magari dicendo che sei bollito. Grande allenatore in cerca di squadra che corre il rischio di restare senza panchina d’oro. Pensaci.
In the box - @augustociardi