Abolire maggio e ripartire

01/06/2019 18:02

LR24 (AUGUSTO CIARDI) - L’essere umano è programmato per ripartire. Fino alla morte, qualsiasi cosa accada, riparte. Eventi funesti, scomparsa di persone care, sconfitte cocenti. Crolla. Si ferisce. Si rialza, spesso a fatica. E riparte. Per logica derivazione anche le società di calcio sono programmate per ripartire. Come l’essere umano. Magari cambiando corso. Possibilmente facendo tesoro degli errori anche macroscopici che hanno causato il tracollo.

in questo momento storico è il personaggio più impopolare a Roma. Ma ha firmato una lettera che, se non si conoscessero i pregressi comprendenti anche dichiarazioni smentite dai fatti, troveresti azzeccata. Spirito di autocritica schietta, chiarimento di questioni anche scabrose che necessitavano spiegazioni, dichiarazione di intenti.

La Roma si mette alle spalle un mese storicamente nero. A parte lo scudetto del 1983, a eccezione di qualche coppa Italia vinta, maggio è un incubo. Il 30 maggio, nello specifico, una data infame. Dal sogno ai ballottaggi sparati dai media fra allenatori da brividi. Dalle chance in aumento per andare in ai preliminari di Europa League. Dall’addio di alle accuse a . L’Atalanta che perde la Coppa Italia e le ennesime voci su Berardi.

Indecisi se aspettarsi il cartello “sei su scherzi a parte” o ridere per non piangere, siamo arrivati a giugno. L’unica notizia bella di maggio è che sono finite le partite. È finita una stagione che sembravano dieci. Una pesantezza mia provata.

Tra poco tornerà la fame di calcio. Salvo interventi d’ufficio dell’Uefa, la Roma ripartirà a fine luglio per guadagnarsi l’Europa League. Ricominciamo? Certo, sempre. Magari meglio. Chi compriamo al mercato? Il tempismo e l’interventismo. Non fanno gol, non difendono a uomo, non li metti a bilancio e non si trasformeranno in plusvalenze. Ma ti tolgono dai guai. Prima che i guai diventino problemi. Prima che i problemi si tramutino in sciagure.

Già ad agosto aveva capito che c’era qualcosa che non andava. Più volte in corso d’opera aveva voglia cambiare guida tecnica. Da mesi aveva più fiducia nella direzione tecnica. Occhio di lince. Aveva visto bene. Ma non interveniva. E se non intervieni, tu che hai il potere assoluto, oltre a mandare in fumo obiettivi e quintalate di milioni, le responsabilità le trovi riflesse nello specchio. In parte era già successo tre anni e mezzo fa, quando aveva sfiduciato e si erano deteriorati i rapporti con .

Perché credere, quindi, alle parole di ? Perché nel calcio non esiste la rimozione coatta del proprietario di un club e il successivo insediamento a furor di popolo del magnate superdotato economicamente. Quindi non resta che sperare in un cambio di rotta gestionale.

Dopo aver comprato tempismo e interventismo, si svendano gli equivoci che hanno dilaniato il club. Per evitare il gioco stucchevole dello scaricabarile in caso di errori. Poi, prima di pensare ai difensori centrali o all’erede di , si ingaggino sostegno, convinzione e condivisione. Allora si potrà ripartire. Allora le parole manifestate in lettera avranno, finalmente, un senso.

In The Box - @augustociardi