11/08/2019 19:35
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Fra due settimane il calciomercato sarà ancora aperto ma quantomeno le partite ci distrarranno dai tormentoni che ci hanno ammorbato più del mambo salentino. Negli ultimi tre mesi Dzeko, Higuain e Icardi sono stati nominati nelle trasmissioni di calciomercato più di quanto i loro cognomi siano stati urlati dagli speaker dopo le decine di gol realizzati nelle squadre in cui hanno giocato. A due settimane dalla prima di campionato, a poco meno di tre dalla chiusura della sessione estiva, assomigliamo sempre di più agli anziani stanchi e quasi annoiati che osservano gli operai nei cantieri.
Altrove si intravedono strutture solide. Quella della Juventus, manco a dirlo. Quella dell’Inter, novità annunciata della stagione mercantile attuale. Per la Roma, per Petrachi, il compito, altrettanto annunciato e prevedibile, era arduo. Perché il palazzo in costruzione ha preso il posto di un edificio demolito. Si doveva, e voleva, ripartire dalle fondamenta. Da qualche anno i tifosi della Roma hanno riposto l’entusiasmo, spesso esagerato, che in estate portava a spulciare il nuovo calendario cercando di individuare quale sarebbe stata la partita che avrebbe garantito l’aritmetica vittoria dello scudetto. Ora si mastica amaro. Dopo la resa inevitabile davanti alla dittatura juventina, si è certificata la supremazia del Napoli, accettata nonostante la realtà parli di fatturato, monte ingaggi e politica di mercato del club di De Laurentiis che non sono superiori a quelli della Roma. Infine si è costretti a constatare la rimonta, il sorpasso e la più che probabile fuga dell’Inter, che fino a due anni fa guardava la Roma col binocolo. Il gruppo Suning ha iniziato a spendere, dopo avere affrontato e ottemperato ai doveri previsti dal Fair Play Finanziario in maniera completamente diversa rispetto alla Roma. Che non cambia spartito. Neanche nell'estate della rivoluzione, in quanto non inedita, visto che nel duemilatredici ci fu un precedente.
Cosa fare per alzare il morale di una piazza che anche per colpa delle amichevoli si sta rovinando fegato e vacanze? Due accelerazioni sul mercato. Facile a dirsi. Difficile a realizzarsi se poi a fronte di uno spartito immutevole, si devono reperire, aldilà dei ruoli, carisma, personalità, esperienza. Da sintetizzare in due calciatori, un attaccante e un difensore centrale. A volte è necessario cambiare strada. Anche correndo il rischio di azzardare.
Finora sono arrivati giocatori utili, da assortire e amalgamare più facilmente rispetto a un anno fa. Finora, per tipologia di calciatori, il mercato ha avuto una logica. Ora occorrono i guizzi finali. Per completare l’organico e dimostrino che la Roma non si è appiattita, che non ha intenzione, nella costruzione dell'edificio, di fermarsi al piano seminterrato. Per questo, serve un cambio di corsia, l'inevitabile follia, un pizzico di incoscienza, e la presa di coscienza che, in attesa di implementare il fatturato grazie alle attività extra campo, spendere soldi più del previsto (spendere, non sperperare rischiando l’osso del collo), offre maggiori chance di tornare nelle posizioni apparentemente vietate. In gioco c'è il prestigio sportivo e altri soldi. Ma soldi da incassare, non da sborsare. Perché in Italia si guadagna grazie ai risultati e non perché la squadra ha il nome della città del Colosseo e del ponentino.
In the box - @augustociardi